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La cucina domestica nella “città artusiana”
Una visita virtuale a Casa Artusi
di Rino Pensato*

Si apre al pubblico il 23 giugno 2007, nella ristrutturata ex Chiesa dei Servi, Casa Artusi, il primo centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana, un centro polifunzionale strutturato come una grande abitazione in cui sono presenti una cucina (laboratorio), una sala da pranzo, due biblioteche (Biblioteca Casa Artusi, reale e virtuale, e Biblioteca  civica), un salotto e sale (per incontri, mostre tematiche, proiezione dei film di soggetto gastronomico costituenti la consistente videoteca presente nelle raccolte documentarie). “Casa Artusi, salotto la biblioteca in cucina”, questo è il titolo delle linee progettuali definite dal Comitato Scientifico nella primavera del 2003,  riassume perfettamente filosofia e missione del nuovo istituto, la cui natura ha pochi riscontri nell’ambito della documentazione e della divulgazione della cultura gastronomica.

Se un giorno d’estate (o d’altra stagione) un viaggiatore… capitasse  a Forlimpopoli.
Immaginate (siete voi il viaggiatore) di imbattervi in un edificio (con tutta evidenza un’antica Chiesa mirabilmente ristrutturata) che reca sull’ingresso la dicitura “Casa Artusi”. Attirati dal nome, che evoca immediatamente il nome del “padre della cucina italiana”, entrate nella “suggestiva corte d’ingresso, che si affaccia su via Costa con una parete con archi e due fornici di ingresso”. Cominciate ad aggirarvi pei meandri del grande isolato. Non vi seguiremo passo passo. Ci basterà sapere che alla fine del giro, senza mai uscirne, avrete preso un caffè al bar, avrete dato un’occhiata ai cimeli artusiani, avrete osservato un discreto movimento di adulti e bambini entrare ed uscire da una biblioteca di discrete dimensioni, con qualche libro sotto il braccio, sarete entrati in una biblioteca più piccola, che una targa indica come Biblioteca Casa Artusi. Qui, incuriositi e perché siete un cultore, consapevole, della buona tavola, avrete sfogliato qualche vecchio ricettario, anche ormai introvabile, della fine dell’Ottocento o degli inizi del Novecento, scorrete il sommario dell’ultimo numero de “La cucina italiana”o di “Slow Food” o del “Gambero rosso”. E’ormai ora di pranzo. Uscite dalla Biblioteca ed entrate nel ristorante di Casa Artusi, dove consumate un buon pasto, del quale apprezzerete un che di familiare, forse a voi o forse al luogo che lo ospita, o a entrambi. Avendo tutta la giornata a disposizione, entrate nella Biblioteca grande e, preso posto su uno dei comodi divanetti dell’emeroteca o sezione periodici, sfogliate uno dei quotidiani messi a vostra disposizione dalla biblioteca. Informati nel frattempo, da un dèpliant prelevato dall’apposito la bibliotecaespositore-contenitore, che nella biblioteca specializzata visitata nel mattino, peraltro direttamente collegata a quella in cui vi trovate,  potete usufruire di una offerta di piacevoli e istruttivi servizi multimediali e digitali, vi ci trasferite. Indecisi tra la visione su lettore Dvd di un film, che vi eravate persi, di soggetto gastronomico (la videoteca di Casa Artusi ne possiede già 150 circa) e la fruizione, che potrebbe rivelarsi sorprendentemente utile, della Biblioteca virtuale collocata nel sito, visitabile ovviamente anche da casa vostra, ma giacché siete lì…, optate per quest’ultima soluzione. Scoprite il gran numero e la varietà dei servizi offerti dalla biblioteca virtuale sul tema della cucina domestica (e non solo), come , ad esempio, la possibilità di accedere alle prime 15 edizioni full text del celebre trattato del grande vecchio dalla barba bianca cui un po’ tutto nell’edificio rimanda, in forme grafiche più o meno dirette. Vi attira in particolare, nella home page del sito, l’indicazione “Le chiavi di Casa Artusi. Portale della cucina domestica”.   
Cliccate e vi trovate in di fronte una serie, sempre aggiornata e crescente, di risorse web che vi introducono, attraverso chiavi diverse (Opac, siti di biblioteche, musei, raccolte private di materiali da collezione, portali, calendari di eventi, ecc.), nel mondo, letteralmente e figuratamente, della cucina domestica (ma non solo) italiana e straniera.

Casa Artusi in una foto in Bianco e Nero Sulla biblioteca e sul portale  si dirà qualcosa di più in altra occasione.  Prima, però, torniamo al nostro viaggiatore e seguiamolo mentre conclude la sua escursione, di ricerca e di loisir a Forlimpopoli. Soddisfatto e stupito delle grandi potenzialità di studio, ricerca, informazione offerte dal portale, vi avviate (siete sempre il viaggiatore evocato all’inizio) finalmente verso l’uscita, non senza aver sostato nel punto di vendita di gadget e libri, in buona parte evocanti, più o meno direttamente, Casa Artusi, il “grande vecchio” dal quale essa trae il suo nome e quella cucina domestica della quale gli si attribuisce la paternità. Qui e nella bottega dei prodotti alimentari, anch’essi tendenzialmente coerenti con il luogo e il territorio, fisico e gastronomico-culturale in cui si trova, rinverrete quanto vi occorre per recare con voi e per voi qualche brano (o grano) di memoria del passaggio in questo centro culturale “polivalente” in misura eclatante e qualche gradito regalo “di gusto” a chi, dei vostri amici o parenti, non ha avuto la fortuna di seguirvi in questa meta turistica (e culturale), apparsa loro un tantino eccentrica e non comune (la sua apertura è d’altra parte così recente e la sua natura così inedita e composita da poterli in parte perdonare).
Se poi, prima di ripartire, siete stati informati da Casa Artusi, grazie a una  delle tante modalità  di comunicazione delle proprie attività, che, nel pomeriggio inoltrato, o la sera, in uno dei luoghi di incontro interni a esterni all’edificio, il chiostro, la cantina, il Teatro comunale, avrà luogo una manifestazione culturale o gastronomica (o di duplice natura) della specie più varia, una presentazione di un libro, un dibattito, uno spettacolo, una proiezione di film, un concerto, una esposizione, una cena particolare (tutti ispirato al motto “il cibo come cultura” – Montanari docet), allora il vostro soggiorno, magari a questo punto più prolungato, nella “città artusiana” potrà dirsi veramente  diligente e “intelligente”. In tal caso, e tanto per fare qualche esempio a caso (un caso, ma non il solo, potrebbe essere quello delle Feste Artusiane, coincidenti nel giugno del corrente anno con l’inaugurazione e l’apertura dell’Istituto), La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene potreste incappare in:  un convegno presieduto da Massimo Montanari su La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene;  un incontro sui destini dell’Osteria italiana con Mauro Grandini, Alberto Capatti, Francesco Guccini, Renzo Cremante; una presentazione del portale sulla cucina domestica, “animata” dalla presenza di Vito, interprete di storie di donne e ricette presentate dal suo autore Maurizio Garuti; una performance gastronomico musicale (Food Sound System) del geniale Donpasta selecter o il concerto La musica del vino, dedicato dai Chantango a Sergio Endrigo, con degustazione di piatti ideati da un inedito Endrigo gourmet, raccontati da sua figlia Claudia e preparati dagli chef ingaggiati per l’occasione da Casa Artusi.
Salutiamo a questo punto il viaggiatore ideale, nella speranza che Casa Artusi moltiplichi rapidamente il numero di quelli reali.

*Rino Pensato è consulente bibliografico di Casa Artusi

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