Anniversari agroalimentari: i 150 anni di Cirio
All'origine del "Made in Italy"
di Carlo Riva Sergoni
Oltre 10 miliardi di confezioni commercializzate (tra vasetti, scatole e bottiglie) che allineate una dopo l'altra potrebbero formare una ipotetica linea lunga più di 1.300.000 chilometri, pari ad oltre tre volte la distanza Terra-Luna: è questo uno dei primati raggiunti da Cirio, che rappresenta un importante fiore all'occhiello dell'agroindustria nazionale e la più antica impresa conserviera italiana con i suoi 150 anni di attività. Un anniversario estremamente significativo, festeggiato quest'anno con un ricco programma di appuntamenti. Le celebrazioni prevedono, tra l'altro, la presentazione del volume All'origine del 'made in Italy' e della Mostra "Rosso Pomodoro", che ripercorrono le tappe più salienti della storia di questa importante realtà dell'agroalimentare italiano, nonché l'organizzazione di "Una Festa in Rosso", appuntamento con arte, cultura ed alta gastronomia per i 150 anni della società, svoltosi giovedì 16 novembre presso il Monastero di Santa Chiara di Napoli, capitale italiana del pomodoro.
Durante la serata è stata inaugurata la mostra, che successivamente toccherà Piacenza e Bologna, ed è stato presentato il libro, che illustra le fasi più significative della prima impresa conserviera italiana attraverso la storia dei suoi protagonisti. Un'ampia e straordinaria galleria di personaggi che inizia con il fondatore, Francesco Cirio, e prosegue con la famiglia Signorini, che sviluppò l'azienda realizzando nuovi stabilimenti e ponendo solide basi nell'area partenopea. Una storia avvincente che inizia a metà dell'Ottocento, continua nel Novecento, attraversando due grandi guerre che distruggono i muri dell'impresa, ma non i sogni degli uomini che la guidano, e prosegue fino ai giorni nostri, testimoni della rinascita e del rinnovato sviluppo di questo importante marchio del "made in Italy".
Attraverso quattro sezioni ("La Storia della Cirio", "Marketing per tradizione", "L'Apporto Innovativo e Tecnologico" e "Cirio in cucina: tutto il sapore della natura"), la mostra offre un'ampia panoramica sulla nascita e la crescita della storica impresa conserviera lungo i suoi primi 150 anni di attività. Il tutto documentato da fotografie d'epoca e recenti e dalla riproduzione di suggestivi manifesti realizzati nel corso degli anni per le diverse campagne pubblicitarie di questa azienda, specializzata nella trasformazione di pomodoro ed altri ortaggi, fondata nel 1856 da Francesco Cirio, il primo, in Italia, ad adottare la tecnica dell'appertizzazione inventata in Francia all'inizio dell'800 per conservare gli ortofrutticoli e superare i problemi legati alla deperibilità di questi prodotti.
"Fin dalle origini, quindi, - sottolinea il presidente Maurizio Gardini - Cirio è sinonimo di innovazione. Grazie all'attività di ricerca e sviluppo, vero motore della crescita e del successo in questi 150 anni, l'azienda ha infatti potuto raggiungere importanti primati, incontrastati nel tempo, quali la produzione del primo tomato ketchup italiano (la Rubra) e della prima passata granulosa "Rustica", ed il continuo perfezionamento delle tecnologie applicate nei processi produttivi, in particolare per la lavorazione di pelati e polpe di pomodoro. Tecniche, evolutesi ed aggiornatesi nel corso degli anni, grazie alle quali, ieri come oggi, partendo da materie prime selezionate, assolutamente genuine e naturali, ottenute da coltivazioni controllate, Cirio può offrire ai consumatori prodotti di qualità superiore".
"Nei prodotti Cirio - ricorda il presidente Gardini - i consumatori riconoscono ed apprezzano il sapore della grande tradizione alimentare italiana. Un plus che nasce dalla vocazionalità delle aree italiane in cui vengono coltivate le materie prime e dalla grande esperienza di migliaia di produttori, che costituiscono le fondamenta su cui poggia il successo di questa azienda. Una base oggi ancora più ampia e solida da quando il gruppo cooperativo Conserve Italia, leader europeo nel settore dell'ortofrutta trasformata, ha rilevato l'azienda Cirio De Rica, acquisendone prima il 51%, nel 2004, e da pochi mesi anche il restante 49%, in questi due anni in mano a tre fondi bancari".
"Per molti aspetti - sottolinea Gardini - si tratta di un ritorno alle origini, alla passione del fondatore Francesco per il mondo agricolo (Conserve Italia associa 55 cooperative cui fanno riferimento 16.000 produttori e trasforma ogni anno oltre 800.000 tonnellate di prodotti ortofrutticoli), ad un impegno straordinario nel campo dell'innovazione e della ricerca agronomica ed industriale. Ma è, al tempo stesso, il passaggio ad un futuro fondato su capacità e successi imprenditoriali mai disgiunti da una funzione sociale che si esprime concretamente nei confronti dei produttori (con la valorizzazione di prodotti cui si lega il reddito di migliaia di famiglie) e dei consumatori, ai quali continua ad essere offerto, in una gamma estremamente ampia e diversificata, il meglio di una natura garantita, rispettata e tutelata".
"Per poter ottenere i migliori risultati dalla commercializzazione di questi prodotti, così da mantenere e rafforzare ulteriormente la nostra leadership sul mercato globale, - conclude il Presidente - intendiamo anche spingere sempre di più sull'internazionalizzazione del Gruppo, riportando Cirio ad un ruolo da protagonista sulle principali piazze del mondo. A questo proposito, attualmente siamo già presenti sugli scaffali dei punti vendita di Svizzera, Inghilterra e Benelux e, proprio in questi giorni, stiamo avviando il programma di sviluppo indirizzato a nuovi mercati quali Francia, Paesi dell'Est Europa, Cina e Stati Uniti".
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