Il saluto e il ricordo di MenSA per Luciano Pavarotti e Maria Callas
Una stanza… e del vino
di R. P.
“Una stanza e del vino”, chiede il Duca di Mantova, a Sparafucile che lo accoglie nella locanda che fa da tragico scenario all’epilogo del Rigoletto.
Nel numero di MenSA dedicato al vino ci è parso, fra i tanti riferimenti gastronomici del’opera lirica, il più adatto a intitolare questo menu, che, lungi dal voler essere irrispettoso, è il solo omaggio che, umilmente e con un’ammirazione sconfinata, Mensa può e vuole dedicare a due delle voci che, per molti motivi e in modi diversi, hanno dominato la scena lirica di buona parte del XX secolo e hanno, come tanti hanno osservato, cambiato il rapporto dell’opera lirica, del teatro in musica, con il mondo, con la gente.
Nota: chi scrive rimane sempre colpito dall’istrionica disinvoltura, da attore consumato, ogni volta che,
riguardando spesso in Dvd il Rigoletto, sente Pavarotti pronunciare la celebre frase che dà il titolo al menu.
In quanto alla Norma, per noi, con tutto il rispetto per le grandi colleghe, Norma, come Tosca, è Maria Callas: uno dei momenti più drammatici di tutta la storia del melodramma è forse il finale del capolavoro di Bellini e, a parte Casta diva …e tutto il resto, quando la Callas intona In mia mano alfin tu sei, brividi di commozione e di…terrore (letteralmente) ci invadono infallibilmente.
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