MenSA Menu Storici e d'Autore
UserId PassWord
homepage
direzione e redazione
sommario
editoriale
le rubriche

i menu
archivio
banca dati
amici di MenSA
 
le regole del gioco le regole del gioco
di M. Montanari
MenSArIO - I blog di MenSA MenSArIO
I blog di MenSA

MenSA - la copertina


Quando cibo fa rima con informazione
Gli emiliano-romagnoli a tavola puntano sulla qualità
di Gastrophilus

Sono informati e consapevoli sull'importanza di un'alimentazione di qualità e salubre, sannoGli emiliano-romagnoli a tavola puntano sulla qualità cosa è un prodotto biologico, conoscono i marchi DOP, DOC, IGP.
Attenti, soprattutto nelle fasce di reddito più basse, al prezzo, tuttavia non lo considerano un elemento di scelta determinante. Consumano quotidianamente frutta e verdura e conoscono le iniziative sul fronte della qualità e della certificazione realizzate dalla Regione, che ottiene il primo posto tra le istituzioni sotto il profilo della fiducia.

E' questa l'immagine degli emiliano-romagnoli che emerge da un'indagine demoscopica promossa dall' Assessorato regionale all'agricoltura in collaborazione con Medec, il Centro Demoscopico Metropolitano della Provincia di Bologna e con il Dipartimento di Scienze statistiche dell'Università di Bologna. L'indagine che ha interessato un campione di 2000 famiglie (200 per ogni provincia e 400 per il capoluogo) si è svolta telefonicamente (80 le domande) nel giugno scorso e mirava a verificare comportamenti alimentari e stile di vita.

"Un risultato sorprendente - ha commentato l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni presentando oggi a Bologna la ricerca - che mostra quanto sia alta nei cittadini emiliano-romagnoli l'attenzione per la qualità alimentare. Questo ci conforta nel proseguire nella nostra politica di valorizzazione delle nostre produzioni tipiche, della sicurezza alimentare, della tracciabilità, del legame con il territorio. In un mercato sempre più agguerrito sul fronte dei prezzi, la nostra speranza è proprio affidata a questi aspetti. Ora sappiamo di avere un alleato in più rappresentato dai nostri concittadini".

I risultati dell'indagine

Decisamente più ampia del previsto la conoscenza dei prodotti biologici e dei vari marchi di qualità e di tipicità. Infatti se i prodotti da agricoltura biologica ed i vini di origine controllata (DOC e DOCG) sono conosciuti da circa 95 persone su 100, i prodotti DOP e IGP si posizionano attorno all'80%, un dato ugualmente molto positivo. Buone anche le percentuali di chi questi prodotti li consuma più o meno regolarmente. Le risposte toccano il 40% con punte vicino al 50% per i DOP/IGP e del 45% per i biologici. La provincia in questo senso più "virtuosa" appare quella di Forlì-Cesena, con consumi "regolari" vicini al 15% per i vini DOC ed i prodotti DOP e punte superiori al 18% per i prodotti bio.
Più bassa appare invece la conoscenza dei prodotti a marchio QC (71%) e tradizionali (67%). A questo riguardo Roberto Fanfani dell'Università di Bologna ha ricordato che proprio "l'Emilia-Romagna ha inventato negli anni '80 la lotta integrata con i prodotti a marchio Qualità Controllata. E' un primato europeo. Occorre continuare ad impegnarsi per farli conoscere."


Gli emiliano-romagnoli a tavola puntano sulla qualità

Le famiglie, in particolare quelle con figli al di sotto di 15 anni di età risultano nel 53% dei casi più attente ai messaggi di una corretta alimentazione. Analogamente i singles con meno di 55 anni che, più informati sulle caratteristiche dei prodotti certificati e con capacità di spesa superiore, sono forti consumatori regolari di tali prodotti. Il marchio di origine viene considerato una garanzia per: l'area di origine e/o provenienza del prodotto per il 73%, l'utilizzo di metodi tradizionali di produzione e una qualità complessiva maggiore (entrambi 66%).
Il 95% delle famiglie intervistate consuma frutta e verdura tutti i giorni ma il risultato considerato ottimale, delle 5 porzioni giornaliere, è raggiunto solo nel 7.5% dei casi. Va tuttavia sottolineato che quasi il 39% delle famiglie dichiarano di consumarne 3-4 porzioni al giorno. Nei ragazzi sotto i 15 anni la quantità giornaliera è inferiore rispetto ai genitori: l'84% ne consuma tutti i giorni (-11% nei confronti delle rispettive famiglie che si attestano al 95%) , mentre solo il 4% raggiunge le 5 porzioni al giorno (- 50% rispetto alle famiglie). I prodotti ortofrutticoli innovativi iniziano lentamente a entrare nel paniere dei consumatori. L'acquisto frequente di frutta e verdura già lavata e pronta per il consumo (quarta gamma) raggiunge il 25,7%, con valori importanti (intorno al 50%) nel caso di famiglie giovani sia singles che coppie. Mentre il dato rappresentato dalla frutta e verdura già condita e pronta per il consumo (quinta gamma), rimane ancora un prodotto di nicchia e solamente il 14% dei singles giovani (sotto i 55 anni) dichiarano di averla provata almeno una volta.

Una ostacolo al consumo di frutta e verdura è rappresentato dai frequenti pasti fuori casa: quasi il 30% di famiglie intervistate ammette di non consumare mai in questi casi frutta e verdura, parzialmente compensato da un pari 30% di famiglie che dichiara di consumarla frequentemente ma con il restante 20% dal consumo saltuario.
Al momento di decidere sulla spesa alimentare, anche se il prezzo rimane un elemento importante, gusto, sicurezza e origine del prodotto sono considerati più rilevanti.
Gli emiliano-romagnoli a tavola puntano sulla qualità
Rispetto alle condizioni economiche delle famiglie intervistate (una famiglia su due dichiara di "fare fatica a tirare avanti", un quarto di queste dichiara di "fare molta fatica", mentre all'estremo opposto solo una famiglia su nove dichiara "di non fare per niente fatica a tirare avanti"), emergono importanti differenze legate al prezzo poiché il 72% dei rispondenti nella fascia più bassa considera il prezzo estremamente importante, contro il 25% della fascia economica benestante.

Il vincolo economico appare tuttavia l'unica differenza realmente significativa tra le fasce economiche più basse e quelle più alte. Rispetto agli altri parametri (gusto, salubrità, rispetto dell'ambiente, assenza di coloranti e pesticidi, marchi di qualità ecc.) infatti si notano scostamenti tra un tipo di famiglia e l'altro significativi ma modesti. " Un dato - ha commentato Fausto Anderlini del Medec - che dimostra come si sia ormai verificato un allineamento degli stili di vita e dei consumi sui valori della qualità alimentare, a prescindere anche delle condizioni economiche".

Infine la Regione Emilia-Romagna riscuote il primo posto con un considerevole 70,2% delle dichiarazioni di fiducia da parte dei consumatori, ampiamente al di sopra dei ministeri della Sanità (52,5%) e dell'Agricoltura (51,9%)% e dell'Unione Europea ferma al 49,6%. Le iniziative regionali, legate all'uso di prodotti certificati nelle mense ed alle fattorie didattiche e fattorie aperte, sono abbastanza conosciute: più di un terzo delle famiglie le riconosce o ne ha sentito parlare.

invia questo articolo   






[I ricettari dagli utenti]

aggiornato al 24.02.2009 info@mensamagazine.it - MenSA 1997-2007©

Valid CSS!