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Anche l'acqua vuole la sua parte...
Chiare fresche e dolci acque...
di Barbara Faenza

Tutti hanno le loro preferenze… non solo alimentari ma anche riguardo all'acqua da bere: c'è chi preferisce un tipo di acqua ad un altro, chi la preferisce liscia o gassata, chi invece predilige l'acqua del rubinetto.
Alcuni personaggi di indubbia notorietà hanno e hanno avuto preferenze quasi maniacali, pensiamo al regista Stanley Kubrick che dava da bere ai suoi gatti solo acqua Evian e gli esempi potrebbero moltiplicarsi!
Viene da pensare che questo sia un vezzo della società contemporanea, eppure andando a ritroso nel tempo vedremo che non è affatto così...

Raffigurazione fiume Nilo

Raffigurazione ellenistica del fiume Nilo. Il fiume, rappresentato come un uomo con il capo ornato di piante acquatiche, si appoggia ad una Sfinge, simbolo dell’Egitto. La fecondità delle sue acque è rappresentata dalle spighe di grano che il dio tiene nella mano destra e dai 16 putti che lo circondano, rappresentazione della piena ideale del fiume di 16 cubiti. Roma, Musei Vaticani. I sec d.C.


Non berrai altra acqua all'infuori di me!
Allora come oggi anche gli antichi avevano le loro preferenze: sappiamo che alcuni grandi personaggi della storia non bevevano altro che l'acqua del loro paese, al cui gusto si erano abituati, ma che fare se ci si doveva spostare?
Erodoto racconta l'abitudine del re di Persia a bere solo l'acqua del fiume Choapas che scorreva presso la città di Susa, cosicché quando viaggiava o durante le numerose spedizioni militari, non dimenticava mai di farsi accompagnare da innumerevoli carri stracolmi d'acqua del suo amato fiume.
Brocca con acqua

Affresco con pesche e brocca con acqua. Casa dei Cervi. Ercolano. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, 45-79 d.C.

Altri sovrani dell'antichità si comportavano nello stesso modo, basti citare Tolomeo Filadelfo Faraone d'Egitto nel periodo Tolemaico, che fece accompagnare la figlia Berenice data in sposa al re della Siria, oltre che da una favolosa dote principesca anche da una preziosissima scorta di acqua del Nilo!
Un antico detto egizio recitava:" Chi beve l'acqua del Nilo una volta non può dimenticarla…"

Acqua bollita poi raffreddata.
Anticamente, in mancanza di sorgenti con acque purissime, prima di poterla bere con tranquillità l'acqua andava bollita per sterilizzarla, l'unico inconveniente ( e non da poco!) era che l'acqua trattata in questo modo assumeva un gusto insipido e spiacevole, tanto che per mascherarne il sapore e renderla più gradevole al palato veniva raffreddata, cosa assai complessa in assenza degli attuali frigoriferi.
Ateneo ( II-III secolo d.C.) riferisce il curioso modo di raffreddare l'acqua in uso in Egitto, questo sistema, verosimilmente, era impiegato da tempo memorabile sulle rive del Nilo, leggiamo insieme il brano:"
"Durante le ore del giorno essi sistemano l'acqua fresca al calore del sole, e al giungere della notte filtrano dall'acqua i primi sedimenti, per poi esporre l'acqua nuovamente all'aria in giare poste all'esterno, sul punto più alto della casa, poi, per tutta la notte due schiavi mantengono umide le pareti delle giare bagnandole con acqua. All'alba quindi riportano dabbasso le giare, e di nuovo la filtrano, ottenendo così un liquido limpido e comunque salutare… e da quel momento in poi bevono quest'acqua, che resta ghiacciata senza bisogno di neve o altro "

ragazzo che attinge acqua

Particolare del vaso François con rappresentazione di un ragazzo che attinge acqua da una fontana. Firenze, Museo Archeologico Nazionale, 570 a.C


La neve
L'utilizzo della neve citato nel testo era prassi comune nel mondo antico, le prime strutture per la conservazione del ghiaccio risalgono alla più remota antichità. Ad Ur, antica città sumerica, è stato rinvenuto un pozzo per la conservazione del ghiaccio risalente al 2000 a.C!
I re della Mesopotamia avevano sempre ghiaccio a disposizione da utilizzare durante i banchetti, per raffreddare non solo l'acqua ma soprattutto il vino e la birra. Il ghiaccio proveniva dalle montagne che si trovano a nord della Fertile Mezzaluna, ad una distanza di circa 200 km.
Cares di Mitilene, uno degli storici di Alessandro Magno, spiega nei suoi annali, come durante l'assedio di una città indiana il giovane condottiero fece scavare tre grandi pozzi frigoriferi che riempì di neve portata dalle montagne e ricoprì con rami di quercia perché questa si conservasse a lungo.
Arrivando ad epoche più recenti, bisogna ricordare le ghiacciaie che l'imperatore Adriano ( 76-138 d.C.) fece costruire nella sua villa di Tivoli, la famosissima Villa Adriana.
A Roma l'acqua piovana veniva raccolta nella case all'interno dell'impluvium, vasca rettangolare che si trovava al centro del cortile e dentro la quale si raccoglieva l'acqua grondante dai tetti; anche quest'acqua, raccolta poi in bacini o cisterne coperte, veniva bollita per renderla potabile poiché era sporca e spesso imputridita.
hermopolium Pompei

Thermopolium, bancone per la mescita di vino e bevande, dalla casa di Sallustio a Pompei

Probabilmente la forma delle coppe più antiche, a fondo piatto, era stata ideata proprio per favorire il deposito delle impurità in essa contenute e allo stesso motivo pare servissero i più antichi bicchieri fatti di legno.
A Roma l'utilizzo di neve per raffreddare qualsiasi vivanda era una moda generalizzata tra i ricchi che addirittura la consumavano come un vero e proprio sorbetto, uno di questi è descritto da Ateneo ed era composto da neve e chicchi di melograno; Plinio il Giovane ( 61-113d.C.) parla invece di un sorbetto che, a quel che si capisce doveva essere una crema ghiacciata a base di latte, uova e miele: un vero e proprio gelato ante litteram!

I medici allora come oggi, lanciavano i loro anatemi contro le bevande ghiacciate, che bloccavano la digestione, ma soprattutto puntavano il dito sulla sporcizia della neve che veniva utilizzata. Effettivamente la neve arrivava sporca dentro alle coppe dei banchettanti, a causa dei vari passaggi cui era sottoposta: dalla raccolta sui picchi innevati, al trasporto su carri, all'imballaggio nella paglia per isolarla dall'esterno e infine all'immagazzinamento in veri e propri depositi per la neve.
Seneca ( 4-65 d.C.) che condannava l'uso smodato della neve, scriveva:" ...per questa gente non c'è nulla di sufficientemente freddo... .Vedrai certuni, te lo dico, gracili e avvolti in un mantelletto e in una fascia di lana, pallidi come cenci e malati, non solo bere la neve ma addirittura mangiarla e gettarne pezzi nei calici perché ( quel che bevono) non intiepidisca tra un sorso e l'altro" ; l'utilizzo della neve era inoltre condannato come un lusso eccessivo sappiamo infatti, come riferisce il poeta Marziale (40-104 d.C.) che il costo di acqua refrigerata con neve era superiore a quello del vino!

donna alla fontana

Particolare di vaso con rappresentazione di donna alla fontana. Roma, Musei Vaticani, ca. 525-510 a. C


Acqua di mare
In alcune regioni l'acqua pura era una rarità e Plinio il Vecchio (24-79 d.C.) ha lasciato un'interessante descrizione dei differenti tipi di acqua e delle varie malattie che quelle insalubri potevano causare.
La penuria di acqua pura può essere all'origine dell'antica usanza di tagliare i vini con acqua di mare ( nell'antichità il vino andava sempre annacquato, bere vino puro era da barbari!), poiché la presenza del sale, depuratore naturale, la rendeva più sicura.
Dato l'alto costo del sale, l'acqua di mare era utilizzata anche in cucina nella preparazione della pasta di pane.

Acqua e aceto
In mancanza di neve, i Romani conoscevano altri modi per rendere l'acqua più dissetante e toglierle quel sapore insipido acquisito dopo la bollitura. Uno era quello di mescolare all'acqua una certa quantità di aceto, la bevanda così ottenuta si chiamava posca , questa bevanda era consumata per lo più dai legionari romani, cui toccava a tale scopo una porzione di aceto, che serviva a purificare anche l'acqua di dubbia provenienza.
Braciere usato per il riscaldamento dell’acqua da Stabia

Braciere usato per il riscaldamento dell’acqua da Stabia. Napoli, Museo Archeologico Nazionale, I sec. d.C.

Era imbevuta di posca la spugna che i legionari offrirono a Gesù crocefisso sulla collina del Golgota.

A qualcuno piace caldo
Non sempre si beveva ghiacciato a Roma, e anche se la moda delle bevande refrigerate con neve dilagava ovunque, c'erano persone più assennate che, quando era freddo, preferivano brindare con vino miscelato ad acqua bollente.
L'acqua calda non era un lusso riservato ai ricchi, ma si trovava ovunque per le strade di Roma, ad esempio veniva servita nei termopoli( i "bar " dell'antica Roma) che si affacciavano sulle strade più affollate, dove non mancava mai un letto di brace e un grande pentolone in cui bolliva l'acqua.

Roma e gli acquedotti
L'acqua di sorgente fece il suo " ingresso trionfale " a Roma grazie al re Anco Marzio e con straordinaria abilità i romani costruirono acquedotti che ancora oggi sorprendono per dimensioni e perfezione architettonica.
Diamo i numeri: Roma nel I secolo a:C: contava 14 grandi acquedotti che convogliavano 1 miliardo di litri di acqua di sorgente ventiquattro ore su ventiquattro alle 600 fontane presenti nella città, per sopperire al bisogno di un milione di abitanti!
L'acqua però era un bene pubblico, non arrivava alle case private, infatti la concessione di ricevere direttamente l'acqua in casa propria era riservata a pochissimi privilegiati.
Marziale si lamentava di non avere l'acqua in casa e credeva ingenuamente che adulando l'imperatore Domiziano
Acquedotto di Claudio

Acquedotto di Claudio all’altezza della via del Quadraro, presso l’Appia Nuova, 38-52 d.C.

sarebbe riuscito ad ottenere l'ambito privilegio, come era avvenuto in passato per il poeta Stazio, tutto invece risultò inutile e Marziale dovette accontentarsi dell'acqua pubblica che zampillava fresca dalle numerosissime fontane che ornavano la città eterna.

E per finire... acqua di iceberg
In conclusione non possiamo tacere l'ultima moda in fatto d'acqua: imbottigliare quella degli iceberg! Acqua pura "la più pura delle pure" recitano gli slogan, acqua risalente a millenni di anni fa quando ancora l'inquinamento non esisteva, in una parola l'acqua dei nostri antenati, l'acqua della memoria (e l'acqua non dimentica nulla!), bere questa acqua equivale a bere un emozione.
Un'emozione a caro prezzo, di fatti una bottiglia d'acqua di iceberg raggiunge il prezzo di una bottiglia di ottimo vino... cosa avrebbero scritto su quest'ultima moda Seneca e Marziale?

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