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Inconto col Grana Padano
C’è anche il gran riserva!
di Cesare Spagna

Una nutrita rappresentanza di giornalisti provenienti da diverse regioni (Veneto, Emilia-Romagna, Trentino, Marche, Lombardia), esperti nei settori dell'agricoltura, ambiente e gastronomia, sono stati ricevuti da Stefano Berni, direttore generale del Consorzio per la tutela del Grana Padano, con sede a Desenzano sul Garda (BS), ricevendo interessanti informazioni sui processi produttivi e sulla situazione commerciale del Grana Padano, leader mondiale dei formaggi stagionati. In precedenza la delegazione aveva visitato a Sommacampagna (VR) la cooperativa AGRIFORM che, con uno stoccaggio di 200.000 forme, con una attività di confezionamento di grana in pezzi, in cubetti, grattugiato, con la novità del grana sigillato e corredato di grattugia girevole "usa e getta" (in commercio col nome "Gira & Gratta") e, soprattutto, con un fatturato di ben 78 milioni di Euro, rappresenta il principale produttore e venditore di formaggi nel Veneto. Si è così entrati nel mondo del Grana Padano, un mondo fatto di esperienza, professionalità, impegno e spirito di intrapresa, teso alla realizzazione di un prodotto tipico: il Grana Padano, che nel 1996 ha ricevuto dall'Unione Europea la Denominazione di Origine Protetta. Vale decisamente la pena di conoscerlo meglio, per apprezzarlo quanto davvero merita. Il Grana Padano viene prodotto nelle terre di pianura a nord del fiume Po (nelle stesse terre che hanno visto nascere il formaggio grana per opera dei monaci benedettini agli inizi del XII secolo). Si produce esclusivamente con latte italiano, munto non più di due volte al giorno, da bovine alimentate secondo regole precise. Giunto al caseificio, il latte viene immesso in caldaie di rame di forma conica, dove viene parzialmente scremato per affioramento naturale della panna; successivamente, con l'azione del siero e del caglio inizia la sua trasformazione in formaggio. Da ogni caldaia vengono poi estratte due masse del peso di circa 40 chilogrammi, che pressate nelle "fascere", assumono da subito l'aspetto tipico delle forme di grana. Balza subito una peculiarità forse non troppo conosciuta del Grana Padano che, essendo prodotto con latte parzialmente scremato, non è costituito di soli grassi saturi, come alcuni pensano; al contrario il Grana Padano è ricco di grassi insaturi, considerati i migliori per l'organismo umano, con una bassa presenza di quelli saturi. Il contenuto medio di colesterolo in 50 grammi di Grana Padano è solamente di 70 milligrammi. Il Grana Padano è poi ricco di proteine, di sali minerali: calcio, fosforo, selenio, iodio, zinco, magnesio, ecc. e di ben sette vitamine. Tornando alle forme novelle, queste vengono subito marchiate col marchio d'origine: un quadrifoglio con impresso il numero di matricola del caseificio, la sigla della provincia e il mese di produzione, nonché le piccole losanghe punteggiate, simbolo del Grana Padano, presenti su tutta la superficie. Dopo la salatura, le forme vengono poste su assi di legno, sistemate in ambianti adatti per l'asciugatura e la stagionatura, che può andare da un minimo di 9 mesi ad un massimo di 24 mesi per il Riserva. Durante questo periodo, le forme vengono girate con apposite macchine ogni quindici giorni, pulite e spazzolate. Così pure vengono verificate manualmente col "martelletto" per controllare che non si manifestino difetti di fermentazione. In questo caso le forme vengono "retinate" ossia ricoperte da segni che mascherano i rombi e il quadrifoglio e tolte dalla stagionatura.
Le forme che superano tutte le prove ricevono il marchio a fuoco "Grana Padano".
Anche sulle confezioni di Grana Padano, in porzioni o grattugiato, deve apparire la riproduzione del marchio (scritte in nero su fondo giallo), per garantire il consumatore che il formaggio contenuto nelle confezioni ha ottenuto la marchiatura a fuoco.

Alcuni dati sul Grana Padano:
nel 2003 le forme prodotte sono state 4.068.673, di cui 845.000 esportate (oltre il 20% della produzione totale); i caseifici 181; nove le province coinvolte nella produzione: Mantova (25,84%), Brescia (23,09%), Cremona (14,83%), Piacenza (12,09%), Vicenza (6,71%), Padova (4,47%), Trento (3,38%), Verona (3,13%), Lodi (1,84%); 50.000 gli addetti a tutto il comparto. Il latte destinato al Grana Padano è stato, sempre nell'anno 2003, di 22 milioni di quintali, pari al 20% della produzione lattiera nazionale. Il Grana Padano è un'importante risorsa per la nostra economia: in un periodo in cui le nostre esportazioni si stanno riducendo o ristagnano, il Grana Padano nel quinquennio 1999-2003 ha raddoppiato le proprie esportazioni: attualmente il 75% è diretto verso i paesi europei, mentre quote significative e in costante aumento vanno verso gli Stati Uniti, il Giappone e il Canada.

Trasparenza e certificazione dei prodotti del Grana Padano
Entro il 2005 i consumatori potranno sapere con esattezza quanti mesi ha il Grana Padano ogni volta che lo acquistano. Nasce entro il corrente anno una segmentazione di tre linee di prodotti. Chi preferisce un formaggio grana delicato di non più di 15-16 mesi di stagionatura, potrà riconoscerlo dal tradizionale marchio "Grana Padano d.o.p.". Chi cerca invece un prodotto più stagionato troverà confezioni che, sotto il marchio, portano la dicitura "Oltre 16 mesi". I formaggi a lunghissima stagionatura (almeno 24 mesi), con precise caratteristiche organolettiche, porteranno l'indicazione "Grana Padano Riserva" apposta a fuoco sulla crosta, accanto al marchio della d.o.p. Ricordiamo che il Grana Padano, competitivo nel prezzo rispetto ad altri formaggi stagionati, è estremamente versatile nella cucina dagli aperitivi alle paste, dalle insalate ai piatti forti. E' straordinario, anche da solo, accompagnato - se possibile - da aceto balsamico, da mostarde, frutta secca, ecc. ed abbinato obbligatoriamente ad un buon bicchiere di vino.

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