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Viaggio nell'aceto balsamico
L'oro nero di Reggio Emilia
di Silvia Baratta

L'Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia è una specialità antichissima,davvero "storica", che dal 2000 si avvale della DOP, Denominazione di Origine Protetta.
La prima testimonianza della sua esistenza risale al poema Vita Mathildis, scritto dal Monaco Donizone tra il 1112 e 1115. E' il 1046 quando Enrico III di Franconia scende in Italia per giungere a Roma, dove verrà incoronato Imperatore di Germania. In quella occasione Enrico III invia al Marchese di Toscana Bonifacio, padre di Matilde di Canossa, preziosi doni in cambio di questo famoso aceto, dal quale rimane affascinato.

Più che aceto si tratta di un balsamo, un ingrediente che rende ancora più "appetitosa" la storia di Reggio Emilia, fatta di castelli, leggende ed eventi importanti.
Viene ottenuto solo da mosto cotto a fuoco diretto, proveniente dalla pigiatura delle uve prodotte nella provincia di Reggio Emilia. Riposa per almeno 12 anni in batterie di botticelle di rovere, castagno, gelso, ciliegio, frassino e ginepro, ognuna delle quali dona un particolare aroma. A Reggio Emilia l'Aceto balsamico Tradizionale è presente in tre tipologie: etichetta aragosta, invecchiato per 12 anni, etichetta argento, di 5 o 7 anni più vecchio e, infine, etichetta oro, di oltre 25 anni.
Sebbene rappresenti una delle eccellenze del territorio, spesso è poco conosciuto dal consumatore italiano. Per scoprire questo nettare all'inizio di dicembre ha visto la luce la manifestazione I Giorni Balsamici, organizzata dal Consorzio fra Produttori dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia in collaborazione con il Comune, Provincia e Camera di Commercio di Reggio Emilia.
La tre giorni ha svelato a gourmet e curiosi di tutta Italia i segreti dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, specialità "culturalmente evoluta", dando anche l'opportunità di scoprire un territorio ricco di storia, cultura che sorprenderà il visitatore.

Proprio I Giorni Balsamici ha offerto al pubblico l'opportunità di conoscere il prodotto partecipando al divertente Processo al Balsamico, talk show aperto al pubblico, che ha visto gourmet, giornalisti e personaggi curiosi prendere ora la difesa, ora l'accusa del prodotto. Il metodo di produzione, il prezzo sul mercato, le proprietà organolettiche e salutistiche sono state al centro di un incontro senza esclusione di colpi…
Non sono mancati degustazioni, incontri ed iniziative ideate per unire la scoperta delle bellezze del territorio alle gioie del palato. Castelli di Gusto ha permesso di conoscere il territorio attraverso gli itinerari realizzati in collaborazione fra il circuito de i Castelli Matildici & Corti Reggiane e le Strada dei Vini e dei Sapori che operano nella provincia.
Le Acetaie Aperte degli associati al Consorzio hanno invece offerto a tutti l'opportunità di avvicinarsi all'Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia e di conoscere i produttori e la passione, che si tramanda di padre in figlio, come vuole la tradizione della "batteria" di botti, avviata in corrispondenza della nascita degli eredi.

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