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Folco Portinari, torna il romanzo della gastronomia… e altro ancora
Lo scaffale di MenSA

Il piacere della gola Folco Portinari. Il piacere della gola. Reggio Emilia, Aliberti, 2006

Il romanzo della gastronomia. A vent'anni dalla prima edizione (Camunia, 1986) si ripubblica con minime correzioni e con l'aggiunta di un nuovo capitolo Il piacere della gola di Folco Portinari: non un trattato, non un saggio, ma il diario di un gastrolettore, che degusta la pagina in bocca. Da letterato e non da gastronomo, l'autore si è dilettato, vincolato al solo criterio del divertimento, a inseguire nella propria memoria quei testi che hanno esaltato l'unione di cibo e parola. "Non c'è il piacere della gola a se isolato. come non c'è il peccato di gola, ma c'è il piacere-peccato di cenello". Il piacere della gola, infatti, non è tanto e solo quello di chi assaggia il cibo, quanto piuttosto quello di chi lo dice: è un compiacimento di parole, palabras, words, words, words un piacere sul piacere. Non foss'altro che per la centralità linguistica e simbolica del cibo nell'universo umano. E Portinari, con gran gusto, spazia, tra l'altro, dall'epicureismo di Lucrezio alla misura di Orazio, da Trimalchione e Apicio a Cocagne e Pantagruel, dall'Aretino al Folengo a monsignor Della Casa, dall'esotismo del sauvage di Rousseau all'erotismo del marquis de Sade, dall'eloquence gourmande di Grimod de la Reynière alla physiologie di Anthelme Brillat-Savarin, alla massificazione del piacere nella scienza e nell'arte di Pellegrino Artusi, dalle raffinatezze di Des Esseintes ai rimedi di Robinson Crusoe, dal marzapane di Hansel e Gretel ai torsoli di Pinocchio, ricordando il racconto dei poeti e narratori, dei saggisti e filosofi, che hanno dato voce a un universo dove per l'uomo tutto è commestibile, perfino il proprio simile.
"L'uomo è onnivoro e qualcuno ne approfitta"
"L'appetito ha qualcosa in comune col sogno, perchè è al tempo stesso memoria e allucinazione. Quando ho voglia di qualcosa non immagino forse me stesso nell'atto di mangiarla?" [Note di Copertina]



Einstein al suo cuoco la raccontava così Robert L.Wolke. Einstein al suo cuoco la raccontava così. Milano, Apogeo, 2005

Vi siete mai chiesti cosa succede ai vostri cibi nel microonde? Perchè la carne rossa è rossa (e non dipende dal sangue)? Se le pentole a pressione sono veramente a prova di esplosione? Come cavarsela con crostacei e ostriche vive? Perchè l'acqua bolle? Leggere questo libro e le ricette che lo accompagnano sarà come mettersi ai fornelli con uno scienziato al vostro fianco, pronto a spiegare divertito tutti i fenomeni chimici e fisici nascosti nei vostri gesti e nei vostri piatti.
Einstein al suo cuoco la raccontava così" affronta con molta chiarezza e semplicità i vari aspetti del cucinare (dalla spesa al supermercato al piatto pronto in tavola) analizzando con occhio scientifico i diversi metodi di preparazione dei cibi, dando preziosi consigli per ottenere piatti prelibati.
Lettura piacevole e istruttiva, consigliata a tutti: dagli amanti del cucinare (e del mangiare) fino ai semplici curiosi che non si accontentano di vedere che le cose accadono ma vogliono anche sapere il come e il perchè.



Ricette d'evasione Daniela Basti e Clara Ippolito. Ricette d'evasione. Roma, Cucina & Vini, 2005

Un libro per tutti, che soddisfa allo stesso tempo il gusto per la narrazione e per la tavola. Un manuale di sopravvivenza culinaria in senso letterale e metaforico per "evadere" dalla vita reclusa ma solo attraverso i sapori di un piatto e dell'anima.

Non un ricettario tout court, anche se contiene parecchie ricette, ma una serie di racconti che svelano tutto il "buono" che c'è dentro il carcere.
"Sulla fiamma del fornelletto da campeggio si scalda una vecchia pentola d'alluminio.
Dalla grglia che chiude la finestra passa un sole che scotta e tiene caldo il pane arabo appena cotto su una piastra improvvisata. Ciro sta preparando una julienne di peperoni rossi, Carlos affetta la cipolla sottile. Per farlo, dato che i coltelli sono loro vietati, utilizzano i coperchi di due scatole di pelati appena aperte. Quando l'acqua bolle, il peruviano Ruiz è pronto a calare gli spaghetti. Scene di vita quotidiana da una delle tante carceri italiane dove ogni giorno migliaia di detenuti cucinano il proprio pasto in cella. "Certo cucinare in carcere non è facile, ma il cibo è per molti un modo di mantenere un legame forte con il fuori, con il proprio passato e con il proprio futuro di uomini liberi" notano i ragazzi dell'Associazione Vic (volontari in carcere) che, insieme al Cisdi (circolo informazione detenuti stranieri) hanno tenuto 150 ore di lezioni di cucina nel carcere di Rebibbia.
Da quest'esperienza è nato il libro "Ricette d'evasione" di Daniela Basti e Clara Ippolito. Un libro che racconta la cultura culinaria del carcere, dove i principali ingredienti sono fantasia e manualità. Un libro sulla "cucina dell'impossibile", che raccoglie ricette struggenti - veri e propri "autoritratti culinari in cella" - ma non solo, attraverso i racconti gastronomici di una ventina di detenuti." [Fulvia in: http://www.lachambre.it/modules.php?name=News&file=article&sid=596]



Cuore di cuoco Volfango Soldati. Cuore di cuoco. Bresso (MI), Hobby & Work Publishing, 2004

Una vita di avventure, una vita di cinema, una vita di cucina. Il cibo come metafora del divenire, sintesi dell'enigma dell'esistenza.
Tutta questa esperienza diventa un libro di memorie e di ricette dove Volfango Soldati, figlio dello scrittore e cineasta Mario, egli stesso attore, fotografo, cuoco e grand gourmet, ci fa partecipi di un'esperienza gastronomica e artistica che lo ha visto attento protagonista a fianco delle figure più importanti della cultura e del cinema italiano, da Federico Fellini ai filmaker della "Holliwood sul Tevere", di cui ha raccolto confidenze, aneddoti, episodi e ricette di cucina.



Cucina per single da soli... o in compagnia La Cucina Italiana, Cucina per single da soli... o in compagnia. Piemme, 2006

Chi l’ha detto che i single mangiano solo pane e surgelati? Perché vivere da soli non vuol dire rinunciare al piacere della buona tavola, il giusto premio dopo una giornata di lavoro, una coccola indispensabile per godersi a pieno la propria indipendenza. Dall’esperienza de “La Cucina Italiana”, tante idee e utili suggerimenti per cucinare strepitose ricette “monodose”, dalle più rapide e semplici a quelle più elaborate e sfiziose, da mangiare seduti a tavola o abbandonati sul divano, a seconda dell'umore. E siccome essere single non significa vivere da eremiti, vale la pena prepararsi all’evenienza di avere ospiti a cena. Che vi attenda un incontro romantico a luci soffuse o un’invasione di amici affamati, questo manuale vi fornirà tutti gli strumenti necessari per soddisfare ogni esigenza, facendo della vostra cucina un’infallibile arma di seduzione e… una buona scusa per farvi visita!



e regioni in pentola e l'arte del mangiar sano Bay Allan, Bollo Patrizia. e regioni in pentola e l'arte del mangiar sano.. Editore Folini, 2006

La parola dieta è sempre evocativa di punizione, di oscure minacce e di attentati al piacere. E se invece così non fosse, se fosse possibile preservare e financo migliorare la qualità della vita senza rinunciare ai piaceri della tavola e tenendo sotto controllo la salute? Se fosse possibile intervenire con intelligenza sul proprio stile di vita per star meglio e godere di più? È possibile. Ce lo dimostrano con questo libro Allan Bay e Patrizia Bollo, che a quattro mani hanno reinterpretato 510 ricette della tradizione italiana per diabetici ma anche ma per tutti gli altri, chi ha problemi di sovrappeso, chi di colesterolo alto e naturalmente chi sta bene e vuole continuare così il più a lungo possibile.



Una Fiesta Mobile. A tavola con Ernest Hemingway Gail McDowell, Una Fiesta Mobile. A tavola (e sotto il tavolo) con Ernest Hemingway. Leone Verde, 2006

Hemingway fa venire in mente le corride, la guerra, le bevute epiche, l’avventura. Certo non cene a lume di candela e cucine accoglienti. Invece, a Hemingway il cibo piaceva; gli piaceva semplice, “quello che la gente mangia in campagna, il tipo di cibo che si appiccica alle tue costole e ti dà la sensazione che hai davvero davanti qualcosa a cui dedicarti con gusto, senza preoccuparti troppo delle buone maniere”. E una bottiglia di vino o un cocktail non mancavano mai. Scopriamo così che il cibo, anche se non venisse menzionato spesso nei suoi romanzi e racconti, ebbe un ruolo importante nella sua vita. La figura pubblica di “papà Hemingway” è diventata parte della cultura moderna, ma cosa sappiamo davvero della persona dietro la facciata? Questa è una biografia particolare di Hemingway: i viaggi, gli amori, ma soprattutto i suoi gusti nel mangiare e nel bere. Le ricette di alcuni dei piatti deliziosi che lo accompagnarono porteranno la sua memoria di nuovo in vita e dentro le nostre cucine. E non poteva certo mancare un capitolo dedicato ai suoi cocktail preferiti!



La lingua nel piatto Beltrami Renata; Mazzola Silvia. La lingua nel piatto. Le ricette per imparare a capire l'inglese (e gli inglesi).. Editore Mursia, 2006

Che cosa sono i puddings? Come nacque il rito del tè pomeridiano? "La lingua nel piatto" è un ricettario divertente e pieno di curiosità e aneddoti sugli inglesi e sulla tradizione culinaria dell'Inghilterra.
Contrariamente al luogo comune che la vuole scialba e "senza anima", la cucina d'oltremanica è invece ricca e ricercata è può essere d'aiuto per "imparare la lingua".

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