La strada del pesce in Emilia Romagna
Occhio al marchio
di Ittiophilus
100 eventi sotto il segno del pesce di qualità dell'alto Adriatico per promuovere il settore ittico e tutelare i consumatori
Venti settimane, da aprile per tutta l'estate, con manifestazioni, incontri con i pescatori e nei centri commerciali, serate enogastronomiche, lezioni di cucina, degustazioni e incontri nelle scuole. Parte in Emilia-Romagna, promossa dalla Regione e dalle Province costiere di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena, Ferrara, la campagna "Occhio al marchio - La strada del pesce", con oltre 100 iniziative in programma sotto il logo del pesce blu "Prodotto certificato Alto Adriatico", che presenta il progetto regionale di un nuovo marchio di qualità per i prodotti ittici del nostro mare.
Se da un lato aumenta il consumo di pesce nelle famiglie dell'Emilia-Romagna (+10% dal 2000 al 2004), la Regione punta quindi sulla qualità e sulla sicurezza alimentare e avvia un percorso per creare un marchio di qualità certificata del pesce, dei molluschi e dei crostacei dell'Emilia-Romagna, che tuteli i consumatori e organizzi assieme la filiera delle imprese commerciali, di trasformazione, di pesca attraverso la certificazione e i sistemi di tracciabilità.
"Con il progetto Adriatico sviluppato in questi anni abbiamo costruito una nuova grande barca per l'eccellenza del prodotto della nostra regione, organizzando tutte le imprese più significative", ha sottolineato l'assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa che si è tenuta questa mattina a Bologna, alla presenza degli assessori provinciali di Forlì e Cesena Luciana Garbuglia, di Rimini Mauro Morri e del presidente di Alma, scuola internazionale di cucina italiana, Albino Ivardi Ganapini. "E' un grande risultato - ha aggiunto Campagnoli - quello che vede le imprese riconoscersi nel marchio 'Prodotto Certificato Alto Adriatico'. Credo che così potremo dare risultati migliori ai pescatori, agli imprenditori del mare e ai consumatori"
LA CAMPAGNA
Il progetto "Occhio al marchio - La Strada del Pesce" è il programma regionale, articolato su base provinciale, per promuovere il pesce e la cultura ittica dell'Adriatico. Compito del progetto è quello di far conoscere al consumatore le differenti tipologie e l'ottima qualità del pesce dell'Alto Adriatico, puntando anche sull'educazione a conoscere e consumare di più il pesce di stagione.
Il programma prevede tre tipologie di eventi: le "Vetrine del pesce" dell'Adriatico, con iniziative presso dieci centri commerciali e dieci pescherie; le 55 serate enogastronomiche presso i ristoratori che hanno aderito all'iniziativa, con lezioni di cucina, degustazioni e la distribuzione di pubblicazioni sulle specie ittiche e la loro stagionalità. Da Comacchio a Cattolica i ristoranti saranno accomunati da un unico obiettivo: cucinare per una settimana a testa pesce certificato dell'Adriatico. Il 19 aprile la maratona partirà da San Romualdo di Ravenna per spostarsi il giorno successivo a Lido di Savio, e poi coinvolgere nei mesi di maggio, giugno e luglio tutta la costa adriatica con le province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Le serate prevedono menu a base di pesce, con chef che spiegheranno ai commensali le modalità di preparazione delle ricette.
La terza tipologia di evento è quella "In mare aperto" con incontri con i pescatori nelle marinerie storiche della costa regionale, da Goro a Cattolica, e incontri con i ragazzi e i genitori delle scuole della provincia di Rimini.
LA FILIERA DELLA QUALITA'
La novità che l'iniziativa della Regione mette in campo, presentata con questa campagna, è una integrazione e organizzazione fra le diverse imprese commerciali, di trasformazione e di pesca che hanno adottato e adotteranno il marchio "Prodotto Certificato Alto Adriatico".
Il progetto di un marchio di qualità e tracciabilità del prodotto, dalla barca al banco di vendita, che con la registrazione ministeriale diverrà a breve anche un marchio collettivo registrato e concesso dalla Regione, intende offrire la garanzia della sicurezza alimentare coinvolgendo tutta la filiera, in ogni fase della produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti. Il marchio, inoltre, mira a far crescere il consumo e il mercato del pesce adriatico poiché, mentre cresce il consumo del pesce importato, non cresce altrettanto quello del pesce prodotto fresco e lavorato locale.
Ora hanno già adottato il marchio "Prodotto Certificato Alto Adriatico" undici fra le più significative aziende regionali della pesca; tra queste tutti i principali consorzi e le organizzazioni di produttori come: il consorzio dei pescatori di Goro, il consorzio dei pescatori Linea Azzurra di Rimini, la cooperativa pescatori di Cesenatico, le associazioni dei produttori di Cattolica. Hanno inoltre già richiesto di aderire al marchio altre 15 aziende. La filiera delle imprese aderenti al marchio di qualità quindi rappresenta già il 90% delle attività di lavorazione e commercio della regione con 800 milioni di fatturato; sono oltre 600 le imprese di pesca organizzate dalle associazioni e dai consorzi aderenti all'iniziativa.
CONOSCERE IL PESCE ADRIATICO
Obiettivo della campagna "Occhio al marchio - La strada del pesce" è anche quello di rappresentare l'importanza di una educazione del consumatore alla conoscenza delle specie di pesce locale e del consumo stagionale, con la produzione e la diffusione del calendario "Le quattro stagioni del pesce dell'Adriatico" e della pubblicazione "Alimentazione sana" che presenta: gli azzurri più famosi, la dieta ai frutti di mare, fatti tentacolare dai molluschi e dai crostacei. I materiali saranno a disposizione dei consumatori in tutti i luoghi degli eventi.
Il marchio "Prodotto ittico di qualità certificata Alto Adriatico" su cui la Regione punta sarà per il consumatore sinonimo di sicurezza e affidabilità, anche nei confronti dei prodotti senza marchio concorrenti sul mercato. L'obiettivo è anche educare il consumatore a mangiare specie di pesce secondo la stagionalità delle produzioni e del pescato; in questo modo contribuirà alle politiche del contenimento del prezzo, mantenendo però elevata la qualità. La campagna è stata progettata dal comitato di indirizzo presieduto dagli assessori regionali e provinciali, con la collaborazione di esperti come Corrado Piccinetti, direttore del Laboratorio di biologia marina dell'Università di Bologna, Giulio Malorgio, docente di economia agraria dell'Università di Bologna, Daniele Tirelli, docente dello Iulm e dell'Università di scienze gastronomiche, della scuola internazionale di cucina Alma, presieduta da Albino Ivardi Ganapini e da Gualtiero Marchesi, e di Apt regionale. Partecipano al comitato anche i presidenti delle associazioni regionali dei pescatori e dei consorzi dei produttori.
I CONSUMI - IL SETTORE ITTICO IN EMILIA-ROMAGNA
Il settore ittico in Emilia-Romagna si trova di fronte a un cambiamento dei consumi, che dal punto di vista quantitativo sono aumentati di circa il 10% nel periodo tra il 2000 e il 2004, mentre la produzione della pesca marittima e lagunare è diminuita del 16% e le importazioni sono aumentate del 18%. La bilancia commerciale con l'estero dei prodotti ittici in regione presenta quindi un deficit strutturale sia in termini di quantità (-95.183 tonnellate) e in valore (-371 milioni di euro nel 2004).
Le categorie di prodotto che contribuiscono maggiormente al deficit sono quella delle conserve (-150 milioni di euro), dei molluschi (-77 milioni) e dei crostacei (-62 milioni). Riguardo alle esportazioni, pesci freschi e refrigerati rappresentano il 47% del totale (con 33 milioni di euro), seguono i molluschi con 22 milioni di euro (32%) e le conserve con 13 milioni di euro (18%).
La maggior parte delle importazioni per la categoria dei pesci vivi proviene dai Paesi Bassi (37%), mentre i pesci freschi arrivano in prevalenza dalla Turchia che da sola copre il 52% delle importazioni in Emilia-Romagna; i pesci congelati e i filetti di pesce provengono principalmente dai Paesi Bassi (44% e 30% rispettivamente), i pesci secchi salati o in salamoia dalla Danimarca (33%); infine i crostacei arrivano principalmente dall'Argentina (13%), i molluschi dalla Spagna (21%), mentre le conserve dalla Colombia (20%).
Riguardo alle esportazioni, invece, la categoria dei pesci vivi è rivolta principalmente alla Croazia (42%), mentre per le categorie dei pesci freschi, quelli congelati e i filetti di pesce l'Emilia-Romagna esporta maggiormente in Spagna (41%, 34%, 40% rispettivamente); i pesci secchi salati o in salamoia sono esportati in quantità maggiore in Grecia (68%); infine i crostacei sono destinati principalmente alla Francia (45%), i molluschi alla Spagna (77%), le conserve alla Germania (28%).
Da registrare anche la riduzione della flotta di pescherecci (-22% tra il 1997 e il 2004) e del calo di attività (-44%) che incidono sull'andamento delle catture.
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