Dal momento che novembre è anche il mese in cui si inaugurano molte, se non la maggior parte delle stagioni liriche italiane, osiamo proporvi un menu al tartufo tutto rossiniano, guardandoci bene dall’entrare, almeno per ora, sulla annosa disputa sulle doti di gourmet (molto controverse) del “Cigno di Pesaro” (non sofisticate sulla sua mole in età matura).
Come ha ricordato Piero Meldini, “sulla gourmandise di Rossini c’è poco da discutere.
L’epistolario (a tacere della ricca aneddotica) trabocca di olive e tartufi - ‘il Mozart
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Rossini in una caricatura dell'epoca |
dei funghi’ -, tacchini e ‘capponesse’, cotechini e zamponi, stracchini e gorgonzola”.
Il buon Gioacchino ha peraltro già da vedersela con i denigratori della sua musica (“Visita di Rossini a Beethoven: La farfalla volò sulla via dell’aquila, ma questa la scansò per non schiacciarla con un colpo d’ala”, firmato Schumann, presa in prestito da Eusebio).
Quel che è certo è che i Tournedos alla Rossini sono diventati un classico dell’alta cucina, come Il Barbiere di Siviglia lo è diventato del Teatro d’opera. Noi ci accontentiamo.
Eccovi dunque il nostro
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