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In esclusiva
Intervista con Rosaria Campioni, Soprintendente per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna
MenSA: |
Dott.ssa Campioni, la gastronomia è ormai considerato un bene culturale. La Regione Emilia-Romagna è sempre stata fra i promotori più assidui e convinti di questo concetto. Che significato ha avuto, in tale contesto, la presentazione in questa importante fiera internazionale del libro, della traduzione spagnola della "Bibbia" della cucina italiana?
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Campioni: |
La Regione Emilia-Romagna fin dall'origine ha interpretato la nozione di bene culturale nel suo significato più ampio, intimamente correlata alla sedimentazione del territorio. Soltanto così si spiega che il progetto di un Istituto per i beni culturali - ideato da intellettuali del calibro di Andrea Emiliani, Lucio Gambi e Giuseppe Guglielmi - abbia trovato attuazione fin dal 1974. La gastronomia rientra quindi a pieno titolo nel novero dei beni culturali da valorizzare quale espressione dell'identità del nostro territorio. Oggi è ormai diventato patrimonio comune considerare il cibo come cultura, alcuni decenni fa non era così. La scelta di tradurre La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene in lingua spagnola per il progetto "Un mar de sueños" (promosso dal Ministero per i beni e le attività culturali in collaborazione con quello degli Affari esteri e con le Regioni e volto a diffondere i classici della cultura italiana nei paesi dell'America latina) è stata fortemente voluta dall'ideatore del progetto Loris Romagnoli di Arci Solidarietà cesenate e dalla Regione Emilia-Romagna. L'Artusi infatti è un classico, è per antonomasia il libro di cucina a fronte di vari ricettari anonimi. In occasione della presentazione a Santo Domingo dell'Artusi, tradotto per la prima volta in lingua spagnola, ho ovviamente ricordato il luogo natale dell'autore: Forlimpopoli e l'importanza dell'agricoltura per la Romagna del XIX secolo. Ho altresì sottolineato come tra le fonti principali del manuale vi sia la tradizione orale tosco-romagnola.
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MenSA: |
Al di là dei momenti ufficiali, c'è qualche episodio in particolare che l'ha colpita nel corso del suo soggiorno a Santo Domingo, ovviamente in riferimento al tema specifico della cultura gastronomica italiana in quest'isola così amata dagli italiani?
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Campioni: |
Prima della presentazione sono andata a prendere un caffé insieme al segretario dell'Accademia italiana della cucina per l'area di Santo Domingo e stavamo amabilmente conversando quando si è avvicinato un giovane signore che mi ha chiesto se ero modenese. Gli ho risposto affermativamente e gli ho detto che stavamo per presentare l'Artusi alla Fiera del libro. Lui mi ha risposto che ne conservava una copia del 1921 acquistata in una libreria modenese prima di partire per Santo Domingo dove attualmente lavora e vive. Anche da questo episodio emerge come l'Artusi sia uno dei libri più diffusi e più cari ad ogni genere di famiglia italiana, comprese quelle che hanno migrato verso altri paesi.
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MenSA: |
Può ricordare e riassumere, per chi non ne fosse al corrente, quantità e qualità degli interventi della Regione Emilia-Romagna, in particolare dell'IBC e della Soprintendenza da lei diretta, nel settore della conoscenza e della valorizzazione dei "beni culturali gastronomici". A livello regionale, nazionale e - si può dire? - anche internazionale?
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Campioni: |
Oltre ai numerosi interventi promossi da vari Assessorati della Regione Emilia-Romagna (in particolare all'Agricoltura, al Turismo e alla Cultura) per promuovere prodotti tipici o strade dei sapori e del vino, ricordo che l'Istituto per i beni culturali ha promosso varie ricerche di catalogazione della cultura materiale e sui cicli di alcuni prodotti (vite e vino, latte ...) e in particolare la Soprintendenza per i beni librari e documentari ha collaborato all'iniziativa promossa dal Comune di Forlimpopoli, per il centenario della prima edizione dell'Artusi, pubblicando nella collana Immagini e documenti il catalogo La cucina bricconcella 1891/1991 Pellegrino Artusi e l'arte di mangiare bene cento anni dopo che rimane un testo ancora attuale. Mi preme altresì sottolineare che la Soprintendenza regionale ha sostenuto fin dalle origini la banca dati multimediale Cultura Gastronomica Italiana realizzata dal consorzio Baicr (Biblioteche archivi istituti culturali di Roma). Alla banca dati, che viene continuamente aggiornata con un'attenzione particolare alle fonti bibliografiche di interesse gastronomico collaborano altresì il Dipartimento di paleografia e medievistica dell'Università di Bologna - con il prezioso contributo scientifico di Massimo Montanari - e la Regione Piemonte. Le biblioteche, gli archivi e i musei dell'Emilia-Romagna conservano documenti di notevole interesse per la storia dell'alimentazione che meritano di essere conosciuti: c'è ancora molto da fare per valorizzarli compiutamente!
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Rosaria Campioni alla presentazione a Santo Domingo
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