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La presenza femminile nell'enologia italiana
Donne dal talento di... vino
di Ines Roscio Pavia

La pianta della vite è originaria della regione anatolica e mesopotanica. Da questa area geografica la pianta della vite si diffuse in tutto il bacino del mediterraneo, arrivando in Italia fin dai tempi della Magna Grecia. Da allora è in atto un secolare processo di coltivazione per adattare la pianta al clima delle nostre regioni e raffinare la qualità del vino. Ecco come è nato il profondo legame tra la vite e l'uomo. Grazie all'impegno ed alla laboriosa professionalità della sua gente, i paesi collinari, coi loro vigneti, si sono arricchiti di una storia e di una cultura che ha prodotto l'eccellenza della qualità del vino.

Questa antichissima tradizione ha inciso nella storia dell'uomo. Basta pensare al culto di Dionisio, Bacco, festa ancora sentita in Grecia. Nel Talmud, uno dei libri sacri degli ebrei, si legge "che ogni volta che manca il vino, si rendono necessari i farmaci". Il Vangelo pone il vino come primo miracolo di Gesù il quale, durante una festa nuziale, muta l'acqua in vino e ancora Gesù nell'ultima cena benedice il pane e il vino.
A ben pensare all'origine del tutto c'è solo la vigna, ma per farla crescere occorre la giusta dose di acqua, né troppa né poca, occorre il terreno adatto che sappia conservare nella sua profondità il vitigno adatto. Tutto intorno un buon clima, aria pulita dove nella notte appaiano le stelle, sorprendentemente luminose, segno che l'aria è pura e il cielo sgombro. Il vino consola, dà energia, può essere antidoto contro l'insonnia, suscita l'appetito, è ricostituente contro la depressione, la tristezza e la fatica, è segno di benessere, è la bevanda della socievolezza, capace di trasformare un pasto in una festa. I paesi di vigna, per tradizione, hanno un fascino discreto di paesaggi riposanti e sereni, trasmettono gioia di vivere, sono carichi di una serena atmosfera tutta da scoprire che viene messa in risalto da feste e celebrazione dei prodotti della natura. Vigneti che ti fanno pensare a paesaggi antichi carichi di storia, a cantine nascoste in fresche contrade, ad ospitali trattorie dove gustare un profumato bicchiere di vino è un rito.

Non c'è un vigneto uguale all'altro, non esiste un grappolo uguale all'altro: ecco perché ogni vino ha la sua caratteristica davvero unica. Questa diversità dipende da tanti fattori: il clima, il terreno, la scelta delle uve, l'abilità e la professionalità del viticoltore prima e del cantiniere dopo. Sembra strano a dirsi, ma l'apprezzamento del consumatore dipende dall'umiltà e dalla specifica cultura con la quale il medesimo si avvicina al prodotto: il vino non si beve, si degusta.Cosa c'è di più gratificante che perdersi tra etichette di vini sempre più raffinati fra aziende agricole di modesto o di grande rilievo? La strada dei vini propone immagini in una fantastica atmosfera di castelli, borghi e pievi. I valori dei territori hanno radici profonde, la terra si lavora, si coltiva, la si "modernizza", ma il germoglio della vite è sempre lì, tutte le primavere, verde, rampante, pieno di vigore, germoglio che fa subito pensare a rigogliosi grappoli e a futuri calici di profumato nettare.

Ora si marcia alla grande per il riconoscimento di zone di produzione DOC e DOCG. Le imprese sono diventate dinamiche e i Consorzi organizzano valide e intriganti iniziative a supporto della vitivinicoltura. Si va oltre la tipica degustazione. Nascono eventi imprevisti e, perché no, programmi di percorsi di arte e meditazione tra le vigne.
Claudia Mazzetti d'Altavilla (Alessandria) in occasione dell'inaugurazione della sua cantina-enoteca ha proposto un appuntamento che ha richiamato in Monferrato un pubblico numeroso, organizzando la rappresentazione di una variazione dell'Aulularia di Plauto, inserita all'interno del Plautus Festival, uno dei tredici festival teatrali riconosciuti dal Ministero dei Beni Culturali. Distilleria gremita: circa 120 persone a sedere hanno assistito alla commedia, brillantemente recitata da Andrea Pellizzari di Italia Uno. Nel 2004 Montalcino è stato iscritto nel "patrimonio dell'umanità" dell'Unesco. Il Casato Prime Donne, tenuta agricola tutta al femminile di proprietà di Donatella Cinelli Colombini, ha dedicato un percorso meditativo tra i suoi vigneti di Brunello, dove sono state poste in bella vista le dediche delle vincitrici delle edizioni 2000-2004 del premio internazionale "Prime Donne", percorso ricco di informazioni sulla storia dei luoghi e sulle risorse che hanno portato al successo. In futuro troveranno spazio opere d'arte contemporanea, la prima delle quali, raffigurante un vacca chianina in grandezza naturale, disegnata dall'architetto Marco Pignattai, è già in sito.

Dopo una approfondita selezione, la rivista anglosassone Wine & Spirit Magazine ha assegnato il riconoscimento di "Cantina dell'Anno 2004" a Villa Matilde, azienda vinicola di Cellole in provincia di Caserta, di proprietà di Maria Ida Avallone. Il premio è stato assegnato a San Francisco durante una fastosa cerimonia. E' la prima volta che una cantina del mezzogiorno viene premiata per la qualità dei suoi vini: il Falerno, l'Aglianico e la Falanghina. Villa Matilde è sorta sulle colline del Massico, centro dell'antica produzione dello storico vino Falerno, già apprezzato da Plinio, Orazio, Virgilio.

L'ONILFA (Osservatorio per l'Imprenditoria ed il Lavoro Femminile in Agricoltura) e l'International Wine Academy of Rome, con la collaborazione di Ismea, nell'ultima edizione del premio "Signore delle Vigne" hanno voluto riconoscere e incoraggiare il lavoro svolto dalle imprenditrici agricole. A Roma, tra 131 aziende partecipanti alle degustazioni, il Ministro delle Politiche Agricole Forestali Gianni Alemanno ha consegnato il premio "Signore delle Vigne 2005" a Marta Monsonico, ideatrice del vino "Donna Marta 2002 Le Mojole". E' un vino rosso dall'olfatto intenso e persistente, etereo e penetrante, con sentore di sottobosco; vino nato da vitigni in terra bergamasca a Tagliuno di Castelli Calepino, tra dolci colline e pendii ricchi di emozioni e di una particolare condizione climatica. Negli anni scorsi sono state assegnate per l'impegno delle donne cantiniere cinque "Medaglie d'Oro" a: Bava - Giulio Cocchi - Malvasia di Castelnuovo Don Bosco 2004 (Piemonte), Le Mojole Rosso IGT "Donna Marta" 2002 (Lombardia), La Canonica Orcia Rosso "Terre dell'Asso" 2001 (Toscana)
Agricola Vallone Brindisi Vigna Flaminio Rosso (Puglia), Fontana Salsa Merlot "Aureliano" 2000 Sicilia.

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