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La nuova Guida alle Città del Vino
Nel regno di Bacco

Presentata a Riva del Garda la nuova edizione della "Guida alle Città del Vino". Dopo Luigi Veronelli (1998), Alessandro Masnaghetti (1999), Carlo Petrini (2000), Burton Anderson (2001), Enzo Biagi (2002), Bruno Pizzul (2003), Jancis Robinson (2004) e Attilio Scienza (2005), a firmare l'edizione 2006 è il noto giornalista e critico enogastronomico Paolo Massobrio - direttore di Papillon, periodico di sopravvivenza gastronomica e autore de Il Golosario, la guida alle mille e più cose buone d'Italia - con un'ampia introduzione che richiama il mondo della vitivinicoltura italiana a rivalutare l'originalità dei nostri tanti territori: un patrimonio di centinaia di vitigni originali e altrettanti vini; il vero elemento di distinzione, non imitabile in Cina come in Australia, del made in Italy.
Guida alle Città del Vino 2006
Una riflessione articolata quella di Massobrio che non trascura le politiche di prezzo, l'effetto boomerang delle mode e della globalizzazione dei gusti, la grancassa di una comunicazione mediatica che spesso sale in cattedra. "Il vino, nel senso di bene di alta qualità che l'Italia può far conoscere al mondo, non potrà mai essere un prodotto di massa - sottolinea Massobrio - perché ha la sua forza nell'individualità di una collina, di un territorio, di un paese". Ed è proprio questo patrimonio che la nuova Guida alle Città del Vino intende rappresentare, il patrimonio di cultura, vitigni, itinerari enogastronomici, città, luoghi da visitare e assaporare nella rete delle 550 Città del Vino, l'associazione italiana dei Comuni Doc.

"Se il consumatore non potrà permettersi il Supertuscan, riscoprirà il Chianti dei Colli Senesi; e se lo Champagne diventa proibitivo, potrà andar bene anche il Prosecco - scrive ancora Paolo Massobrio -. In America già qualche avvisaglia in tal senso è arrivata. Ma questa, se è l'ora della verità chiama direttamente in causa i Comuni, le Città del Vino, che devono fissare il valore del loro bene prezioso, ossia il territorio".

"Come sottolinea l'autore ai Comuni e alle Città del Vino spetta il compito di fissare il valore del proprio territorio, quel bene prezioso che può rendere il vino un prodotto carico di valenze culturali - aggiunge Floriano Zambon, presidente delle Città del Vino e sindaco di Conegliano Veneto (Tv) -. E' esattamente quanto l'Associazione sta facendo da vent'anni, da quel lontano 1987 anno della sua fondazione. Proprio in occasione di questo Forum Biteg abbiamo voluto far salire sul palcoscenico la filiera del territorio, i progetti, le idee, le iniziative che messe insieme l'una all'altra, come tanti pezzi di un mosaico, rendono il nostro sistema del vino più concorrenziale".

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