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La stagione degli spumanti
Guida ragionata sulle bollicine nazionali e i must per scegliere bene e non sbagliare la bottiglia per le feste di fine anno
di Enophilus

mostra nazionale spumanti Manca poco alle feste natalizie e quale migliore occasione per parlare e per gustare i nostri tanti Spumanti? Sì perché il nostro è davvero il Belpaese dei mille spumanti, da quelli più rinomati e conosciuti - dal Prosecco Doc Conegliano Valdobbiadene, all'Asti Docg, il Franciacorta Docg, l'Oltrepo' Pavese Doc, il Trento Doc - a quelli emergenti o persino sconosciuti. Una ricchezza produttiva che permette alle bollicine italiane di farsi preferire sempre di più al classico Champagne francese. E' questa la stagione degli spumanti. Se infatti per il vino gli acquisti domestici si distribuiscono con buona regolarità nel corso dell'anno, per gli spumanti si registra un picco di richieste proprio in prossimità del brindisi di fine anno. Lo confermano infatti i dati ISMEA presentati per l'Osservatorio Nazionale sugli Spumanti nel corso dell'ultima edizione della Mostra Nazionale degli Spumanti di Valdobbiadene (TV) che appunto dimostrano come il 61% degli acquisti da parte delle famiglie italiane si siano concentrati nei mesi di dicembre 2003 e gennaio 2004.
Lo spumante italiano continua dunque a soffrire di una marcata stagionalità, benché il settore si stia impegnando a far uscire questo prodotto dalla sua tradizionale funzione d'uso, legata a festeggiamenti e ricorrenze, per valorizzarne le possibilità come aperitivo o a tutto pasto.

L'Italia al terzo posto nella produzione mondiale
Ma le ombre giungono sia dalla scarsa conoscenza ed informazione da parte del consumatore medio sulle diverse caratteristiche e peculiarità delle bollicine, che in generale dal scarso consumo interno; il nostro si attesta a circa 2 bottiglie procapite, mentre quello della Francia è di 5 e in Germania 6. La produzione complessiva italiana colloca il nostro paese al terzo posto nel mondo - dopo la Francia con 500 milioni bottiglie, la Germania con 400 milioni bottiglie e prima della con Spagna 220 milioni bottiglie. I nostri 250 milioni di bottiglie annue, sono di metodo charmat (235) e di metodo classico (17).

In leggera crescita i consumi domestici
Dati invece più incoraggianti arrivano dai trend di crescita nei consumi domestici, anche se le famiglie scelgono per l'acquisto soprattutto supermercati o ipermercati, (74%), tralasciando le enoteche (2%) o bottiglierie. A differenza di quanto avviene per i vini in generale, l'ISMEA rileva che i consumi domestici di spumante in Italia sono in leggera crescita con un aumento del 2% nel 2002 e di un altro 4% nel 2003, fermo restando che le bollicine rappresentano il 6% dei quantitativi acquistati dalle famiglie italiane per quanto riguarda i vini in generale. Anche la spesa sostenuta dalle famiglie per acquistare un litro di spumante è salita del 5% tra il 2002 e il 2003 toccando i 4,2 Euro. In ogni caso più di metà dei nuclei familiari ha acquistato, nel corso dell'anno, almeno 1 bottiglia di spumante, senza considerare i consumi extradomestici.

Lo Spumante? E' come una donna affascinante
Il Rapporto 2004 dell'Osservatorio Nazionale sugli Spumanti conferma che lo spumante italiano gode di una positiva immagine nell'immaginario comune del consumatore medio, associandosi spontaneamente a sensazioni ludico-edonistiche come allegria, seduzione, spensieratezza, leggerezza, piacere, autogratificazione, aggregazione, convivialità, eleganza, romanticismo, festa ecc., mentre le donne scelgono di abbinare lo spumante al profilo di una donna piuttosto giovane, affascinante, allegra, briosa, socievole e che si fa notare.
Proprio questi aspetti inducono gli esperti a pensare che esista un ampio spazio e potenzialità per un riposizionamento del prodotto "Spumante", puntando in particolare a dare un'immagine nuova e più giovane delle bollicine tricolori.

I consigli giusti per non sbagliare il brindisi
Come abbiamo visto, non tutti i consumatori sono in grado o non sanno orientarsi adeguatamente fra le tante offerte della nostra produzione spumantistica e allora ecco alcune "dritte" consigliate da Altamarca, - Associazione di promozione dell'alta collina trevigiana del Prosecco Doc Conegliano Valdobbiadene www.altamarca.it - che organizza ogni anno la Mostra Nazionale degli Spumanti. E' utile riconoscere gli Spumanti, sapere come vanno serviti, conservati, ecc. Innanzitutto bisogna sapere che esistono due metodi principali di produzione che danno origine a prodotti molto diversi fra loro:

  • Metodo Italiano o charmat
    Secondo molti esperti bisognerebbe riappropriarsi della corretta denominazione "Italiano" per indicare il metodo di produzione dello spumante in autoclave, oggi nettamente prevalente in Italia. Infatti il brevetto, risalente al 1895, dell'autoclave appartiene all'astigiano Francesco Martinotti. Ma qualche anno dopo fu il francese Eugene Charmat ad utilizzare in modo estensivo l'autoclave, lanciandola sul mercato. Il suo nome quindi si è sovrapposto a quello dell'inventore, ma sempre più spesso gli spumantisti italiani parlano oggi di metodo Martinotti o italiano tout court per ripristinare la verità storica e ridare all'Italia quello che è dell'Italia.

  • Metodo Classico o Talento
    Lo Spumante prodotto attraverso la rifermentazione in bottiglia da molti anni non si può più chiamare "champenois" e sono stati diversi i tentativi compiuti per trovare una nuova denominazione univoca. Dalla dicitura Metodo Classico, Metodo Tradizionale o Talento. Questo è il nome che Mauro Lunelli, AD della Ferrari di Trento, ha annunciato, nel corso della recente Mostra Nazionale degli Spumanti, di voler rilanciare attraverso la presentazione un apposito disegno di legge attualmente in esame presso il Ministero.

Come servire lo Spumante
Per prima cosa bisogna portare lo spumante alla giusta temperatura di servizio: per uno spumante metodo classico e Charmat 8°C, per uno spumante con residuo zuccherino 12°C. Lo spumante deve essere servito freddo, per valorizzare il perlage, l'acidita' e i profumi.
La bottiglia va tenuta ben stretta con la mano, il cui pollice va appoggiato sul tappo a fungo; si svita poi la gabbietta protettiva e con la mano sinistra si procede ad una leggera, ma decisa rotazione della bottiglia - sempre nello stesso senso - mentre con la destra si tiene saldamente il tappo che a poco a poco uscirà senza fare rumore. E' da evitare quindi il classico botto, ma le eccezioni sono naturalmente ammesse.

Appena estratto, il tappo va portato al naso per verificare che non presenti odori sgradevoli. Prima della mescita, si deve procedere al rapido esame organolettico (vista, olfatto e gusto) del prodotto, versato nel bicchiere da degustazione in cui viene versato per circa 1/3 della sua capacità.

La flute alta e stretta è sicuramente dal punto di vista estetico più gradevole, ma per apprezzare maggiormente i profumi e gli aromi dello spumante è preferibile un calice più panciuto tale da permettere il movimento del vino e convogliare i profumi al naso. Lo stelo del calice deve essere alto poiché la mano non deve mai trasmettere calore al vino. Per gli Spumanti dolci e aromatici, es. l'Asti, è consentito l'uso della coppa.


La conservazione in cantina
Se vogliano conservare bene lo spumante in casa è bene seguire alcune indicazioni. La cantina domestica in primo luogo deve essere asciutta, meglio se interrata e leggermente aerata. La temperatura deve rimanere costante attorno ai 12 - 15 °C. La luce deve essere sempre tenue ed è importante tenere le bottiglie coricate in modo che il vino bagni il sughero e lo mantenga turgido, assicurando una buona tenuta. Attenzione a non collocare le bottiglie vicino ad alimenti o altre fonti di odori perché attraverso il sughero il vino potrebbe risentirne.
Per quanto riguarda il tempo di conservazione in linea di massima sino ad un anno dalla vendemmia per gli spumanti dolci ed aromatici come Cartizze, Asti, Brachetto, sino a due anni al massimo per gli charmat secchi come il Prosecco Doc Conegliano Valdobbiadene e 3-4 anni per gli spumanti classici a partire dalla data di sboccatura.

Bottiglie per ogni... misura
Sono ben 8 i tipi di bottiglia di diversa capacità per lo Spumante: si va dalla classica 0.75 sino ai grandi e grandissimi formati da 12 e persino 15 litri. Nel dettaglio questi sono i nomi attribuiti alle diverse bottiglie in base alla loro capacità:Classica 0.75 litri; Magnum 1.5 litri; Jeroboam 3 litri; Rehoboam 4.5 litri; Mathusalem 6 litri; Salmanazar 9 litri; Balthazar 12 litri; Nabuchodonosor 15 litri.

I "Grandi Spumanti 2004"
Diventati "esperti" nel maneggiare o conservare una bottiglia, resta da scegliere l'etichetta giusta. Le indicazioni si sprecano tra guide e riviste, ma Altamarca propone quelle emerse dal Concorso Nazionale "Grandi Spumanti 2004" realizzato con il riconoscimento del Ministero alle Potiche Agricole e con l'organizzazione tecnica di Assoenologi, in occasione della recente 41° Mostra Nazionale degli Spumanti, che ha premiato con i Nastri d'Oro, Argento, Bronzo i tre migliori spumanti partecipanti per ogni categoria.
Ecco i vincitori dei "Grandi Spumanti 2004"

I Nastri d'oro

FRANCIACORTA DOCG BRUT SATEN "CUVÉE MONOGRAM"
Az. Agr. Castel Faglia

FRANCIACORTA DOCG BRUT MILLESIMATO "CUVÉE MONOGRAM" 1998
Az. Agr. Castel Faglia

ASTI DOCG 2003
Terrenostre

OLTREPO' PAVESE DOC PINOT NERO CLASSESE BRUT 1999
Az. Agr .Monterucco

TRENTO DOC TALENTO MILLESIMATO "ALTEMASI RISERVA GRAAL" 1995
Cavit

PROSECCO DI VALDOBBIADENE DOC BRUT 2003
Az. Agr. La Tordera

PROSECCO DI VALDOBBIADENE DOC EXTRA DRY
Le Bellerive Az. Agr.

PROSECCO DI VALDOBBIADENE DOC DRY MILLESIMATO 2003
Col Vetoraz Spumanti

COLLI EUGANEI DOC FIOR D'ARANCIO DOLCE 2003
Az. Agr. Cà Lustra

MOSCATO DI SARDEGNA DOC DOLCE "MOSCATO DI TEMPIO" 2003
Cantina Soc. di Gallura

BRUT "OPERE TREVIGIANE"
Villa Sandi

BRUT MILLESIMATO RISERVA "OPERE TREVIGIANE" 1998
Villa Sandi

PINOT VINO BRUT 2003
Tenuta S. Anna

BLANC FRIPON EXTRA DRY 2003
Cave du Vin Blanc De Morgex et de la Salle

EXTRA DRY "SERGIO" 2003
Mionetto

VESPAIOLO DEMI-SEC 2003
Cantina Sociale B. Bartolomeo da Breganze

MOSCATO DOLCE "PETALI" 2003
Fazio Wines

 

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