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Nella terra natale di Giosuè Carducci
A Bolgheri cipressi e...vini "alti schietti"
di G. C.
Nella terra natale del grande poeta Giosuè Carducci a 20 anni dal riconoscimento della DOC e a
| Giosuè Carducci |
| 10 anni dalla modifica del disciplinare di produzione della DOC "Bolgheri" in cui è stata inserita e riconosciuta la sottozona "Sassicaia", il Consorzio di tutela sente la necessità di un forte aggiornamento e di studiare un nuovo progetto. " Sarà una modifica della Doc o la scelta Docg - dice il presidente marchese Nicolò Incisa della Rocchetta - oggi non si può dire; dipenderà dai riscontri e dalle analisi che Giampietro Comolli presenterà al Consiglio di Amministrazione. Gli abbiamo affidato un ampio incarico temporale per raccogliere le idee dei produttori e stendere una ipotesi di lavoro.Le scelte e gli obiettivi che deciderà il Consorzio dipenderanno dalle valutazioni tecniche e oggettive che emergeranno dalla approfondita indagine." Il Consorzio rappresenta la totalità dei produttori storici della DOC Bolgheri, ma molte nuove e forti realtà imprenditoriali sono arrivate in zona negli ultimi anni con idee e proposte innovative e con investimenti significativi, impegnati tutti a sviluppare una vocazione territoriale non solo enologica. Il territorio vitato è passato da 300 ettari nei primi anni '90 agli attuali 900, diversi vigneti non sono ancora in produzione e sono stati introdotti vitigni nuovi: una crescita significativa che triplica le potenzialità produttive e amplia le tipologie e le caratteristiche dei vini cui si deve garantire una carta di identità territoriale e una riconoscibilità per il consumatore. Inoltre lo studio di zonazione ha fornito primi risultati utili, ma sicuramente non esaustivi e non riferibili alle nuove aree vitate pertanto è fondamentale continuare il monitoraggio di un territorio che ha visto crescere diverse imprese, piccole e grandi, proprio nell'ottica della ricerca e della innovazione di vini di qualità, oramai conosciuti in tutto il mondo. Per questo il Consorzio considera fondamentale individuare un nuovo progetto che metta insieme l'innovazione produttiva, la crescita delle imprese, i nuovi marchi e la tutela della origine territoriale, seppur con tutte le differenzazioni che la zonazione viticola ha dimostrato.
"E' un'altra sfida che mi piace affrontare."Dice Giampietro Comolli che, dopo la parentisi da manager in imprese in Trentino e in Lombardia, ritorna ai Consorzi di tutela. " La Doc Bolgheri non ha bisogno di essere valorizzata, deve semplicemente diventare un esempio di come i vini di qualità devono innovarsi con continuità, sotto controllo analitico, sperimentale e di mercato. A Bolgheri ogni azienda è un marchio forte con vini da Oscar, ogni impresa lavora per migliorare la qualità e per raggiungere obiettivi di garanzia per il consumatore. In un momento in cui molti vini italiani sono di altissima qualità, l'eccellenza e i porta bandiera del made in Italy devono dare ancora di più, in immagine globale e in stile. Ecco uno dei miei primi obiettivi: lo stile Bolgheri e, di conseguenza, il valore globale dei vini di qualità che ha un peso ben diverso dal solo e semplice calcolo del prezzo commerciale. Senza dimenticare i grandi territori limitrofi e i vini IGT Toscana - i Supertuscans -, prodotti da molte imprese e diventati il simbolo della nuova e innovativa enologia italiana che continua a primeggiare nelle degustazioni mondiali." Se queste sono le premesse, la creazione della nuova piramide della denominazione Bolgheri sembra già cosa fatta e la valorizzazione del cuore pulsante e centrale della Costa degli Etruschi la prima naturale conseguenza dell'impostazione enologica.
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