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Volete paragonare un'iniezione a un piatto di prosciutto e melone?
Achille Campanile e la cucina dell'assurdo
MenSA per Achille Campanile, a 25 anni dalla morte
di Rino Pensato  Achille Campanile

Cade il 25° anniversario della morte di Achille Campanile
(http://www.campanile.it).
Genio precoce dell'umorismo italiano del Novecento, tanto precoce che dovevano passare decenni prima che egli fosse onorato e studiato semplicemente come uno dei nostri classici del Secolo (cfr. i giudizi di Palazzeschi, Del Buono, Eco, Bo, Pampaloni, Pancrazi, Arpino, Siciliano, Malerba, ecc.), che la sua scrittura fosse considerata un esempio pressoché unico e inarrivabile di stile, eleganza, raffinatezza, che i suoi implacabili giochi, equilibrismi e virtuosismi verbali spinti al paradosso e al parossismo, le sue ardite irriverenze storiche e culturali, le sue storie sgangherate e i suoi personaggi dai nomi costituenti di per sé delle battute (Arocle, il Carlo Alberto con cui si chiamano tutti i viaggiatori di un treno, salvo uno, che si chiama Filippo, ed esce dicendo: " Signori, mi accorgo che la mia presenza in questo scompartimento è di troppo ".), le sue tragedie in due battute, erano le carte di credito che egli aveva presentato con largo anticipo su certo teatro europeo dell'assurdo. E l'incontro con Bragaglia del Teatro degli Indipendenti, il regista che sarebbe poi entrato anche nella biografia intellettuale di Totò, il quale disponeva di altre armi rispetto alla parola di Campanile, quali la voce, la faccia, il corpo, ci permette di accostare (gli anni erano quelli), sul terreno dell'assurdo e del non-sense (certamente naive quello di Totò), i due mostri sacri dell'umorismo e della comicità italiani del Novecento. E se qualcuno volesse arrivare al canonico numero che permette di procedere per triadi (Eschilo, Sofocle, Euripide - Socrate, Platone Aristotele - Livio, Tacito, Sallustio - Dante, Petrarca, Boccaccio - Boiardo, Ariosto, Tasso - Foscolo, Leopardi, Manzoni - Carducci, Pascoli, D'Annunzio) vi aggiunga pure il nome di Petrolini, nato e morto altro maestro del non-sense con i suoi salamini, la sua Lirica, i suoi Gastoni e Neroni prototipi di tutte le parodie di sacri miti italiani (Verdi e il melodramma, il seduttore colto e raffinato di dannunziana memoria, il dittatore vacuo e psicotico).

Ma torniamo a Campanile e spieghiamo, a chi ancora non ci conosce, che, come al solito, la nostra celebrazione non può essere che in chiave gastronomica. Ebbene, non temiamo smentite se riteniamo di poter parlare, all'interno di un maestro dell'assurdo come Campanile, di una sua cucina dell'assurdo che, sparsa qua e là in moltissime pagine della sua opera (essenziali ma memorabili quadri d'ambiente, trattorie, pensioni, ecc.) attinge pagine di assoluta grandezza, pressoché ineguagliabili, in una cifra che si situa al confine, forse inesistente, tra l'ovvio e l'assurdo, in alcuni racconti meritatamente celebri. Fra i tanti ricordiamo almeno La cura dell'uva, Gli asparagi e l'immortalità dell'anima, Le seppie con i piselli, dai quali (insieme al suo capolavoro, Agosto, moglie mia non ti conosco) abbiamo tratto il nostro menù dell'assurdo. Ma con un'avvertenza: il menu comprende piatti, diciamo, convenzionali, accanto ad altri inventati, cui solo il caso, secondo Campanile, ha impedito l'accreditamento da parte della letteratura e della pratica gastronomica: così, insieme alle mitiche Seppie coi piselli troverete, ad esempio, il Formaggio con le fragole.

Come si divertirebbe oggi Campanile di fronte alla creatività senza limiti (e spesso senza idee e motivazioni credibili) di certa cucina, appunto, creativa, (dio ci scampi dalla maledizione della cattiva e incessante induzione a stupire generata dalla cucina televisiva, quella cattiva, ce n'é anche di buona, Alice, Gambero rosso, ecc.). MenSA prende un solenne impegno. Realizzeremo una cena dell'assurdo per celebrare i 25 anni della scomparsa del grande "inventore del cavallo". A presto.

Prosciutti Faeto

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