Andar per sapori
L'Abruzzo è servito
di Piero Valdiserra
L'Abruzzo vanta un patrimonio enogastronomico assolutamente invidiabile, grazie soprattutto alla grande varietà di prodotti offerti dalla presenza in regione sia del mare sia dei monti. La cucina è sempre stata considerata "povera", o più giustamente "semplice", abituata cioè a fare uso di materie prime di un territorio favorito da miti condizioni climatiche e ambientali. Accanto alla storia millenaria dell'olio e del vino, è noto dal XIII secolo lo zafferano dell'altopiano di Navelli, una delle spezie più tipiche e più pregiate in assoluto. Così come i cereali, i legumi e le tante verdure spontanee, che hanno sempre avuto un posto preponderante per condire la pasta, le minestre e le zuppe.
Se queste prelibatezze fatte in casa possono essere assaggiate solo sul posto, l'Abruzzo è anche una delle capitali di produzione della pasta nel mondo. A Fara San Martino, un villaggio ai piedi della Majella, la presenza di una purissima acqua di montagna ha permesso fin dall'antichità il fiorire di un'industria pastaria specializzata che oggi esporta in tutto il mondo (si pensi solo ai nomi di Delverde e De Cecco).
Componente fondamentale della cucina è sicuramente l'olio. Lo si intuisce già attraversando la regione: l'olivo, infatti, disegna i paesaggi collinari di tutte le province e gioca da sempre un ruolo essenziale nell'economia agricola. Genuinità, sapore e profumi sono dati dalla spremitura a freddo delle olive, di cui esistono diverse varietà locali: dalla "dritta" di Loreto Aprutino alla "gentile" di Chieti, e poi ancora la "intosso", "carboncella", "tortiglione", "leccino", "toccolana", ecc. Da esse si ricava la produzione delle tre DOP abruzzesi: Aprutino Pescarese, Colline Teatine e Pretuziano - Colline Teramane.
Altro elemento fondamentale per capire le tradizioni gastronomiche abruzzesi è lo strettissimo legame con la pastorizia: da un lato, ciò significa piatti come gli arrosticini, la pecora alla callara, la capra alla neretese, l'agnello con cacio e uova, le mazzarelle teramane; dall'altro non si possono dimenticare i formaggi tipici come il pecorino di varie stagionature, la giuncatella, le mozzarelle, le scamorze n'cerate, le caciotte e i caciocavalli, il cacio marcetto (eccellente formaggio vermicoloso).
Altrettanto importante è l'allevamento del maiale, da cui si ottengono varie specialità come la porchetta arrosto, i salumi e gli insaccati (tra cui la rinomata ventricina vastese e la mortadella di Campotosto). Da non dimenticare poi le carni di manzo, di vitello e di coniglio, importanti elementi della cucina regionale.
La vocazione marittima della cucina della costa abruzzese è a sua volta semplice ed essenziale: talvolta vi si trovano accostamenti ai prodotti della terra, come nel brodetto, cui vengono aggiunti pomodori e peperoni freschi.
Per quanto riguarda gli ortaggi, l'altopiano del Fucino produce grandi quantità di patate, carote, finocchi, radicchi.
L'aglio rosso cresce a Sulmona: è un prodotto unico per il suo particolare colore e per la ricchezza dei suoi oli essenziali, che gli donano un aroma caratteristico e proprietà curative peculiari. Il carciofo di Cupello, altro ortaggio tipico, cresce sulle colline del chietino.
Legati alle ricorrenze sono i moltissimi dolci tipici, dalla pizza dolce alla cicerchiata, fino ai tradizionalissimi croccante, mosto cotto e chiacchiere. Celebrati sono i confetti di Sulmona e il torrone soffice dell'Aquila, anche se il dolce abruzzese più noto resta il parrozzo. Prodotto con uova, pasta di mandorle e cioccolato, il parrozzo deve il suo nome al poeta Gabriele d'Annunzio: il vate pescarese lo ricollegò all'antico "pan rozzo", un pane dalla forma semicircolare preparato dai pastori locali con farina di granturco e poi cotto in forno a legna.
Non si può tacere poi dell'Abruzzo enologico: con le sue tre D.O.C. (Montepulciano d'Abruzzo, Trebbiano d'Abruzzo e Controguerra) e dal 2005 con la prima D.O.C.G. (Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane) la regione adriatica è uno dei territori sicuramente emergenti nel panorama vitivinicolo italiano.
Tra i superalcolici abruzzesi il più famoso e caratteristico è il Centerba di Tocco da Casauria: un infuso forte (70 gradi!), prodotto dal 1817 dalla famiglia discendente dallo speziale Toro, in base a una ricetta segreta, che prevede l'accurata selezione e l'infusione di erbe spontanee e aromatiche raccolte sulla Majella, senza alcuna aggiunta di zuccheri. Altri liquori tradizionali sono gli amari (prodotti su tutto il territorio abruzzese, primo fra tutti il celebre Amaro Jannamico), la genzianella, il nocino, il ratafià a base di amarene e l'Aurum, ottenuto con selezioni di vini aromatizzati al limone.
Caramanico
|