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Il primo vino italiano al miele
Melitites
di Piero Valdiserra

A Lazise, cittadina di 6.000 abitanti sulla sponda veronese del Lago di Garda, si è tenuta agli inizi di ottobre la ventinovesima rassegna nazionale di apicoltura "I giorni del miele", considerata la più grande vetrina dei mieli italiani a valenza europea. La manifestazione ha avuto come ospite d'onore un'altra città italiana del miele, la marchigiana Matelica, che proprio sulle rive del Benaco ha presentato come novità assoluta il primo vino italiano al miele: Melitites.
Melitites, ovvero il vino al miele in senso letterale, trae il suo nome addirittura dalla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, e ricorda come fosse un antico uso romano quello di aggiungere talvolta nel succo d'uva un cucchiaino di miele. Altri tempi, allora, per la scelta e per la lavorazione delle uve: e molti ipotizzano che il miele, come altri additivi e aromi naturali del vino dell'epoca, avesse il preciso significato di nascondere i frequenti difetti dei trattamenti enologici dell'antichità.

Se il nome è antico, il progetto è modernissimo. Melitites è infatti figlio dell'esperienza e delle emozioni di due aziende d'avanguardia: la Cantina Belisario e la Cooperativa Apicoltori Montani di Matelica. Nel ricordo e nella ricerca del sano edonismo legato ai sapori agroalimentari, negli ultimi tre anni è stato messo a punto un nuovo modo di pensare e di fare il vino. Si è unita cioè la magia della fermentazione alcolica del mosto alla carica di potenza dolcificante del miele, ricercando nella peculiarità d'origine dei due ingredienti - il mosto di Verdicchio e uno specifico miele di Matelica - il valore destinato a distinguere la particolarità dell'unione sinergica.

Melitites Il risultato è Melitites, un nuovo vino che estremizza la caratterizzazione delle armonie aromatiche mediterranee: la corposità strutturale del Verdicchio di Matelica e la complessa fragranza sensoriale del miele di alta collina. Vino nuovo e, soprattutto, vino vero: diverso, quindi, dal vecchissimo idromele, che si otteneva facendo fermentare una determinata quantità di miele disciolto in acqua (in assenza totale di mosto d'uva).
Dolce, strutturato, caldo, armonico, morbido ma mai stucchevole, Melitites è ricco degli aromi primari e secondari del Verdicchio, e riecheggia le rotondità sensuali del miele dell'Alta Valle Esina. I parametri sensoriali dei due "ingredienti" del vino si richiamano a vicenda e si bilanciano perfettamente.
Secondo le parole di Roberto Potentini, l'enologo che ha tradotto l'innovativo progetto in una splendida realtà, "è un vino da dessert, da meditazione e da chiacchiere, da fumo e da musica, un vino da mezzanotte...".

Sentito a Lazise al termine del pranzo ufficiale di presentazione, alla presenza delle autorità e della stampa, davanti a un vassoio stuzzicante di dolcetti marchigiani, Melitites ci è parso molto elegante e molto "lungo", grazie al suo retrogusto così carico di melliflue suggestioni. E sappiamo che Potentini, infaticabile, sta già lavorando a nuove messe a punto e a nuove varianti del neonato Melitites: un prodotto che si affaccia sul mercato con i crismi del successo, e che potrebbe aprire la strada ad altre sperimentazioni analoghe nei tanti territori del vino e del miele del nostro Paese.

Info: tel. 0737.787247

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