MenSA Menu Storici e d'Autore
UserId PassWord
homepage
direzione e redazione
sommario
editoriale
le rubriche

i menu
archivio
banca dati
amici di MenSA
 
le regole del gioco le regole del gioco
di M. Montanari
MenSArIO - I blog di MenSA MenSArIO
I blog di MenSA

MenSA - la copertina


Un bicchiere e poi si va.
Addio, Sergio Endrigo, grazie.
di Rino Pensato

Come stai? Tutto bene amici miei
Non è niente, sarà stanchezza
E tra poco è già mattina
Ricomincia la settimana
Forse è solo un po' di nostalgia
Un momento di debolezza
Per gli amici qualsiasi cosa
Un bicchiere e poi si va
E poi si va.
Sergio Endrigo


La scomparsa di Sergio Endrigo, ingiusta e crudele, ci colpisce come singoli e come gruppo (MenSA). Non siamo critici e/o storici della musica. Non so che qualifica personalmente mi spetta se riesco, contemporaneamente, ad amare Mozart e Verdi, Miles Davis e Duke Ellington, i Beatles e Bruce Springsteen, Mina e Frank Sinatra, i classici napoletani (Caruso, Murolo, l'ultimo Ranieri, le tre cifre interpretative predilette) e Paolo Conte, Buscaglione+Carosone e Guccini. Musicalmente onnivoro.
L'avverbio contemporaneamente, che abbiamo usato prima, va inteso in senso relativo. Già, perché non posso negare che, senza mai abbandonare o rinnegare del tutto nessuno dei pochissimi citati tra millanta, ho avuto i miei "periodi": giorni o settimane o mesi in compagnia di Mozart o Beethoven, di Domingo e della Callas, dei napoletani, di Ellington, di Davis (e Coltrane e Armstrong e Bechet e Chet Baker), e anche di Guccini, Conte e Springsteen. Ma se proprio mi fermo a riflettere (e a ben ricordare) posso menzionare (disposto a giurarlo sulla Bibbia - o sulla Commedia dantesca) due o tre voci - o suoni - che, dall'età di 15 anni in poi, mi hanno accompagnato senza apprezzabili soluzioni di continuità. Una di queste, la prima, mi ha accompagnato e mi accompagnerà, sempre. A dispetto dei bonari sfottò di figli(-io) di volta in volta quindicenni, ventenni, ventiquattrenni. La voce è naturalmente quella di Sergio Endrigo. Non riuscirei a fermarmi se cominciassi a usurpare competenze altrui, tentando di spiegare perché quella di Sergio www.sergioendrigo.itera una bellissima voce, le sue capacità e la sua duttilità interpretativa erano grandi, la sua musica era colta e popolare sempre in sicuro equilibrio, i suoi versi forse non saranno stati poesia (lui era il primo a dirlo) ma, perdonate l'ovvietà, posso trovare più poesia nei versi di tanti autori di canzoni (Endrigo, De Andrè, Conte, Dalla, Guccini, Paoli) che in tanti sedicenti e spocchiosi "poeti" laureati. Le sue collaborazioni e la sua familiarità con grandi poeti e musicisti (Pasolini e Rodari, Vinicius de Moraes e Chico Buarque de Hollanda, Toquinho e Gilberto, Biagio Marin e Ignazio Buttitta, il classico Josè Martì e Rafael Alberti) sono stati un caso unico nella storia della canzone italiana.


Il primo bicchiere di vino
Il suo rapporto con le cose belle - e buone - della vita (i buoni libri, i veri amici, la buona cucina, i buoni vini) ha avvicinato anche gli altri amici di MenSA a Endrigo, fino al lancio, sull'onda lunga della sua bellissima "Il primo bicchiere di vino" di un concorso, tra i lettori di MenSA, sul più bel miniracconto rievocante il primo bicchiere di vino della propria vita. Concorso che porteremo a termine: avevamo ben altre idee sul come concluderlo, rese irrealizzabili dalla scomparsa di Sergio, ma cercheremo comunque, a tempo debito, di farlo nel modo più giusto.
Per ora, MenSA, che ha avuto il privilegio e l'onore di ospitare nel numero di dicembre scorso una "telegrafica" intervista al cantautore istriano, vuole ricordarlo proponendovi il racconto, tratto da un'altra intervista (cfr. Doriano Fasoli-Stefano Crippa. Sergio Endrigo. La voce dell'uomo. Roma, Edizioni associate, 2002, p. 43), del suo primo bicchiere di vino, perché è proprio il tipo di racconto che avremmo voluto e vorremmo premiare nel nostro concorso. Addio, Sergio.


Il bere e la libertà? Sembra un paradosso. Ho cominciato a bere a circa dieci anni. Come ho ricordato prima, quando mia madre mi mandava a prendere un mezzo litro di vino all'osteria dove il Mustaccia mi faceva a volte cantare La donna è mobile, al ritorno, quando entravo nell'androne, bevevo sempre un sorso dalla bottiglia. Anche adesso bevo, forse un po' troppo... ma il vino scaccia i pensieri, ti fa dormire meglio, non pensi alla vecchiaia...
Il bere non fa male quando si è in compagnia, quando c'è allegria. Quando si è arrabbiati fa più male. Non ho mai capito l'ubriachezza violenta. Quando bevo troppo mi viene solo sonno...




Un bicchiere e poi si va

Dove vai? Vado con gli amici
E poi via ad aprirsi il cuore
A parole fare mattina
Insicuri più di primo
Ma una cosa era già decisa
Con gli amici, quelli veri
Si divide il pane e il vino
Per gli amici qualsiasi cosa
Anche a costo della vita.
Ma se tornasse la paura
Quella antica, quella vera
Giocheresti la tua pace
Per nascondermi in cantina

Rischieresti giù in prigione
Una lima dentro il pane
Meglio non pensarci più

Famiglia, figli, sì lo so.
Dove sei? A cena con gli amici
Siamo qui ad aprirci il cuore
E si parla di avventure
Di automobili e di affari
Sempre uguale e tu non sei cambiato
Ti ricordi di quella bionda?
tutti insieme come allora
Per gli amici qualsiasi cosa
Pago io, no tocca a me.
Ma se arrivasse la sfortuna
Senza sole e senza luna
Rischieresti la tua mano
Per tirarmi su dal fondo
O diresti quello è un fesso
Io l'avevo sempre detto
Meglio non pensarci su
Problemi, figli, sì lo so.

Come stai? Tutto bene amici miei
Non è niente, sarà stanchezza
E tra poco è già mattina
Ricomincia la setti, nana
Forse è solo un po' di nostalgia
Un momento di debolezza
Per gli amici qualsiasi cosa
Un bicchiere e poi si va
E poi si va.

invia questo articolo   






[I ricettari dagli utenti]

aggiornato al 24.02.2009 info@mensamagazine.it - MenSA 1997-2007©

Valid CSS!