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Alla scoperta di Cortina tra cucina natura, storia e cultura
La Regina dei sapori nel "Gioiello della Regina"
di Benedetta LapilliGioiello della Regina

Tra le montagne più invidiate del mondo - accoccolata in una piccola valle - risiede un luogo incantato in cui - ancora oggi - riecheggiano dolcemente i sapori di epoche passate. I cereali hanno ancora il profumo di una volta, nelle malghe si lavorano i prodotti tipici della zona secondo una antica tradizione, impossibile non rimanere ammaliati dai profumi forti della montagna tutti rigorosamente conditi da una brezza inimitabile. Sono questi gli ingredienti principali di una cucina povera, quella Ampezzana, che da sempre fa gola anche ai palati più difficili e ricercati. Stiamo parlando di Cortina D'Ampezzo, una delle mete sciistiche più invidiate al mondo, una perla di rara bellezza in cui mille anni di storia, miti e leggende convivono in luoghi dal fascino immutabile. Ma anche una delle zone più gustose di tutte le Dolomiti, perché si sa, da sempre anche il palato vuole la sua parte.

La tradizione gastronomica ampezzana nasce nel tempo grazie all'insieme di diversi fattori: innanzitutto le materie prime, reperibili in questa zona e soprattutto la fantasia degli abitanti capaci di trasformare quel poco di cui disponevano in piatti semplici ma appetitosi ed energetici e infine le influenze tirolesi e asburgiche e venete. Tre sono, infatti, i cuori che battono nelle Dolomiti: uno italiano, uno ladino ed uno tirolese e tre sono le tradizioni che si fondono in cucina per dare vita a leccornie uniche nel loro genere. Come dimenticare/non ricordare le fave, le minestre d'orzo, i crauti, i salumi pazientemente stagionati e i formaggi sapientemente addormentati nelle malghe. Ma ancora canederli, grossi gnocchi di pane raffermo bianco o scuro aromatizzati in vari modi, i casunziei, costituiti da rape rosse, gialle o verdi grazie ad un particolare impasto di erbe mangerecce tipici della stagione primaverile, e gli immancabili dolci: dalla torta "Frìzes", un tipico dolce tirolese ai "nìghele", piccoli krapfen vuoti spolverati da zucchero a velo e aromatizzati da semi di papavero e miele; dalle "fartàies", frittelle di uova, farina e latte, al classico e ormai famoso "strudel", dolce di stampo ladino preparato con mele e frutta secca con un inconfondibile profumo di cannella.

bar ghiacciato In questo variegato panorama di prelibatezze, troviamo tanti ristoranti in grado di soddisfare anche i gusti più capricciosi e fra questi una menzione particolare va fatta ai ristoranti del Hotel Cristallo: La Terrazza, La Veranda, Il Cantuccio e il più romantico la Stube. Ingredienti di questa cucina sensoriale una "Grande Carte" elaborata per i palati più fini e una vetrata vista Tofane, cornice perfetta delle specialità offerte dallo chef Luigi Sarsano. Gusto, raffinatezza, sapori ma anche tradizione si fondono in creazioni davvero uniche nel loro genere: salmì di capriolo, polente, tortini di porcini addormentati in forno, baccalà mantecati, bolliti, casunziei al burro fuso e papavero fino a giungere al rinomato "Risotto Cristallo". Il risultato?una sintesi perfetta di sapori e profumi, una sinergia unica che coniuga gusto olfatto e vista a 360°. Insomma un vero tempio del gusto dove è possibile cenare, conversare piacevolmente, assaporare rarità enologiche e champagne di pregio unico. Impossibile non lasciarsi stregare.

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