Incontro a Parma con Mariann Fischer Boel commissaria all’Agricoltura dell’UE
Prosciutto di Parma e Parmigiano-Reggiano due diamanti europei
di Valerio Grancoris
Mariann Fischer Boel, Commissaria Europea all’Agricoltura, accompagnata da Daniele Bianchi, responsabile delle Indicazioni Geografiche, ha visitato la produzione del Formaggio Parmigiano-Reggiano e del Prosciutto di Parma.
La visita a Parma fa parte di un viaggio in Italia durante il quale la Commissaria Europea ha voluto incontrare due delle realtà più importanti nel panorama mondiale delle Dop, spesso prese come modello per le strategie di promozione e di difesa contro l’agropirateria. Questa mattina Mariann Fischer Boel si è recata presso il Caseificio San Lucio di Sala Baganza (Pr) e presso il prosciuttificio Slega di Langhirano (Pr) per conoscere più da vicino le peculiarità della lavorazione dei Re dei Formaggi e dei Prosciutti. Un’occasione per incontrare i presidenti dei due Consorzi: Stefano Tedeschi (Prosciutto di Parma) e Giuseppe Alai (Parmigiano-Reggiano) e per riflettere sui punti di forza e debolezza dei comparti.
Durante l’incontro – che si è tenuto presso il Museo del Prosciutto in Langhirano – il Presidente Giuseppe Alai ha parlato degli abusi della denominazione e dell’attesa della sentenza della Corte di Giustizia sulla vicenda "parmesan". Ha inoltre evidenziando la necessità di una sistema europeo più efficace per la lotta alle contraffazioni ricordando che il Parmigiano-Reggiano è uno dei prodotti più imitati nel mondo.
Ha inoltre ribadito l’importanza di avere opportuni strumenti per trovare equilibrio nei mercati, soprattutto in prospettiva di una modifica del sistema delle quote latte, ed ha sottolineato la necessità che le DOP abbiano strumenti di gestione produttiva efficaci, per consentire di affrontare le nuove dinamiche economiche. Alai ha concluso il suo intervento sottolineando la necessità di avere presto l'approvazione alla modifica del disciplinare che prevede il confezionamento nella zona di origine per proteggere la qualità del prodotto e per dare al consumatore dell'Unione europea una maggiore garanzia sull'autenticità del Parmigiano-Reggiano.
"Questo incontro – ha dichiarato Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano - è una grande occasione per sottolineare il peso economica diretto e indiretto delle nostre produzioni d'origine, fortemente radicate nel territorio, e per questo indispensabili per la conservazione dell'ambiente, soprattutto nelle zone marginali, e delle tradizionali produzioni agroalimentari. Questo patrimonio va tutelato e in questa opera sentiamo vicino a noi l'Unione europea nella continua lotta contro le contraffazioni che danneggiano i produttori e, soprattutto, ingannano i consumatori. Attendiamo a breve la sentenza della Corte di Giustizia europea sul caso "parmesan" e ci auguriamo che sia confermato questo temine come "non generico" a tutela del nostro Parmigiano-Reggiano e perché il sistema di protezione delle Indicazioni Geografiche possa fare un ulteriore passo in avanti. Inoltre, per consentire di affrontare le nuove dinamiche di mercato, è necessario che le DOP abbiano strumenti di gestione produttiva, per implementare quanto previsto dai piani produttivi".
Stefano Tedeschi, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma, ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda la protezione delle Dop a livello internazionale. Se per il Parma le cose sono relativamente semplici su scala europea (il regolamento 510/06 consente di contrastare abusi, frodi e contraffazioni), nei paesi extraeuropei la situazione è molto più complessa.
Il caso Canada è un chiaro esempio della mancanza di strumenti legali per contrastare gli abusi oltreoceano. In Canada, uno dei principali mercati extraeuropei per il prosciutto coronato, il Parma è costretto a “cambiare nome” ed a proporsi sul mercato come “the original prosciutto”. E questo perché un italiano trapiantato in Canada ha registrato il marchio Parma e lo ha venduto ad una multinazionale che ora lo utilizza per vendere i propri salumi che nulla hanno a che fare con la Dop Prosciutto di Parma. Ciò significa che a livello internazionale non esiste un reale riconoscimento del valore del legame con il territorio, ma si continua a ragionare esclusivamente seguendo la logica del trademark.
Il Consorzio del Prosciutto di Parma sta spendendo energie e risorse per spiegare all’ala scettica del WTO che le Dop non sono brand, ma espressioni della cultura di una ben precisa zona di origine. In altre parole, il Prosciutto di Parma non è solo il nome di un prodotto. Dire che è il Prosciutto di Parma è una Dop significa esplicitare che si può fare solo a Parma perché solo qui esistono le condizioni climatiche, culturali e umane necessarie a produrlo.
Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano sono membri attivi della Rete Origin, la rete internazionale per la difesa e la promozione delle indicazioni geografiche che è stata fondata nel 2003 e che riunisce produttori provenienti da oltre trenta paesi del mondo. Origin chiede al WTO che tutti i prodotti ad indicazione geografica possano godere della protezione più efficace di cui beneficiano i vini e gli alcolici.
Tedeschi ha concluso il suo intervento ringraziando la Commissaria Europea per il sostegno nella promozione delle Dop a livello internazionale, ricordando che i fondi dell’Unione Europea sono fondamentali per le attività di promozione consortili. I Consorzi del Prosciutto di Parma e del Parmigiano-Reggiano stanno portando avanti insieme un progetto triennale negli Usa cofinanziato dall’UE con un budget pari a 4 milioni di euro. Contemporaneamente, è stata annunciata proprio qualche giorno fa l’approvazione di un nuovo progetto promozionale che vedrà Prosciutto di Parma, Parmigiano-Reggiano e Porto protagonisti in Giappone. Si tratta dell'unico progetto italiano che coinvolge anche prodotti di altri paesi; in questo caso il Portogallo. Il programma prevede una combinazione di azioni informative e promozionali, durerà tre anni e nasce dalla volontà di promuovere il valore delle indicazioni geografiche al di fuori del territorio Europeo. Il budget complessivo è pari a 3,6 milioni di euro.
“Grazie ai fondi dell’Unione Europea, Prosciutto di Parma e Parmigiano-Reggiano stanno portando avanti diversi progetti promozionali che hanno come obiettivo quello di promuovere il concetto di Dop sui mercati terzi – ha affermato Stefano Tedeschi, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma – Contiamo sul supporto dell’Unione Europea per ottenere, anche al di fuori dell’Europa, una sufficiente protezione legale che ci permetta di combattere gli abusi sul nome, le contraffazione e gli atti di agropirateria in generale. Per quanto riguarda il mercato interno, stiamo inoltre sollecitando la Commissione Europea affinché dia concrete ed urgenti risposte normative alle seguenti problematiche: l’impiego a livello europeo dei prodotti DOP e IGP come ingredienti nelle preparazioni alimentari e nelle varie denominazioni di vendita di prodotti composti, l’evidenza e la differenziazione dei loghi comunitari DOP/IGP/STG nelle etichette dei prodotti”.
Nella foto, da sinistra: Stefano Tedeschi, presidente Consorzio del Prosciutto di Parma - Fischer Boel, Commissaria Europea all'Agricoltura - Vincenzo Bernazzoli, presidente Provincia di Parma - Stefano Fanti, direttore Consorzio del Prosciutto di Parma.
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