MenSA Menu Storici e d'Autore
UserId PassWord
homepage
direzione e redazione
sommario
editoriale
le rubriche

i menu
archivio
banca dati
amici di MenSA
 
le regole del gioco le regole del gioco
di M. Montanari
MenSArIO - I blog di MenSA MenSArIO
I blog di MenSA

MenSA - la copertina


Lo spumante italiano sulla cresta dell’onda
Vini col botto a gonfie vele
di Enophilus

Un anno da incorniciare, sfiorato il traguardo dei 300 milioni di bottiglie. Franciacorta e Trento superano la quota degli Champagne. Asti e Prosecco leader all’estero. Sono quasi tre milioni e mezzo gli italiani appassionati di bollicine con un ritratto ben definito: 35-50 anni, maschio,laureato,del nord-ovest e del centro-sud. Anche l’export in grande crescita a quota 146 milioni di bottiglie: Germania leader, seguita da Stati Uniti, Inghilterra e Russia. Forti incrementi in Giappone, Svizzera, Svezia, Cina,Norvegia e Polonia.

Spumanti d'Italia

Il Forum Spumanti d’Italia ha costituito con il supporto del Ministero delle Politiche Agricole e col contributo statistico e analitico di Ismea-Ac Nielsen, l’Osservatorio Nazionale che opera dal 2006 in Villa dei Cedri.  Per l’anno 2007 l’analisi svolta dall’Osservatorio indica ,per il mercato nazionale,  una forte crescita di volumi attestato sul 7/8 % (cioè 11 milioni di bottiglie in più rispetto al 2006) con il dato superiore per due aree,il centro-sud Italia e il nord-ovest che stappa nell’anno il 30,80% del consumo totale. La Lombardia è la prima regione italiana nella produzione di Spumanti a metodo classico con 13,4 milioni di bottiglie sia con la Doc che senza; il Piemonte è la prima in assoluto  per produzione di spumanti con 132 milioni di bottiglie, seguita dal Veneto con 130 milioni,il Trentino-Alto Adige con 14 milioni. In totale abbiamo 299  milioni di bottiglie prodotte di cui 153 stappate in Italia con un fatturato al consumo di 1,0 mld di euro. Calo delle importazioni in Italia di spumanti generici, forte per i Cava, stabili i numeri degli Champagne soprattutto nelle enoteche,nei ristoranti,nei bar dei grandi alberghi di lusso, nei night confermando le vendite dei prodotti top e più cari. Riduzione invece della partita di giro di bottiglie francesi rivendute, attestate su 2,3-2,5 milioni di bottiglie per circa 55 milioni di euro di fatturato. In Italia  toccate le 2,8 bottiglie medie pro capite (erano 2,5 nel 2005) all’anno, con punte anche di 48 bottiglie a testa all’anno per i grandi “spumantofili”, ovvero chi ha posto le “bollicine” al primo posto negli acquisti, come dimostrato dal sondaggio di Winenews e del Forum Spumanti, soprattutto Prosecco, Franciacorta e Trento.

Spumanti d'Italia Roma Sala Festival
Roma Sala Festival

“Più riconoscimento e percezione della qualità – dice Giampietro Comolli, direttore del Forum e dell’Osservatorio – equivale a più valore, a scapito dell’euforico banale botto. Un bel successo” 
Scelte confermate anche dai consumatori più numerosi e più occasionali, seppur con quantità inferiori: i giovani da 21 a 27 anni confermano per il 60% di preferire gli spumanti secchi come aperitivo e fuori pasto; i 35-50enni rappresentano lo zoccolo duro dei consumatori ( 6 bottiglie ogni 10 acquistate), sia come occasioni di consumo che come principali consumatori domestici.  Il nord-est si conferma l’area geografica  con i maggiori volumi di commercializzazione ( circa 140 milioni di bottiglie)  e per i consumi, con una media di 3,7 bottiglie pro capite; è di 32,5  milioni di bottiglie il consumo all’anno. Il Veneto è la prima regione italiana per occasioni di acquisto destagionalizzati, infatti ad un maggiore consumo domestico e ad una maggiore incidenza del consumo fuori pasto (il 72 % dei giovani)corrisponde una maggiore propensione all’acquisto lontano dalle feste comandate e una maggiore penetrazione, cioè  frequenza negli acquisti, come confermano le catene distributive italiane in fatto di “ bollicine”.             
“Gli Spumanti  – sottolinea sempre – sono espressione del vivere all’italiana e la maggiore crescita del fatturato rispetto alle quantità è il  riconoscimento del valore aggiunto dei marchi made in Italy”. Vince la deregulation  italiana fra marchi Doc e brand di marca.

Spumanti d'Italia

La Lombardia con le bollicine
Il mercato dei vini spumanti in Lombardia  – indagini nei vari punti vendita e nelle aziende – si divide in un 4% di acquisti diretti, per il 61% nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO), e per il 35 % in Horeca (il settore dell'industria alberghiera e delle imprese che preparano e servono alimenti e bevande come ristoranti, bar, caffè). Fa eccezione il  Franciacorta che presenta  un 8% di acquisti diretti in cantina e sul territorio, il 18 % in GDO, 45% in Horeca e il 29 % in altri canali, rappresentando un leader nella propria  regione, al terzo posto dopo Prosecco e Asti  in termini di quantità, di penetrazione e di diffusione. Il Franciacorta ha il  primato assoluto  nella ristorazione di fascia alta con una presenza in 59 liste di vini  su 100. In Lombardia il consumo di vini Spumanti ha un record: quello di essere la Regione che stappa a fine anno il 16% sul totale di vini con metodo classico, mentre la media nazionale si attesta fra l’8-9 %,in base alle vendite e agli ordini di consegna. In incremento  gli Spumanti dolci-aromatici  provenienti da fuori regione, infatti sono 41 su 100 le occasioni di acquisto sul mercato, superiore rispetto al 39% dell’area nord-est e inferiore al 46% del sud Italia. Brescia si conferma la prima provincia italiana per il consumo di Franciacorta, mentre il Franciacorta  si posiziona al secondo posto dei consumi di Spumanti docg-doc a Treviso, dopo il Prosecco doc di Conegliano Valdobbiadene. A Milano al primo posto delle vendite in distribuzione e in enoteca quasi appaiati figurano Asti e Prosecco. Le carte dei vini della ristorazione Lombarda è seconda solo a quella del Veneto come numero di vini spumanti in lista;  il consumatore lombardo si rifornisce per il 69 % in Gdo, per il 20% presso alimentari e dettaglio e per l’11% fra liberi servizi e discount.

La grande distribuzione organizzata
La premiazione, il sindaco del Comune di Fabriano Sorci, Sperandio, Cedroni, Giorgio e Luisa Soldati, Guidarelli, Vaudetti. La premiazione, il sindaco del Comune di Fabriano Sorci, Sperandio, Cedroni, Giorgio e Luisa Soldati, Guidarelli, Vaudetti.
I volumi venduti di spumanti  nelle insegne distributive sono molto più concentrati  che per i vini: i Super e gli Iper rappresentano il 71 % delle vendite in quantità e il 76% del valore, con una crescita superiore per gli Iper . Sempre negli Iper si registra sia il primato di spesa media  ( euro22) sia quello del numero più alto di acquisti durante le promozioni( 42%) con una media di più di 4 bottiglie per famiglia acquirente. Il primato,in  assoluto, per il solo segmento degli spumanti, spetta all’insegna  Esselunga con  il maggior fatturato delle famiglie e per il maggior esborso per singolo acquisto, con la maggiore percentuale di acquirenti rispetto al numero totale di acquirenti e per quota in valore sul totale grocery (i prodotti alimentari e quelli per la pulizia della casa e della persona), seguono CoopSuper e Iper e quindi Auchan.  Il consumatore tipo della GDO: acquista più di 2 bottiglie ogni 4 vendute, maschio,sposato, laureato, appassionato di film e di libri, “enoturista”. Forte è la diminuzione degli acquisti di Champagne dei marchi  della fascia medio-alta a vantaggio – come succede in altri paesi come l’Inghilterra - con un incremento delle marche sconosciute da primo prezzo, quindi in diretta concorrenza con prodotti nazionali similari come Cartizze e Franciacorta, o marchi come Ferrari e Berlucchi.   Lombardia, Lazio e Sicilia si confermano le prime 3 regioni nell’acquisto di Champagne in GDO. Buone le vendite anche  negli hard discount,dove si ritrovano oramai tutti i marchi  e tutte le denominazioni nazionali ed estere, seppur rappresenta il 7% delle vendite e solo il 3% del valore. E’in questo canale dove si assommano anche tutti i marchi nazionali di primo prezzo, al di sotto della media della gdo tradizionale che si attesta su  € 6-8 a bottiglia, allo scaffale. Il canale distributivo moderno assomma  oltre 110 milioni di pezzi.

Un export... spumeggiante:
Nuovo record delle spedizioni all’estero concentrate a primavera e in autunno. Il mercato estero per i vini spumanti è ancora più spumeggiante: il Forum-Osservatorio regista  un incremento del 8-9 % in quantità e un + 11-12% del giro d’affari al consumo,pari ad un fatturato globale superiore a  €1,3 mld. In 62 paesi  spedite 146 milioni di bottiglie pari al 48 % del totale prodotto, diviso in 86 milioni nei 25 paesi UE e in 60  negli altri paesi. In particolare di Asti docg ne sono state spedite oltre 50 milioni, poco meno pure di Prosecco (di cui 12,5 mil doc ) e i restati 40 milioni di altri  Spumanti di Qualità aromatici  con nomi di vitigno prodotti dalle grandi case piemontesi e venete. Circa 1 milione le bottiglie di metodo classico esportato equamente diviso fra Franciacorta e Trento doc.  Il dato più interessante viene dagli Stati Uniti con un +16% in volumi e un + 19% in fatturato; oltre agli exploit di Russia  (+ 200%) e di Cina  (+ 56%) e alle conferme in positivo come Inghilterra  (+20%) , Svezia  (+17%) ,Norvegia ( + 19%) e delle new - entry importanti come Ungheria e Polonia balzate a 2-3 milioni di bottiglie a testa. La Germania si conferma leader assoluto con  una quota vicino a 40 milioni di bottiglie; al secondo posto gli Stati Uniti con 24 milioni di bottiglie; al terzo la Gran Bretagna con 12 milioni.   Il 2007 conferma  che il binomio Asti e Prosecco in Svizzera e negli Stati Uniti è al primo posto dei consumi .La Germania si conferma anche il primo consumatore al mondo con 590 milioni di bottiglie consumate e la Francia è il primo esportatore con175 milioni di bottiglie nel mondo, di cui 130 milioni di Champagne.
“Segnale in controtendenza – sottolinea  Comolli - è il fatto che per la prima volta negli ultimi 20 anni l’incremento del fatturato di mercato  è superiore alla crescita dei volumi. Vuol dire che il mercato mondiale riconosce agli spumanti italiani un valore maggiore ed è disposto a pagarlo. E’ percepito un rapporto valore-identità più alto del passato. Si cancella l’idea dello spumantino tricolore a basso prezzo, si acquisiscono mercati nuovi e consumatori giovani  pronti a spendere di più, si diventa competitor di prodotti anche più blasonati perché il mercato mondiale porta a comprimere i prezzi.”

La cultura al consumo
Per i vini spumanti non c’è una cultura al consumo quotidiano e continuo,  è ancora forte un approccio occasionale ed estemporaneo e la bottiglia di spumante è ancora legata per il 78 % a ricorrenze, feste, anniversari,compleanni (72% solo nei  25 giorni  considerati di feste di fine anno), quindi non è considerato un vino, almeno in Italia. Perché c’è ancora la tendenza a ricercare il rapporto qualità/prezzo che si tramuta nella scelta: il prezzo più basso perché è una bottiglia a fine pasto. Sono necessari eventi di conoscenza generale,c’è bisogno di una comunicazione nazionale forte e di corsi di analisi sensoriale professionali  specifici che spieghino, dalla cucina alla tavola e l’approccio analitico, gustativo e sensoriale diverso fra gli Champagne e gli spumanti. Che siamo sulla strada giusta è dimostrato dalla una maggiore crescita del consumo di Spumanti fra le mura di casa rispetto che nell’Horeca: l’incremento degli acquisti nella GDO e direttamente in cantina lo provano, come confermano le stesse case spumantistiche soprattutto di Franciacorta e a Valdobbiadene dove l’origine  territoriale è considerato un fattore determinante la qualità,poiché presidiato da tante cantine piccole e grandi .
Un consumatore su 2 al di sotto dei 30 anni dichiara che l’aperitivo è l’occasione e motivazione principale per il consumo e per iniziare la conoscenza, mentre il 50% dei consumatori dichiara di puntare su vini spumanti ricchi di profumi semplici e di gusto complesso,ma riconoscibile  e non accetta  obblighi di abbinamento. 

invia questo articolo   






[I ricettari dagli utenti]

aggiornato al 24.02.2009 info@mensamagazine.it - MenSA 1997-2007©

Valid CSS!