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La lunga attesa è finita: è uscito Porcokiller
Porcokiller. La consacrazione di un editore e di una collana
I racconti di questa nuova raccolta regalataci da Morganti sono firmati Marco Buticchi, Andrea Carlo Cappi, Danila Comastri Montanari, Piergiorgio Di Cara, Bruno Gambarotta, Leonardo Gori, Giulio Leoni, Lucio Nocentini, Giuseppe Pederiali e Giuseppina Vallesi.
“La lunga attesa è finita: è uscito Porcokiller, l’antologia della collana Cattivi Golosi più richiesta a gran voce dagli appassionati dei gialli e del buon cibo. Si sa, del maiale non si butta via niente, tantomeno l’indole cattiva, che diventa quindi il filo conduttore per 10 saporiti e velenosi racconti.”
Cominciamo col dire che Porcokiller ha un ulteriore vantaggio su tutti gli altri titoli di quella che è stata forse la collana più originale di racconti gialli uscita in Italia negli ultimi anni. Il termine Porcokiller non è solo un titolo omologo agli altri della collana, ma è anche l’unico (e come poteva non esserlo?) che è insieme un insulto, sacrosanto (forse l’’aggettivo non si inserisce bene nel contesto, ma col maiale saltano tutti gli schemi, si pensi all’importanza iconografica, sacra e profana, che riveste nella pittura classica) per i veri, reali killer o solo delinquenti di ogni tipo che infestano la nostra società.
Approfittiamo dunque di questa occasione non solo per aggiungere qualcosa alla segnalazione del volume comparsa nel precedente numero di MenSA, ma per spendere qualche parola sull’intera collana.
Sul volume in sé, nessuna obiezione a chi, nel risvolto di copertina, ha parlato di “intriganti gioielli letterari”, anche perché tutti i racconti …raccontano anche dell’impegno e della ricerca di originalità, di fantasia “maialesca” che gli autori, consapevoli di trovarsi di fronte a un tema che avrebbe “fatto testo”, si sono davvero sforzati, riuscendoci, di dare il meglio di sé. La materia è la più varia, abbiamo le nostre preferenze, ma ci avvaliamo della facoltà di non rivelarle. Accontentatevi di sapere qual che vuole farci sapere l’editore:
Marco Buticchi ci mostra il commissario Gracili alle prese con insaccati non proprio commestibili; Andrea Carlo Cappi conduce il suo Cacciatore di Libri a un cocktail party in cui tutti vogliono uccidere tutti; Danila Comastri Montanari ci riporta nel '500 per raccontare di un maiale processato per omicidio; Piergiorgio Di Cara invita l'ispettore Salvo Riccobono a vedere come si uccide il maiale... e non solo; Bruno Gambarotta inguaia il commissario Donato Garzullo per un quadro che raffigura un maiale martirizzato `alla san Sebastiano'; Leonardo Gori, nella Toscana invasa dalle truppe tedesche, racconta di Bruno Arcieri alle prese con un cadavere e un maiale; Giulio Leoni invischia il Vate Gabriele d'Annunzio in un complotto medianico; Lucio Nocentini muove Wilma De Angelis per scoprire chi, a Milano, uccide donne anziane a colpi di zampone; Giuseppe Pederiali invita l'ispettrice Camilla Cagliosti a una maialata nella sua Modena e Giuseppina Vallesi scrive di suor Ignazia, investigatrice tra santini e maiali.
In quanto alla collana, è pur vero che Porcokiller si candida a essere il fulcro dei crimini gastronomici in essa raccontati, ma si fa fatica, anche a livello di qualità a considerare “minori” gli altri titoli (ricordiamo alcuni racconti magistrali di Enokiller, Pastakiller, Caffèkiller, ecc.), ma c’è qualcosa di più generale che va considerato. Augurando alla collana, per la sua originalità (potremmo arrischiare genialità), lunga vita, ci troveremo alla fine con una sorta di enciclopedia “fantastica” dei delitti in chiave gastronomica. Alla fine, materiale preziosissimo per i cultori del thriller gastronomico, ma anche, perché no?, dei praticanti del genere. Inoltre, la collana in sé, i nomi degli autori, la qualità dei racconti fanno di questa serie di volumi uno dei contributi più rilevanti per assegnare al poliziesco italiano contemporaneo il primato nel genere “gastronomico”, con nomi (ci perdonino tutti gli altri, ne facciamo pochi a nome della “categoria”) quali Camilleri, Comastri Montanari, Varesi, Vichi…che sono solo i “portabandiera” di quello che è ormai un piccolo esercito. Nulla togliendo, perché nulla si può loro togliere, alla grandezza di “fuoriclasse” quali Vazquez Montalban, Izzo, Markaris, Parot.
Lo stesso discorso fatto per la collana in questione, ci sembra che tutta l’attività editoriale di Morganti, la continua e seria ricerca di sempre nuovi spunti, filoni, variazioni sul tema gastronomia (un esempio su tutti il clamoroso successo dell’irresistibile Codice Gianduiotto di Bruno Gambarotta) ne facciano un editore di punta, un riferimento importante per questa stagione particolarmente fertile dell’editoria gastronomica italiana.
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