Carnevale, festa del cibo
Come festa tradizionale degli eccessi alimentari, il Carnevale si contrappone alla Quaresima, tempo di mortificazione della gola, che precede la Pasqua.
Storicamente il Carnevale presenta una continuità accertata con Saturnalia: feste in onore di Saturno; lo stesso personaggio burlesco (Carnevale), che viene messo a morte pubblicamente dopo un lungo periodo di dissipatezze, sembra discendere direttamente dal re dei Saturnali. Nel bilancio del ciclo annuale i peccati commessi dovevano essere espiati per non gravare sull'anno seguente.
La gola era la massima espressione del peccato, che prendeva corpo un'ultima volta in rituali eccessi alimentari, in seguito ai quali cominciava il rito di purificazione rappresentato dalla Quaresima, un periodo di quaranta giorni di digiuno, che precedeva la festa di Pasqua. Originariamente si trattava di un digiuno assoluto, circoscritto ai giorni del mistero della Redenzione, poi si trasformò in unico pasto da consumare dopo il tramonto, rispettoso
dell'astinenza dalla carne e per molti secoli anche da uova e latticini. Lo scontro fra Carnevale e Quaresima divenne soggetto di celebrazioni popolari, tema allegorico di sacre rappresentazioni sotto forma di contrasti che si svolgevano sulla base di contrasti di cui esistono molti esempi dal basso Medioevo fino al III secolo. Dalla guerra usciva vincitrice la Quaresima e il Carnevale in forma di fantoccio o di animale veniva catturato, processato e condannato a morte. La battaglia fra Quaresima e Carnevale giunge a noi sotto forma di opera pittorica come espressione di una tradizione popolare. Il significato simbolico comune alla sacra rappresentazione e ai dipinti relativi a questo tema è quello della battaglia del vizio contro la virtù.
Da: Silvia Malaguzzi. Il cibo e la tavola. Milano, Electa, 2006
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