Vini in passerella
Donnafugata e i "grandi marchi" italiani tornano in estremo oriente
di Nando Calaciura
Concluso con successo il tour in Russia, che nel maggio scorso ha toccato le città di San Pietroburgo e di Mosca, Donnafugata e l'Istituto "Grandi Marchi", a un anno dalla prima missione in quest'area, tornano in Estremo Oriente: l'Italia del vino ha fatto tappa in Giappone, a Tokyo, il 20 e il 21 novembre, per poi presentare le sue firme più prestigiosi a Seul il 22 novembre e concludere il tour asiatico nel Celeste Impero, a Shanghai, dove si fermerà dal 23 al 25 novembre.
Nel mercato del vino giapponese, più maturo rispetto a quello cinese e coreano, il prodotto italiano si inserisce soprattutto in una fascia medio-alta ed è quindi destinato a quel consumatore che è disposto a spendere una cifra superiore alla media. La Francia rimane il primo paese fornitore di vini fermi con una quota del 61,7%, seguita dall'Italia con una quota del 13,9% e dagli Stati Uniti con il 6,5%.
Nel 2005 le importazioni di vini fermi in bottiglia sono diminuite, in valore, del 4,5%, invertendo così la tendenza positiva degli ultimi anni. Sebbene l'Italia, così come i maggiori partner commerciali del Giappone, abbia subito una contrazione in valore del 2,2%, si è registrato comunque un lieve aumento della quota di mercato che è passata dal 13,6% al 13,9% (fonte ICE, 2005). Un dato positivo che conferma il consolidamento della posizione italiana nel mercato giapponese del vino, uno dei principali mercati esteri di Donnafugata, che ha registrato un tasso di crescita medio annuo del 10% negli ultimi 5 anni. Donnafugata distribuisce in Giappone tutte le sue etichette; il Tancredi (DOC Contessa Entellina; Nero d'Avola, Cabernet Sauvignon) è il vino della casa vinicola siciliana più apprezzato nel Sol Levante.
Dopo Vinitaly Japan Donnafugata e l'Istituto "Grandi Marchi" hanno fatto tappa, per la prima volta, in Corea del Sud, dove il 22 novembre è stato presentato il progetto "Grandi Marchi" presso il Park Hyatt Hotel di Seul; alla presentazione è seguita la degustazione dei vini e una cena di gala riservata a consumatori di alto profilo e alle autorità locali.
La Corea è un mercato interessante per il suo dinamismo: le importazioni di vino del 2005 sono aumentate del 17% rispetto al 2004. In particolare le importazioni di vino italiano hanno registrato nel 2005 una sorprendente crescita del 43% e la performance di Donnafugata è stata in linea con il trend. L'Italia ha una quota di mercato del 10%, dopo la Francia (36,9%), il Cile (17,6%) e gli USA (14%), ma la sua presenza nel mercato del vino coreano è destinata ad aumentare: se guardiamo il tasso di crescita dei primi cinque paesi fornitori rispetto all'anno scorso l'Italia (43%) e' al secondo posto dopo il Cile (48%), che però gode di riduzioni fiscali. Il mercato del vino coreano è ancora in una fase di sviluppo iniziale e il fattore più importante per la competività è l'ottimo rapporto qualita'/prezzo. In Corea i vini rossi coprono il 79% del mercato (fonte ICE, 2005).
Donnafugata è entrata nel mercato coreano nel 2002 e distribuisce 8 tra le sue 12 etichette: Anthilia, Lighea, La Fuga, Sedara, Angheli, Tancredi, Mille e una Notte e Ben Ryè.
Infine l'Istituto "Grandi Marchi" ha portato la tradizione vitivinicola italiana e le sue diverse espressioni regionali e territoriali in Cina, dove Donnafugata e le altre 17 "famiglie del vino" che fanno parte dell'associazione si fermeranno per tre giorni a Shanghai: il 24 novembre al Pier One Hotel e dal 23 al 25 presso il Vinitaly China.
La Cina conta 1,3 miliardi di abitanti: un mercato con enormi potenzialità dove almeno 150 milioni di persone hanno già ora una capacità di acquisto elevata. Sono proprio questi i nuovi consumatori che Donnafugata e l'Istituto Grandi Marchi vogliono raggiungere, anche alla luce della propensione alla scelta di prodotti di gamma medio-alta.
Gli acquisti si concentrano principalmente nelle grandi città e per ora il mercato è controllato dai produttori francesi, che sono entrati per primi. Non manca comunque lo spazio per i vini italiani. Dopo moda e prodotti di lusso, il nostro vino è destinato a diventare un valido ambasciatore di quell'Italian style che i cinesi ammirano tanto.
Donnafugata ha introdotto le sue etichette nel mercato cinese nel 2005: Anthilia, Sedara, Angheli, Tancredi, Mille e una Notte e Ben Ryé sono i vini che portano un po' di Sicilia nel Celeste Impero.
L'Istituto del vino italiano di Qualità "Grandi Marchi"
L'Istituto del vino italiano di Qualità "Grandi Marchi" è l'associazione, nata nel 2004, che raccoglie 18 produttori italiani, fortemente radicati nel territorio di origine e rappresentativi della Regione di appartenenza, accomunati da una solida tradizione familiare, da una lunga vocazione vitivinicola e da un riconosciuto prestigio internazionale. Dalle Alpi alla Sicilia, le principali "famiglie del vino" italiane, tra cui, per citarne alcune, Gaja, Pio Cesare, Ca' del Bosco, Masi, Antinori, Biondi Santi, Mastroberardino e Donnafugata, sono in prima persona ambasciatrici di uno dei simboli dell'Italia nel mondo, di un settore d'eccellenza del sistema agroalimentare di qualità.
Nel suo insieme l'Istituto raggruppa un fatturato di oltre 300 milioni di euro, di cui più del 50% realizzato all'estero, concentrato nelle fasce medio-alte di consumatori; sul fronte dei mercati l'Istituto si è proposto di focalizzare la propria attenzione su alcune aree quali il Nord America, il Giappone, la Russia, l'India e la Cina, mercati strategici e caratterizzati da diversi stadi di sviluppo.
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