L'antiproverbio
Tanto va la gatta...
di Gianni Capra
Su suggerimento di lettori:
1) Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino
A cui rispondo:
2) La fortuna aiuta gli audaci
Abbastanza problematico, stavolta: se non fosse un invito, avrei cambiato coppia! Perché?
Perché in cucina, amici, l'esagerazione non porta mai a niente di buono, per cui intavolare il confronto fra i nostri due parrebbe battaglia persa.
Ma se invece di esagerazione si parlasse di "osare", di audacia, la cosa cambia, non Vi pare?
Continuare con "Chi s'accontenta gode", appesantito con un carico da undici come "Chi troppo vuole nulla stringe", ci vieta forse di opporre un blando "Chi non risica non rosica", con un abbastanza sconcertante (dato l'ambito di applicazione della contesa) "ambire a cento per ottener cinquanta"? Senza contare la splendida aggiunta di Ligabue nella notissima "Certe notti" ove canta "Chi s'accontenta gode... così così".
(Una citazione ogni due articoli me la passerete, no?)
Sì, mi sto un po' arrampicando sugli specchi, ma riconoscerete che qualora l'accento si spostasse sull'audacia, una condanna di questa, una difesa ad oltranza della moderazione, porterebbe alla negazione della creatività; per creare è necessaria l'audacia, il coraggio; se qualcuno, se tanti, non avessero dato sfogo a questi istinti, mangeremmo le stesse cose dalla notte dei tempi!
E poi, tante volte l'audacia in cucina andrebbe completamente contestualizzata, storicizzata; non si conosce perfettamente né il quando né il come, ma certi accostamenti, certi gradi di cottura, certe dosature, facevano sicuramente scandalo in un certo tempo, ma magari erano assolutamente nella norma due secoli prima o sono del tutto scontati ai nostri giorni...
Ora, da cerchiobottista dichiarato, torniamo a favore del primo: se a furia di "un pizzico di sale in più" si passa un certo limite, non v'è la possibilità di recupero, e qui (ovvero sfruttare il filone dell'esagerazione) è come sparare sulla croce rossa; un pochino più ardimentoso invece è il disquisire sull'opportunità dell'osare ad ogni costo, praticato a larghe mani dai grandi e famosi cuochi, che per i nostri palati di non così alto lignaggio è spesso fonte di notevole sconcerto, pur spesso dissimulato dalla voglia di mostrare di saper apprezzare anche le più evidenti stramberie, giustificate spesso solo dalla volontà, anche dichiarata, di stupire.
Per favore in cucina ed a tavola non tocchiamo però l'argomento quantità, sia nel numero di portate che nella dimensione delle stesse; qui il cerchiobottista diventa intransigente e fazioso: Vi prego, mai e poi mai metterò in discussione la moderazione. Non riuscirete a convincermi in alcun modo, comunque se volete provare, l'indirizzo eMail è il solito: gianni@mensamagazine.it ... e poi, in ogni caso, conscio di dire una cosa molto impopolare: "cos'è questa mania del "tris"???
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