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MenSA intervista l’autore Gabriele Cremonini
CiBò, un libro imperdibile per i cultori della gastronomia bolognese
di Sandro Malossini CiBò, un viaggio in 100 tappe nella  gastronomia, nella storia e nella cultura del cibo a Bologna

Per le edizioni Pendragon di Bologna è uscito in questi giorni un godibilissimo libro di Gabriele Cremonini: CiBò, un viaggio in 100 tappe nella gastronomia, nella storia e nella cultura del cibo a Bologna.

Abbiamo incontrato l’autore alla vigilia della prima presentazione del volume, tenutasi nel salone Carracci della sede dell’ ASCOM a Bologna, mercoledì 5 dicembre.

Un libro su Bologna, raccontata a partire dal cibo, come suggerisce lo stesso titolo, “CiBò” …
Checchè se ne dica, Bologna è stata, è e sarà una delle capitali italiane del mangiar bene. Lo diceva l’Artusi, e lo confermano oggi tanti lombi illustri che si siedono a tavole imbandite con antica sapienza. Questo libro propone, attraverso cento brevi racconti, una lettura della città e del territorio che passa … per la gola. Perché da queste parti la Storia si è fatta anche e soprattutto a tavola. Così, in tempi di economia globalizzata e di fast food, è curioso e anche divertente andare a riscoprire tradizioni, usi e aneddoti dimenticati. Non tanto per rievocare il bel tempo che fu, che viene guardato senza alcun rimpianto, cavalcando i mutamenti anche in tavola, quanto per riscoprire il gusto delle nostre radici, e perché no, per … riassaporarle, a volte con un pizzico di nostalgia.


Anche la tavola si adegua dunque alle mutate esigenze dell’oggi, o a Bologna resiste una salda tradizione?
A Bologna i saperi legati al mangiare sono nelle ossa – ma oggi si direbbe nel dna – della gente, e capita che anche i bolognesi acquisiti, quelli che non hanno il pedigree insomma, come per magia imparano a fare i piatti di qui: magari non benissimo, magari solo qualche volta, ma li fanno. La storia di Bologna e la storia del cibo hanno proceduto nei secoli di pari passo: campagne fertili, maiali grassi, vino copioso, nel nome del cibo sono nate fortune e signorie, e la cultura che cresceva con l’Università ha fatto il resto, creando e propagando da Bologna, crocevia naturale per l’Italia e l’Europa, il mito della “grassa” e benestante città. I tempi cambiano, ma alcuni “perché” restano. Così, un po’ per soddisfare la curiosità, risvegliare la memoria e, soprattutto, strappare un sorriso, ho cercato di raccontare Bologna, la sua “anima” ma anche un po’ d’Emilia Romagna partendo dall’ottica del cibo, che in molti casi ha condizionato fatti, eventi, piccoli e divertenti aneddoti. Niente a che vedere con una storia del cibo, né tantomeno con una storia di Bologna: solo piccoli racconti, magari inaspettati, da consumare con l’acquolina in bocca …


Sei un autore davvero prolifico, in un anno hai “sfornato” tre libri …
E’ una vita che scrivo, mai per me ma per altri. Giornali, riviste, teatro, tv, radio, pubblicità. Avevo tante storie nel cassetto, e ho mandato il mio primo romanzo a Roberto Roversi, per avere un parere. E’ stato lui ad incoraggiarmi a pubblicare con Pendragon il mio primo “lungo racconto”, “Sputasangue”, che si è aggiudicato il premio “Rhegium Julii” 2007 per le opere prime. Sempre per Pendragon ho pubblicato “BO-stick. Viaggio tra cento misteri e curiosità di Bologna e del suo territorio”, ed ora questo “CiBò”.


Grazie Gabriele, quindi: buona lettura o buon appetito?

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