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Mostra-dibattito sul tempo e la conserva
Sottovuoto al sottovento
di Luca Govoni

...all'inizio dell'anno scorso all'Osteria del Naviglio avevo messo una sigaretta sottovuoto, con l'idea di smettere di fumare e che quella sigaretta fosse consacrata come l'ultima, privata dell'aria che gli avrei regalato volentieri in pochi minuti.
Circa due mesi e mezzo fa l'ho ritrovata, ho sorriso all'idea di non aver smesso di fumare, ma ho notato che quella sigaretta era così come l'avevo lasciata, morbida e intatta. Ho pensato a quanto tempo era passato... e quella sigaretta era ancora come nuova, bianca e pulita, fumabile. Il tempo era come se non fosse passato. Che emozione!


Perchè il sottovuoto? Perchè fare una mostra-dibattito sul tempo e la conserva?
Questi oggetti, questi alimenti, questa natura, rappresentano la quotidianità e tutto questo è la scenografia di un idea. L'idea del sottovuoto, ossia un gradino della conserva alimentare industriale: togliere l'aria per conservare, per rallentare l'usura del tempo, per migliorare l'igiene. Ma perchè si sente la necessità di raggiungere una conserva ottimale? Forse perchè si vuole risparmiare tempo e denaro? Per evitare gli sprechi? Perchè è igienico? Perchè è semplice?
Potrebbe il sottovuoto essere una necessità negli altri aspetti della vita quotidiana?
In fondo l'idea di conservare ogni cosa fa ridere e questo è uno degli aspetti di questi oggetti messi sottovuoto, l'aspetto ludico e divertente... poi si sprigiona il pensiero ed è inevitabile che i sentimenti e i ragionamenti si spostino su una riflessione più profonda del significato di questi "sottovuoti oggetti quotidiani".
La domanda che ci si pone è perchè si vogliono sottrarre le cose al loro corso naturale, o meglio perchè rallentare questo processo, cosa ci spinge a farlo?
Come dicevo mi piace vedere questa esposizione come la scenografia di un idea: l'idea della conservazione. E questo ambiente dovrebbe predisporre ogni persona al dibattito e alla discussione sul lento trascorrere del tempo, e sui modi di combatterlo, dovrebbe sensibilizzare a questo problema. Il fatto di tenere degli oggetti come ricordo è un processo che esiste da sempre, ma trattenerli sottovuoto per migliorane condizioni, igiene e preservarli dal deterioramento, è una novità.
Partendo dagli alimenti, tenuti sottovuoto per necessità conservative e distributive, arriviamo sino alla realtà di questa esposizione, in questo circolo folle che ha rapito gli oggetti di uso quotidiano, in una società veloce che non permette all'essere di soddisfare ciò che vuole veramente. Oggetti che sono pura follia, come i kit (spazzolino e dentifricio; pipa e tabacco) per uscire da casa di fretta, o la dose esatta di riso, l'acqua per la passeggiata, la mozzarella e i piselli da sistemare adeguatamente in dispensa o in frigorifero; ma anche la natura con la sua parte di terra e erba pronta da far crescere o semplicemente di figura.
La mostra offre un problema da discutere; si pone come pretesto per un dibattito senza interlocutore, fine alla conversazione sul tempo e sulla conserva. Il dibattito sarà tenuto dai visitatori, ed è inevitabile che ognuno necessiti di un punto di vista come caposaldo del proprio modo di vedere e vivere la vita, cui il passare del tempo è strettamente collegato.

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