Le nuove frontiere dell'informatica al servizio del vino
Il decanter... incanta il vino
di Gudrun Dalla Via
Immaginate di versare il vostro "vecchio rosso" preferito nel decanter, lasciarvelo per un minuto, poi versarlo nel bicchiere, degustarlo e … trovarlo perfetto, come se aveste stappato la bottiglia quattro ore prima, con amorevole cura! Oppure di versare un bianco frizzante nel bicchiere per poi vedere e sentire esaltato il perlage e l'aroma!
Da pochi anni, ciò è diventato possibile, grazie all'uso dell'informatica, o meglio della microinformazione energetica, la quale ha fatto il suo ingresso anche nel mondo enologico. Silicon Valley? No, l'italianissima Busto Arsizio. Grazie alle ricerche originali di un'azienda locale, la SOP (Sirio Operating Process), detentrice del brevetto.
Il decanter è mito, è poesia, è un rituale che esalta il piacere di bere un vino rosso arrivato al momento migliore della sua vita. La sua trasparenza ci fa apprezzare il colore del vino, in tutte le sue sfumature - nessuna bottiglia può reggere il confronto!
Tuttavia, a volte non si ricorre al suo contributo per... la fretta. Eppure, un vino speciale non andrebbe forse assaporato con il dovuto cerimoniale?
Il ristoratore - e forse qualche anfitrione - preferisce aprire la bottiglie di pregio davanti agli ospiti per farne apprezzare l'etichetta, l'annata e simili. Ma … attendere mezz'ora o un'ora che il vino sviluppi, nel decanter, le sue caratteristiche organolettiche migliori è effettivamente molto; significherebbe come minimo parlare del secondo oppure sceglierlo quando si è ancora all'aperitivo o prima di sedersi a tavola.
Il decanter realizzato a Busto Arsizio svolge il lavoro in un minuto e risolve perfettamente la situazione. Il vino si versa, se ne ammira il colore e la trasparenza, magari si dedica un minuto per spiegarne l'origine o per commentare l'annata, ed ecco che è pronto per essere gustato nelle condizioni ideali. Un dettaglio non trascurabile: anche se una parte del vino rimane nel decanter per alcune ore, non si deteriora ma conserva inalterate le sue caratteristiche ottimali.
La tecnologia si basa sul fatto che tutti gli elementi e composti presenti in natura, siano essi minerali, vegetali o tessuti biologici, presentano all'interno della loro struttura un'attività vibratoria (di tipo elettromagnetico) con un ben preciso e tipico schema frequenziale. Queste frequenze si presentano con una serie variabile di armoniche identificabili, tra l'altro, tramite l'analisi di Fourier.
Posti i materiali in condizioni fisiche particolari, queste frequenze e le loro armoniche tendono a generare fenomeni di risonanza, un fenomeno simile a quello ben noto nella musica ma del quale debbono tenere conto anche i progettisti di ponti e simili.
A ogni vino il suo bicchiere
Con la tecnologia S.O.P. si informano anche i bicchieri: di vino, di grappa eccetera. L'obiettivo: esaltare le caratteristiche specifiche di ogni tipologia. Così nelle flutes, il perlage risulta più persistente; nei bicchieri per grandi rossi, si sprigionano al naso le migliori qualità del vino, e questo viene percepito al palato come più caldo, morbido ed avvolgente; i grandi bianchi esprimono meglio l'aroma fruttato e così via.
Le microinformazioni trasferite, sia su bicchieri di vetro che di cristallo, infatti sono permanenti e altamente specifiche, secondo le caratteristiche del vino o distillato che si desidera esaltare. Non potremo attenderci di trasformare l'acqua in vino oppure un prodotto di scarsa qualità in uno eccellente - la qualità rimane un fattore intrinseco del prodotto. Tuttavia è possibile modificare il profilo organolettico del vino degustato, esaltandone i pregi e persino mascherando certi difetti. Di sicuro si gusterà con piacere moltiplicato il vino preferito!
Info: www.sopgroup.com
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