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Cibo e tradizione: un raro momento di felicità
Pincianelle in brodo di cappone, Polenta di roveglia in purea di piselli selvatici, Ficaonta e vin cotto per la mostra di Simone de Magistris un pittore visionario tra Lotto e El Greco
di Ginevra Corsaroli

Nel circuito delle grandi mostre "rivelazione", riflettori puntati quest'anno - dal 5 aprile al 30 settembre - sulle Marche e su Caldarola in particolare, autentico gioiello di architettura e urbanistica, che si rivela culla del Manierismo nelle Marche. Sorge nel cuore della provincia di Macerata ed è un piccolo centro ricco di testimonianze romane e medievali ma che si mostra oggi nel suo splendido e raffinato assetto urbano cinquecentesco. Un potente cardinale, cui Caldarola aveva dato i natali, Evangelista Pallotta, molto vicino a Sisto V, e Prefetto della Fabbrica di San Pietro, regalò alla sua città forma e dignità di una città monumentale, rispecchiando l'intensa attività sistina: facendo così di Caldarola quasi una piccola Roma.

Accanto a lui, Simone De Magistris (nato a Caldarola nel 1538 e morto nel 1613), artista di grande sensibilità, moderno, sensibile all'influenza della pittura veneziana del Lotto e Tiziano ma già partecipe e anticipatore di un gusto diverso che lascia intravedere il nuovo secolo e che lo rende protagonista di una vera e propria scuola. La mostra, Simone De Magistris: un pittore visionario tra Lotto e El Greco, oltre a far luce per la prima volta su Simone De Magistris attraverso l'esposizione di circa 80 opere (più una serie di tappe lungo un itinerario collegato), giunte da importanti musei, illustra l'intensa attività artistica che dalla fine dalla metà del '500 ai primi del '600 ha animato la realtà di Caldarola, e delle zone circostanti, centro remoto rispetto ai grandi centri, ma non periferico. In mostra artisti di straordinaria importanza che hanno avuto un ruolo decisivo sulla formazione del "nostro": Lorenzo Lotto presente con tre splendide opere, Federico Barocci con due ritratti a pastello, Federico Zuccari, il Tintoretto con L'Adorazione dei Magi e soprattutto El Greco, così raro da vedere.
La mostra è anche l'occasione per scoprire nuove opere del De Magistris: inediti che solo i più recenti studi hanno attribuito al Maestro e che per la prima volta vedremo esposti come il San Nicola da Tolentino o l'unico disegno preparatorio rimasto.



Allestita negli straordinari spazi architettonici del Palazzo dei Cardinali Pallotta, appena tornato agli antichi splendori e aperto al pubblico per questa occasione, è ideata e curata da Vittorio Sgarbi, che presiede a sua volta il comitato scientifico, di cui fanno parte tra gli altri Pietro Zampetti e numerosi esperti di arte marchigiana. Non una sede qualsiasi quella della mostra, bensì uno dei due eccezionali gioielli architettonici di Caldarola, il Palazzo per eccellenza, in cui attraverso il linguaggio pittorico e architettonico si esprime lo spirito della Controriforma. Uno spazio di straordinario fascino nel cui impianto architettonico è disegnata la stessa piazza antistante in un'ideale composizione, armonica ed unitaria. Pochissime nel corso dei secoli le trasformazioni e le aggiunte, così che oggi dopo un attento e lungo restauro gli affreschi del piano nobile e i soffitti a cassettoni ne fanno un complesso di eccezionale rilievo ulteriormente esaltato dalla mostra stessa.
Splendida la Stanza del Paradiso, la cui frescatura continua ad animare dibattiti e querelle sull'attribuzione. Un piccolo gioiello quasi nascosto e remoto, luogo di meditazione del Cardinale, dove la realtà si sublima nella favola: un paesaggio altamente lirico con una flora e una fauna esotiche e scene di caccia animate da cavalli impennati, levrieri, volatili, cacciatori. Colori vivi, festoni e puttini animano una narrazione vivace e piena di slancio, per molti versi ispirata alla decorazione di Palazzo Farnese a Caprarola e che lascia intravedere non poche citazioni dal Cavalier D'Arpino.

Usciti dal palazzo la mostra prosegue in un altro dei luoghi indimenticabili di Caldarola, il Castello Pallotta (per l'occasione riaperto al pubblico dopo una chiusura di 5 anni per restauro), un castello dal profilo fiabesco che connota fortemente il paesaggio: merlature, torri, cammini di ronda e ponte levatoio immettono, passando dalla rimessa delle carrozze e dalla selleria, all'interno, tra sala d'armi, sale affrescate, saloni con tappezzerie e arredi autentici, biblioteca, cucina, salotti. Dimora estiva del Cardinale, il castello divenne dal '500 luogo di godimento rinascimentale al quale il De Magistris portò la ricchezza e il lirismo della sua pittura.
La mostra, che ha come supporto un puntuale catalogo di Marsilio Editore, si articola anche lungo il percorso dei "Luoghi di Simone De Magistris", soprattutto attraverso le chiese del territorio circostante dove troviamo pale d'altare e affreschi intrisi di una cultura controriformista e che ci lasciano scoprire una personalità artistica capace di coniugare la sofisticata eleganza del Manierismo con l'esperienza del vivere quotidiano e del racconto, trasfigurando il dato reale in evento soprannaturale intriso di misticismo. Una personalità che rivela un ruolo importante nel contesto della pittura marchigiana. (Info: 0733.905529; 349.0571850; www.simonedemagistris.it)

Castello di Caldarola
Castello di Caldarola


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Piatti d'epoca al profumo di anice e zenzero
La mostra su Simone De Magistris è anche l'occasione per riscoprire i sapori ricchi e sontuosi dei pranzi del Manierismo marchigiano: una suggestiva incursione alla tavola elegantemente imbandita del Cardinal Pallotta nel magnifico Castello di Caldarola.
Piatti che hanno il profumo di anice e zenzero e il sapore succulento delle carni di maiale stufate o cotte nel forno, polente di farina di semola di grano duro, brodi di cappone e torte con il miele. Cuochi d'altri tempi che usavano condire i cibi con il mosto d'uva e spargevano con generosità erbe e spezie. Cuochi di oggi che in occasione della mostra e per tutto il periodo faranno rivivere le atmosfere manieriste alle loro tavole con ricette rielaborate traendo spunto da testi di gastronomi dell'epoca e creando menù ispirati al De Magistris, senza dimenticare il gusto contemporaneo.
E allora ecco sfilare: le pincianelle in brodo di cappone con scaglie di tartufo, accompagnate dal lesso del Cardinale, a seguire la polenta di roveglia in purea di piselli selvatici, pecorino stagionato e cipolle croccanti, per poi passare al maiale con mandorle e vin cotto e terminare con la "ficaonta", un dolce di tradizione popolare speziato all'anice e miele.
Il Menù è proposto da Silvano Scalzini del "Picciolo di Rame", a Vestignano di Caldarola un piccolo ristorante all'interno di un frantoio del 1500 tutto pietra e legno. (Info: Tel. 348/3316588, costo medio, vini esclusi, 26 euro).

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