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Un grande evento enologico al Salone Nautico di Venezia
I magnifici vini di mare, montagna, pianura e collina
di Valerio Grancoris

A Venezia, in concomitanza con il Salone Nautico Internazionale, il 5-6 marzo sono stati proposti 340 vini di 120 produttori italiani selezionati non solo per l’alta qualità, ma soprattutto perché espressione di un terroir con caratteristiche ben definite: vini di mare, montagna, pianura e collina. La selezione delle cantine è stata curata da Marcello Coronini, giornalista e autore di numerosi libri sul vino e sulla gastronomia. Il Prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano ha deciso in base a precisi criteri pedoclimatici l’appartenenza a uno dei 4 diversi terroir. I produttori sono stati divisi per settore ( vini di mare, montagna, pianura e collina ) in modo da creare un percorso culturale per il visitatore, presente anche una selezione di “sfizi gastronomici” di ottima qualità. La manifestazione è stata la prima occasione per degustare e considerare i vini in funzione di queste differenziazioni e rappresenta l’inizio di un processo che può avere sviluppi a livello mondiale. Come è nato questo nuovo modo di definire il terroir
Terroir è un termine praticamente intraducibile che contiene in sé e indica tutte le caratteristiche di una determinata zona che possono influenzare il vino, dal microclima alla natura del terreno etc.. I francesi hanno impostato le loro fortune enologiche sul fatto che un grande vino nasce solo in un determinato Terroir. Non hanno però mai pensato di evidenziare i quattro aspetti che lo contraddistinguono: mare, montagna, pianura e collina. Da tempo l’amore per il vino ci aveva spinti a considerare l’idea di realizzare una manifestazione che proponesse nuovi contenuti. Quando il caso ci propose Venezia, il nostro primo pensiero corse a vini del mare, nome troppo caratterizzante che contrastava con la volontà di proporre una panoramica del vino italiano. Improvvisamente ci rendemmo conto che se avessimo associato al mare la montagna, la collina e la pianura avremmo potuto presentare tutte le tipologie di vino. Non immaginando che questa idea fosse assolutamente nuova ci rivolgemmo all’amico Attilio Scienza che, oltre a essere un personaggio di grande cultura e simpatia, è uno dei più importanti esperti di viticoltura europei. Fu Attilio che alla domanda sulla novità di questa idea rispose che eravamo i primi al mondo a pensarci, non solo ma offrì la sua collaborazione per svilupparla.

Gli sviluppi dell’idea – un grande progetto
La suddivisione in “vini di mare, montagna, pianura e collina”, è un modo totalmente e immediatamente comprensibile da chiunque perché fa parte dell’essenza della vita. Tutti infatti capiscono che le differenze tra queste tipologie di territorio influiscono sui vini. Questa nuova idea di Marcello Coronini può rappresentare un elemento importante per il futuro del vino italiano. Per un tedesco, un americano, un inglese mare, montagna, pianura e collina sono termini facilmente comprensibili che possono rappresentare il modo per distinguere e riconoscere il vino italiano. Inoltre è da considerare la forte valenza turistica che potrebbe spingere i consumatori di tutto il mondo a considerare, nel scegliere il luogo per una vacanza, la possibilità di associare il piacere di scoprire i vini di un determinato mare, montagna, pianura o collina. I quattro aspetti del terroir cambiano in funzione della posizione geografica e vanno visti nella loro globalità dando molta importanza all’aspetto culturale, alla storia delle genti che hanno nei secoli costruito quello che oggi ci ritroviamo, ai vitigni che questi uomini hanno impiantato spesso con enorme fatica. Considerando che abbiamo depositato un brevetto che investe ogni forma di comunicazione e che l’Italia è il Paese che, oltre a storia e cultura, possiede territori di mare, montagna, pianura, collina come nessun altro al mondo, è evidente che l’utilizzo di questa terminologia potrebbe rappresentare un aiuto per le vendite del vino italiano soprattutto in un momento non facile come questo. “I vini di mare, montagna, pianura e collina” secondo il Prof. Attilio Scienza In linea di massima i vini della montagna si distinguono per la loro eleganza, aromaticità e freschezza , mentre quelli della collina, sia delle zone alpine che appenniniche, esprimeranno più struttura, potenza e complessità. I vini delle zone litoranee da noi propriamente denominati del mare, distinguendoli tra quelli delle regioni più calde da quelli dei climi più temperati, offriranno sapidità, gradevolezza e talvolta anche un chiaro gusto salato. Nei vini delle pianure, molto diversi tra loro se provengono da zone settentrionali o meridionali, si potranno scoprire sensazioni gustative molto diverse, spesso date anche da aromi varietali e da tecnologie enologiche particolari. Attilio Scienza è però convinto, come noi del resto che, stabilita l’appartenenza di un vino a un determinato terroir, le caratteristiche organolettiche non siano sufficientemente distintive e vadano soprattutto valorizzati gli aspetti storico/culturali che rendono unici quei vigneti, quel territorio e quel vino. Come ha detto nella conferenza stampa tenuta al ristorante Agli Alboretti prima di una cena eccellente “Vini di mare, montagna, pianura, collina debbono rappresentare un grande progetto culturale che in questo momento di crisi può rappresentare un grande aiuto per il nostro settore vinicolo.Nel Nuovo Mondo nella realtà cilena, californiana, e australiana, un californiano pianta chardonnay vicino al mare così come in cima alla montagna, da noi non c’è questa possibilità da noi chi vive in luoghi molto diversi per natura geografica produce i vini diversi non perché sono frutto di quella natura, ma perché sono frutto della cultura di quegli uomini che vivono in quella natura, sono quindi i contenuti culturali a fare la differenza”.

INFO:
www.magnificivini.it

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