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Pesci d'Aprile tra folklore e cucina

Sull'origine del Pesce d'Aprile non esistono fonti certe, anzi, non esistono fonti del tutto.
Si sa che è diffusa tanto in Europa che in America. Quasi null'altro è certo.
Sulla datazione alcuni sono stati ipotizzati rapporti con feste dell'antica Roma, con racconti aneddotici francesi a partire dal Cinquecento. In Italia si parla manifestamente di pesce d'aprile solo dal secolo XIX. E' generico il riferimento a una "romantica" beffa rifilata a
Scorfano
Scorfano
Rossini nell'aprile del 1814. La prima burla certa, e clamorosa, fu quella che, nel 1878, fece radunare una grossa folla a Firenze per assistere alla cremazione d'un nobile indiano... ma alla fine fu cremato solo un gigantesco pesce di cartapesta.
Visto lo stato delle fonti, il meglio che si può fare è riportare, alla lettera, le osservazioni più autorevoli reperibili.

   1. Dal famoso, prestigioso e autorevole "Archivio per le tradizioni popolari" di Giuseppe Pitrè: "L'uso è recentissimo tra noi, e si limita alle alte e alle medie sfere sociali, senza scendere mai al popolino propriamente detto (...). Ne avevano conoscenza prima della rivoluzione del Sessanta, l'avevano o per relazioni dirette con la Francia, o per comunicazioni commerciali e marittime con Genova, dalla quale può esserci venuto, probabilmente tra il 1840 ed il 1860. Le moltissime, poi, che in questi anni ne sanno e ne discorrono, lo devono alla lettura de' giornali, i quali se tutti i giorni ci fanno raccapricciare con descrizioni minute di disastri ferroviari, d'incendi, di assassini, di esecuzioni capitali, di avvelenamenti, di suicidi e di amorazzi infami, hanno almeno la carità di esilararci una volta all'anno con una burla più o meno spiritosa quando non è desolante".Come è noto il cosiddetto pesce d'aprile è costituito da uno scherzo che può presentare due varianti: a) attaccare un pesce o sua rappresentazione, sulle spalle della vittima dello scherzo senza che questi se ne accorda; b) colpire la vittima con uno scherzo vero e proprio, anche pesante. Sappiamo che in genere gli scherzi del 1° aprile consistevano nel colpire qualcuno facendolo correre da una parte all'altra, spesso con incarichi senza alcun senso pratico. Infatti un detto rintracciabile in vari dialetti, ricorda che "in aprile si fanno correre i matti". In varie località, il 1° aprile si mandavano i più creduloni alla ricerca di oggetti impossibili e li si invitava a compiere azioni irrealizzabili: "si mandano fanciulli in cerca d'una fune da legare il vento, d'un bastone a una sola estremità, d'un luccio senza spine, si manda a cercare dell'aceto dolce, si prega di andare in cerca della pietra da affiliare i capelli". (…) "Alcuni fanno derivare l'uso dalla pesca, che in certi paesi comincia il primo d'aprile, e perché infruttuosa dapprincipio, poté dar luogo alla costumanza di cogliere i semplicioni offrendo un'esca che loro sfugge, come il pesce in aprile sfugge ai pescatori. Un'allusione ad un antichissimo uso degli Ebrei, quello di mandare per disprezzo una persona di qua e di là, come fecero con Gesù Cristo, da Erode a Pilato, da Caifas ad Anna, nei primi di aprile, secondo i computi degli ecclesiastici. Onde, secondo essi, la voce poisson sarebbe una corruzione di passion. Una tradizione giudaica vi riconosce il volo della colomba dall'arca di Noè
Dentice
Dentice
prima che le acque abbassassero e non so quale incontro di essa con l'aprile ecc. Altri vi scoprirono un fatto meramente mitologico, altri vi videro uno scandaloso significato fallico; altri più delicatamente un passaggio ad uso di mandare o di offrire alle donne o alle ragazze un pesce con intendimento erotico; altri ancora una inclinazione dello spirito umano allo scherzo, al ritorno della grata stagione".

   2. Dalla nota raccolta di Carlo Lapucci e Anna Maria Antoni, I proverbi del mese (Torino, Vallardi, 1985): "Vogliono alcuni che l'uso sia legato a una festa pagana di Venere Verticordia, o al mito di Proserpina che fu rapita da Plutone mentre coglieva i fiori e cercata inutilmente dalla madre Cerere, mentre la ninfa Eco la ingannava facendola correre qua e là".

Stanti così le cose, MenSA offre due proposte: una serie di ricette, quasi un menu, dedicate ai pesci di stagione, ai pesci di aprile, appunto; una seconda serie di ricette, che la convenzione alimentare italiana - e, più generalmente, europea e occidentale - classificherebbe inelluttabilmente come "pesci d'aprile" gastronomici. Lo sono davvero? A voi scoprirlo. La soluzione nel prossimo numero di MenSA.

Ecco dunque i nostri "ricettari del 1° aprile".

1. Un menu di pesci d'aprile

2. Il pesce d'aprile... servito a maggio

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