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Passioni, abitudini e consumi degli italiani golosi
Dulcis in fundo... ma non solo

Un sondaggio commissionato a Renato Mannheimer per “Dolcementeprato” fotografa gli italiani in pasticceria. Il 12%, gli “Irrefrenabili”, vi entra più volte al giorno. Giovani e laureati i più ghiotti. Dulcis in fundo...

Il dolce è una piacevole dipendenza per gli italiani? Con quale frequenza vanno in pasticceria? Nel caffè zucchero o dolcificanti? Come conciliano dieta e golosità? A questi e ad altri quesiti risponde un sondaggio condotto da Renato Mannheimer in occasione di “Dolcementeprato”, manifestazione promossa da Confartigianato Imprese Prato e organizzata da Artex -  Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana, con il contributo di Regione Toscana, Toscana Promozione, Comune, Provincia e Camera di Commercio di Prato, Apt, con il patrocinio di Confartigianato Nazionale e la collaborazione del Consorzio Pasticceri Pratesi e dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani. Una manifestazione
interamente dedicata al mondo dei dolci dal quale se ne può ricavare un profilo sociale e culturale dei golosi, ma non solo, mettendo a fuoco gusti, passioni, abitudini, consumi. “Spiati” in pasticceria gli italiani risultano golosi ma al tempo stesso attenti alla linea, il fascino della pasticceria incanta anche i meno golosi e solo 3 su 100 non entrano mai in una pasticceria.

Va comunque precisato che gli italiani sono golosi ma anche attenti alla “linea”. Gli italiani si descrivono come un popolo prevalentemente di golosi (il 65%), che però presta attenzione a non esagerare con i dolci per paura di mettere a repentaglio “la linea”. Quasi la metà degli intervistati, infatti, pur essendo goloso, limita il consumo di dolci per non ingrassare o perché attento ad una dieta il più possibile salutare. Non è però ancora così diffusa l’abitudine di sostituire l’uso di zucchero o miele con altri dolcificanti ipocalorici, abitudine che riguarda solo il 19% della popolazione.

La pasticceria affascina tutti: i giovani e i laureati i più golosi. Davvero pochi, solamente 3 su 100, sono coloro che non entrano mai in una pasticceria, dove invece la quasi totalità degli intervistati si reca almeno sporadicamente. Quotidianamente, invece, la pasticceria è soprattutto il luogo della colazione o della merenda. I maggiori frequentatori di pasticcerie (il 12% della popolazione, gli Irrefrenabili), che vi entrano anche più volte al giorno, trovano spesso l’occasione per gratificarsi o sollevarsi il morale con una “dolce sosta”. Ad incrementare il popolo degli affezionati all’appuntamento col dolce di pasticceria e quello dei golosi spensierati, i giovani 18-29enni (62%) e i laureati (45%) che costituiscono una delle categorie più amanti dei dolci e più affezionate alla pasticceria, luogo in cui acquistare soprattutto dolci regali. Mentre si riscontra una maggiore presenza di persone con basso titolo di studio tra chi non frequenta le pasticcerie e tra coloro che dichiarano di non adorare i dolci ed evitare di mangiarne. E a dispetto di quel che solitamente si crede, la pasticceria è un luogo che non provoca emozioni particolari alle persone più anziane, le quali non le frequentano quasi affatto.
Dulcis in fundo...
Un dolce: un regalo perfetto. Tante e diverse le motivazioni per cui si frequenta la pasticceria: al primo posto si va in pasticceria per comprare un dolce da regalare e quindi per il piacere degli altri, ma anche per mangiare (a colazione o a merenda) e per il proprio piacere, soddisfare la propria golosità oppure gratificarsi.
Il fascino della pasticceria incanta anche i meno golosi. Appena entrate in pasticceria, il 73% delle persone vengono ‘tentate’ dai dolci. La pasticceria non smette di essere una tentazione anche per coloro che si dichiarano non golosi: il 45% di chi non ama i dolci, infatti, una volta in pasticceria, vorrebbe subito assaggiare un dolcetto se non addirittura comprare e poi mangiare tutto!



Dai dolci la memoria del futuro
La tradizione dolciaria di Prato ha una lunga storia. Il primo riferimento ai famosi biscotti di Prato si trova in un manoscritto del ‘700 conservato nell’archivio di stato cittadino. La notorietà intorno a questo prodotto arrivò nella seconda metà dell’800 quando  i “Biscotti di Prato” vennero consacrati a fama mondiale nel corso dell’esposizione universale di Parigi del 1867 dove ottennero una menzione speciale. Sono prodotti che hanno girato il mondo insieme ai tessuti di Prato e sono stati ambasciatori e testimoni preziosi del gusto e della creatività pratese e italiana.
E’ intorno a questo prodotto, semplice e straordinario allo stesso tempo, apprezzato da Pellegrino Artusi e citato da Hermann Hesse, che da più di un secolo si è progressivamente sviluppata un’intensa attività dolciaria fatta di tradizione e innovazione. E’ grazie all’esperienza tramandata nei secoli e alla voglia di sperimentare, innovare e fare tendenza dei pratesi che nasce ad esempio sempre a  Prato  l’originale torta “setteveli” ideata da Luca Mannori e premiata nel 1997 durante il campionato mondiale di pasticceria.

La vittoria in questa manifestazione, istituita nel 1989 sulle orme del Bocuse d’Or, concorso internazionale riservato ai cuochi professionisti, e riconosciuta come il premio più ambito della categoria, ha rappresentato uno stimolo per tutto il settore che in questi 10 anni ha raggiunto dimensioni significative e un livello di qualità di riferimento assoluto.
Ecco perché  circa 40 laboratori di pasticceria e una diecina di biscottifici artigianali sono una realtà piuttosto sorprendente per una provincia di 245.000 abitanti, è in questo distretto che si parla anche di chocolate valley.
Così se la pasticceria fresca rappresenta un vero e proprio sistema di qualità con molte aziende di eccellenzaDulcis in fundo... che fattura circa 25 milioni di euro che danno lavoro ad oltre 400 persone si stanno affacciando nuovi prodotti, nuovi sapori, nuove tendenze ed anche nuove strategie di mercato che si innestano sulla tradizione. 
Questo connubio tra eccellenza produttiva e continua ricerca, uniti alla  tenacia nel voler mantenere un livello assoluto di qualità rappresenta un forte elemento di distinzione anche sui mercati internazionali. I prodotti della pasticceria pratese richiedono canali di distribuzione e luoghi particolari; la genuinità e l’assenza di conservanti comportano un tempo di consumo in genere non superiore ai 90 giorni dalla produzione e si comprende quindi quali difficoltà devono superare le imprese per raggiungere i mercati esteri. 

Selezionare i canali, ottimizzare le spedizioni, conoscere le normative alimentari specifiche di ogni paese, avere un’immagine coerente dei punti vendita, sono grandi ostacoli che queste aziende devono superare e che stanno superando non solo su mercati   vicini come Germania e Francia ma anche su quelli extra-europei. I prodotti della pasticceria pratese si trovano non solo negli Stati Uniti e in Canada ma anche negli Emirati Arabi, a Taiwan e persino nelle Antille Olandesi.
Certo, le quote di export non sono ancora straordinarie ma significative e in crescita.  E’ la dimostrazione che anche in un mercato sempre più globale e legato alle grandi strutture distributive vi sia spazio per le piccole aziende artigiane che, non accettando i diktat della standardizzazione e dell’uniformità dei gusti e dei sapori, fanno del radicamento territoriale e della storia locale un elemento forte di competitività e di immagine.
“Dolcemente Prato” è anche questo: uno straordinario esempio di collaborazione e cooperazione tra imprese artigiane, la dimostrazione che si può attraversare la modernità dell’oggi mantenendo la memoria della propria storia nella convinzione che regalare piccoli momenti dolci e colori e sapori aiuti la convivialità e il rispetto nei rapporti tra gli uomini e tra civiltà.

Info: www.dolcementeprato.com


IL SETTORE DOLCIARIO IN ITALIA
Il settore dolciario è una componente dinamica e importante del sistema manifatturiero italiano e contribuisce in modo significativo al Made in italy grazie ad una buona propensione all’export.
Nel 2006 la produzione dolciaria è stata di 1.750.000 tonnellate per un valore superiore a 10 miliardi di euro con un incremento in valore dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Cresce il comparto della cioccolateria (+2,7%) risulta stabile quello dei prodotti da forno mentre registrano una leggera flessione gelati e confetteria.
L’export ha fatto da traino al settore con un incremento del 7,8% in quantità e del 9,8% in valore (quasi 2 miliardi di euro) invertendo la tendenza negativa che nel corso degli ultimi anni aveva una dinamica dell’import superiore a quella  dell’export.
La dinamica dei consumi interni registra invece un segno negativo (-2,5%) che si inserisce nel quadro generale di stasi della domanda interna.

Consumi pro capite per anno:
Italia          25,5 kg
Regno Unito      58,5 kg
Danimarca 41,4 kg
Finlandia   39,2 kg
Consumi medi pro capite giornalieri in italia: 69 grammi (fonte: AIDI)

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