Ma lei, le triglie di scoglio, come le cucina?
Un menu di pesce da San Calogero
da La pazienza del ragno
Pane con la giuggiulena, caciocavallo e aulive
Prima di tornarsene a casa, passò dalla putìa indovi si serviva qualichi volta. S'accattò aulivi virdi, passaluna, caciocavallo, pani frisco con la giuggiulena supra e un barattolo di pesto trapanisi.
da La mossa del cavallo
Cavatuna con olio, pepe nero e cacio pecorino
Quando stimò che l'usciere non si trovava più nei paraggi, uscì dall'officio, entrò nell'osteria ch'era a pochi passi dall'Intendenza. C'era un tavolo occupato da quattro muratori.
"C'avemu?" si sorprese a spiare in dialetto al patrone ch'era macari cammarèri.
Mangiò cavatuna fatti all'oglio, pipi nìvuro e cacio pecorino; doppo si fece portare un piatto di sarde salate condite con oglio, acìto e origano. Si scolò mezzo litro.
da Un mese con Montalbano
Zuppa di maiale
Quel giorno Taninè aveva deciso d'esibirsi in un piatto strepitoso che, chissà perché, si chiamava "malalìa d'amuri". Chissà perché: infatti non c'era possibilità che quella zuppa di maiale (polmone, fegato, milza e carne magra), da mangiarsi con fette di pan tostato, avesse attinenza col mal d'amore, semmai col mal di panza.
Se lo scialarono in assoluto silenzio; persino Francesco, ch'era tanticchia squietodi natura, questa volta non si cataminò, perso nel paradiso dei sapori che sua matre aveva strumentiato.
da Gli arancini di Montalbano
Tomazza
Sul tavolo, non conzato con la tovaglia, c'era macari una forma di tomazza intatta, mezza scanata di pane, un bicchiere pieno a metà di vino rosso.
da La voce del violino
Dolce di ricotta
"Che domanda?"
"Mi porti quello che vuole."
Il Re galantuomo sorrise apprezzando la fiducia.
Per primo gli servì un gran piatto di maccheroni con un salsetta chiamata "foco vivo" (sale, olio d'oliva, aglio, peperoncino rosso secco in quantità), sul quale il commissario fu obbligato a scolarsi mezza bottiglia di vino. Per secondo, una sostanziosa porzione d'agnello alla cacciatora che gradevolmente profumava di cipolla e origano. Chiuse con un dolce di ricotta e un bicchierino di anicione come viatico e incoraggiamento alla digestione. Pagò il conto, una miseria, scambiò una stretta di mano e un sorriso col Re galantuomo:
"Mi perdoni, chi è il cuoco?"
"la mia signora."
"Le faccia i miei complimenti."
"Presenterò."
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