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Compie un secolo e cinque lustri il celebre incrocio viticolo
Buon compleanno Müller  Thurgau!
di Orazio Latini

Compie nel 2007 la bellezza di 125 anni il Müller Thurgau, l’incrocio viticolo ideato dal professor Hermann Müller di Thurgau, nella Svizzera tedesca – da cui il nome del vitigno. Il genetliaco è stato celebrato venerdì 6 luglio 2007, in occasione della XX Rassegna Internazionale del Müller Thurgau di Cembra, in un convegno significativamente intitolato: “1882 – 2007: 125 anni di vino, 20 di Rassegna Internazionale. Müller Thurgau: origini e virtù di un vino sempre in prospettiva?”.

 Bottiglie di Mueller Thurgau

Al convegno hanno preso parte, come relatori, insigni personalità del mondo della ricerca (Attilio Scienza, Rudolf Ries, Stella Grando, Fulvio Mattivi) e della produzione (gli enologi Francesco Polastri e Mario Pojer); a moderare i lavori è stato chiamato Carlo Cambi, già direttore de “I Viaggi di Repubblica”.

Correva dunque l’anno 1882 quando nacque il Müller Thurgau, e la data non è casuale: in quel torno di tempo l’Europa vitivinicola era aggredita da diverse calamità naturali, quali l’oidio, la fillossera e la peronospora, e ciò costituì uno sprone a investire nella formazione e nella ricerca applicata, con la creazione di istituti specializzati come San Michele all’Adige, Friburgo e Geisenheim. E proprio a Geisenheim operò il professor Müller, cui si deve la creazione di quell’incrocio – il Müller Thurgau appunto – che ancora oggi porta il suo nome.

 Vigneti di M.T. in Valle di Cembra

Nel nostro Paese il Müller Thurgau è giunto nel dopoguerra, a Conegliano Veneto, e ha trovato un ambiente d’elezione soprattutto nella bellissima Val di Cembra, in Trentino, una valle che ha visto il suo paesaggio agrario letteralmente “disegnato” da questa varietà. Ed è proprio la Val di Cembra che oggi sembra in grado di fornire il maggior valore aggiunto al Müller Thurgau di produzione italiana:

  • Dal punto di vista della ricerca, le produzioni trentine stanno sperimentando incroci con altre varietà pregiate, come ad esempio il Trebbiano Toscano, il Viognier e il Moscato;
  • Dal punto di vista produttivo, l’estensione dei vigneti cembrani al di sopra dei 600 metri di altitudine dimostra di conferire al vino maggiori note aromatiche, e apre interessantissime prospettive in vista dei cambiamenti climatici in corso;
  • Dal punto di vista squisitamente enologico, molto incoraggianti sono i riscontri del Müller Thurgau nel campo della vinificazione in riduzione, ovvero l’innovativa vinificazione in ambiente privo di ossigeno: una scoperta trentina accolta con grande interesse anche in Francia;
  • Dal punto di vista dell’immagine, infine, la Val di Cembra posiziona efficacemente il Müller Thurgau come “vino di montagna”, conferendogli così tutte le sue positive valenze sensoriali, storiche, salubri, stilistiche e situazionali.

Per rispondere al quesito d’apertura del convegno, il Müller Thurgau è dunque, sì, un vino sempre in prospettiva: nel senso che procede, va avanti, fa innovazione. Ma è una prospettiva di sicura crescita, supportata com’è dai protagonisti che soprattutto in Trentino hanno raccolto la sfida di questo vino. In primis, la Cantina La Vis e Valle di Cembra, che del Müller Thurgau è al tempo stesso la più grande realtà produttiva e il maggior motore di sviluppo territoriale.

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