I bizzarri segnalibri del grande Magliabechi
Bibliotecari anti-gourmet
La incredibile e triste storia del "candido" Magliabechi
e del primo incontro tra cibo e biblioteche
Antonio Magliabechi fiorentino (1633-1714) fu bibliotecario della Palatina di Firenze e raccolse una ricchissima privata biblioteca che lasciò a pubblico uso. Era uomo di straordinaria dottrina e famoso per essa in tutto il mondo, per cui ben indovinato può dirsi l'anagramma che fu fatto del suo nome:
IN VNVS BIBLIOTHECA MAGNA
che forma l'anagramma purissimo [ma c'è una B di troppo] di
ANTONIVS MAGLIABECHIVS...
...Ma il Magliabechi era uomo di stranissimi costumi. Teneva i suoi libri in sommo disordine: "è noto a chi che sia, scriveva egli stesso, che tutti i miei libri tengo ammassati, onde per prenderne uno, è necessario il rovinarne dugento". Viveva solitario e come già altri misantropi, aveva fatto un buco nella porta dal quale spiava chi venisse a battere ad essa e se non era persona nota e che gli garbasse di ricevere, poteva battere a suo piacere che egli non apriva. La sua salvatichezza e la franchezza del parlare gli crearono molti nemici...
Del Magliabechi scriveva il Tipaldo: "Fu l'uomo più brutto, più trascurato, più sudicio, più erudito che fosse al suo tempo"...
Come ciò non bastasse, si diceva che il povero Magliabechi, cibandosi di ordinario di salumi, poiché non voleva servi per casa e non intendeva perder tempo a cucinarsi pietanze, adoperasse le fette di salame come segnalibri e questo forse è vero, poiché anche ai tempi miei se ne sono ritrovate.
Da: Giuseppe Fumagalli. Aneddoti bibliografici. Roma, A. F. Formiggini, 1933
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