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Personaggi letterari a tavola e in cucina

M. Grazia Accorsi. Personaggi letterari a tavola e in cucina. Dal giovane Werther a Sal Paradiso Palermo, Sellerio, 2005 - € 16,00

La presenza del cibo non è stata tanto notata dalla critica letteraria. Ora che la cucina è di moda si presta un'attenzione maggiore a come gli scrittori trattano del cibo, e gli scrittori ci perdono più tempo. Questo libro è un esame del modo in cui i libri hanno trattato il cibo. Ne escono divertenti conferme: "e cioè che i romantici non mangiano, i realisti mangiano con misura e parsimonia, i decadenti mangiano molto e raffinato ...".


Banco di Sardegna-Fondazione Banco di Sardegna. Pani. Tradizione e prospettive della panificazione in Sardegna. Sassari, Stampacolor, 2005

Questo volume ha come obiettivo lo studio della produzione del pane nelle diverse aree della Sardegna. La nostra terra, per oltre due millenni. è stata oggetto di conquista soprattutto per la produzione del grano. Questo, sinonimo di denaro, ha finito per sostituire, sovrapponendovisi, l'immagine dell'isola da conquistare. La regione è stata trasformata in granaio, costretta con l'obbligo ad aderire appieno al programma di sfruttamento intensivo che attribuiva a tutte le terre "buone" una vocazione frumentaria. Maglia stretta che ha diviso l'isola in aree, decretandone differenti destini.
Da un lato terreni dolci e duttili come quelli del Logudoro, Marmilla, Trexenta e Campidano con un mare di spighe a perdita d'occhio, dall'altra rocce e asperità.

Pani. Tradizione e prospettive della panificazione in Sardegna

come la Barbagia e l'Ogliastra abbandonate al loro destino di terra senza grano, in cui è difficile far procedere il vomere dell'aratro se non per impervi fazzoletti di terra.
Da una parte si è assistito alla formazione di un sofisticato sistema panificatorio e di un ciclo produttivo complesso, con conseguente virata sociale che ha sancito la formazione di un articolato e stanziale universo agrario; dall'altra occasionalità, frammentazione, una sola comune tipologia di pane a lunga durata, "da viaggio", il carasau, specchio di una società precaria come è quella pastorale, opposta alla prima. Due emisferi che oggi, con le naturali aree intermedie, costituiscono il bipolarismo culturale ed economico della Sardegna. […]
Con quest'opera si vuole offrire un quadro il più possibile completo della panificazione nelle diverse aree geografiche isolane: dalla prassi panificatoria dei nuragici alla "cultura del grano" che ha governato sino alla metà del secolo scorso, per arrivare all'attuale produzione, la quale, seppure meno relazionata a quella tradizionale, si basa su un territorio e su alcune caratteristiche che danno ai nostri pani un valore particolare nel mercato globale.
La Fondazione e il Banco di Sardegna con questo libro hanno inteso rafforzare l'impegno che da diversi anni sostengono a favore di una divulgazione che attraverso la valorizzazione della cultura materiale isolana, scandagliata nei suoi caratteri più profondi, apra nuove prospettive di ricerca a possibili affermazioni di domanda e di occupazione.


Alle origini della festa bolognese della Porchetta. Ovvero San Bartolomeo e il cambio di stagione

Lorena Bianconi. Alle origini della festa bolognese della Porchetta. Ovvero San Bartolomeo e il cambio di stagione. A cura di Maria Cristina Citroni. Bologna, Clueb, 2006 € 13,00

Questo libro è il risultato di sette anni di ricerca appassionata intorno ad una festa popolare che, per più di cinque secoli, (almeno dal 1254 fino al 1796), si celebrò a Bologna in giorno 24 di agosto e che ha sempre destato la curiosità di studiosi e cultori di antiche costumanze bolognesi: la festa della Porchetta. Dalla metà del '700 ad oggi, questa festa è stata interpretata come semplice commemorazione di un avvenimento storico: l'entrata in Bologna di re Enzo prigioniero, nel 1249. Quest'ipotetica genesi, qui ampiamente discussa, ha, con la sua presunta certezza, messo in ombra una notevole quantità di elementi culturali, filosofici e religiosi che si trovavano invece sintetizzati e inglobati in quest'antica festa.

La lettura antropologico-simbolica delle azioni tradizionali della festa ha permesso di evidenziarne quest'interna, stratificata densità di significato, mai prima d'ora individuata. Alla luce di queste nuove acquisizioni, si può affermare che la festa bolognese della Porchetta ha probabilmente le sue radici in una ritualità arcaica. Radici che, confluite in modo sincretistico nella festa di San Bartolomeo Apostolo, sono state mantenute in vita nell'arco dei secoli, più o meno consapevolmente, quasi fino ad oggi.


Davide Dutto - Michele Marziani. Il gambero nero. Ricette dal carcere. Milano, DeriveApprodi, 2005 € 19,00

Un libro fotografico e un ricettario per raccontare la vita quotidiana dei detenuti di un carcere piemontese. In un universo di privazione, anche e soprattutto dei sensi, come quello carcerario, il cibo diventa un momento in cui affermare i propri gusti e il proprio saper fare. Nel quotidiano di un detenuto, la preparazione del cibo, la sua condivisione e la continua reinvenzione di ricette diventano un modo per ricordare gli affetti, trasmettere agli altri una conoscenza pratica, condividere una frazione di piacere.
In qualità di operatori sociali, Davide Dutto e Michele Marziani hanno trascorso più di un anno nel carcere di Fossano. Hanno varcato le porte delle singole celle e hanno ascoltato, osservato e aiutato i detenuti intenti alla preparazione del loro cibo.

Il gambero nero. Ricette dal carcere.

Il risultato è un ricettario "galeotto" nel quale confluiscono piatti, sapori e metodi di preparazione provenienti da tutto il mondo. Perché internazionale è la composizione della popolazione oggi reclusa nelle carceri italiane. Oltre cento immagini straordinarie che hanno per tema la cucina. Le accompagnano didascalie che raccontano abitudini, rivelano aneddoti e curiosità, ricordano storia e provenienza dei personaggi ritratti in questo libro.


La cultura del cibo tra Romagna e Marche.

Piero Meldini. La cultura del cibo tra Romagna e Marche. Argelato (BO), Minerva edizioni, 2005 € 25,00

Nel territorio a cavallo tra Romagna e Marche i confini amministrativi non determinano alcuna frattura netta tra paesaggi, risorse naturali, colture, comunità, parlate, tradizioni, e, anche per quel che riguarda gli usi alimentari e culinari, si coglie una sostanziale omogeneità che si manifesta nell'ampia condivisione di piatti, ingredienti e tecniche. Come la maggior parte delle cucine di confine, anche quella di quest'area possiede due caratteristiche peculiari: da un lato è una cucina ibrida ed eclettica che, nella fattispecie, combina la cultura del cibo romagnola con quella marchigiana e, più in generale, dell'Italia centrale; dall'altro è una cucina schiettamente conservatrice, che è

riuscita a preservare e a tramandare sapori, preparazioni e consuetudini talora vecchie di secoli.
Il libro, che ha un taglio essenzialmente storico, si occupa di cucina strettamente tradizionale: sia quella che si è estinta o ha subìto metamorfosi tali da diventare irriconoscibile - cucina della quale resta traccia solo nelle fonti scritte, per altro quanto mai scarse e aride - che quella che sopravvive, più o meno rimaneggiata, nelle case e nei ristoranti. È una cucina dai molti volti: marinaro e contadino, urbano e rurale, di pianura e di montagna, festivo e feriale, di estrazione aristocraticoborghese e di matrice popolare; volti che riflettono la complessa, vivace e avventurosa storia di questo territorio, e che si rispecchiano nell'ampia quanto rigorosa raccolta di ricette che correda il volume.

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