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Rievocazione storica della vendemmia del Medioevo dai Conti di Collato
Vigne nel tempo
di Piero Valdiserra

Un tuffo all’indietro nel passato di oltre 600 anni, precisamente nel 1345. Ai piedi del Castello di San Salvatore Collalto, in provincia di Treviso, si susseguono scene emozionanti di vita medievale: la vendemmia, la pigiatura dell’uva con i piedi, la caccia con il falcone, l’animata vita delle botteghe artigiane, i funambolismi dei giocolieri e dei musici, le parate degli armigeri.
Parliamo della terza edizione di “Vigne nel tempo”, la rievocazione storica della vendemmia del Medioevo svoltasi a fine settembre a Susegana, nelle grandi, bellissime tenute dei Conti Collalto, e confortata da un grande successo di pubblico.
È dal Medioevo infatti che i Conti Collalto producono vini. Di antichissima origine longobarda, i Collalto affondano le loro radici familiari nella storia della Marca Trevigiana. Attorno all’anno Mille governano, con il titolo di Conti di Treviso, la stessa città. Tra il XII e il XIII secolo si stabiliscono tra le Prealpi e il Piave, dove erigono i Castelli di Collalto e di San Salvatore (in quest’ultimo si svolgono ancora oggi diverse manifestazioni culturali e, da qualche anno, “Vino in villa”, la principale kermesse organizzata dal Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene).

Castello di San Salvatore Collalto e vigneti

L’Azienda Agricola Conte Collalto dispone oggi di 250 ettari di terreno, in gran parte adibiti a vigneti (142 ettari), quindi a pascolo, seminativi e bosco. Tutta la filiera produttiva, dalle operazioni di vigna alla vinificazione in cantina, è posta sotto il suo controllo. La produzione attuale è di circa 850mila bottiglie l’anno, di cui 550mila di Prosecco DOC, nelle sue varie versioni, e 300mila di vini rossi (7 varietà) e bianchi (10 varietà). Per quanto concerne il Prosecco, l’Azienda è fra le più grandi realtà private che producono questa varietà; nel novero degli altri vini, spiccano in particolare gli Incrocio Manzoni, ottenuti da una lunga e accurata selezione nel corso dei decenni, e il raro Wildbacher, portato dalla Stiria austriaca nella Marca Trevigiana proprio da un Collalto.
A completare il portafoglio aziendale vi sono anche una grappa e un olio extravergine d’oliva (l’ulivo, pianta mediterranea per eccellenza, tra i vigneti e i boschi locali ha trovato un ideale microclima).

La cantina aziendale, un esempio straordinariamente conservato e integro di architettura industriale di inizio Novecento, vanta la presenza di botti centenarie, ormai adibite a una funzione essenzialmente museale, e impianti di vinificazione di avanguardia.
Dal punto di vista squisitamente commerciale, l’Azienda Agricola Conte Collalto ha fatturato nel 2006 una cifra d’affari complessiva di 4 milioni di euro, per il 69% realizzati in Italia e per il 31% all’estero. Per quanto riguarda la canalizzazione, il 70% viene commercializzato attraverso il settore Ho.re.ca., mentre la restante parte viene venduta direttamente attraverso lo spaccio aziendale.
Venendo alle vendite nei Paesi esteri, la Germania rappresenta il primo mercato. Al secondo posto si piazza il Nord America; vengono poi nell’ordine la Svizzera, l’Austria, l’Olanda, l’Inghilterra, il Giappone. Molto interessanti e ricettivi, in prospettiva, si stanno rivelando anche i mercati indiano, coreano e cinese.

Rievocazione storica, cavalli e cavalieri tra i vigneti

La Principessa Isabella Collalto de Croÿ, al vertice dell’Azienda dal luglio 2007, in considerazione delle potenzialità produttive sia in vigna sia in cantina, si pone l’obiettivo di raggiungere nel breve termine il traguardo del milione di bottiglie annue. (Info: tel. 0438 738241, fax 0438 73538, www.cantine-collalto.it).

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