Il Galateo sulla bottiglia: tra grappe sante e vini antimafia
Questione di… etichetta
di Rino Pensato
Di vinsanti ce n’è tanti, e fa anche rima. A parte i vinsanti, abbiamo verificato che anche tra i vini profani sono numerosi i vini recanti, per svariati motivi, nella propria denominazione, o sull’etichetta, i termini San o Santo/Santa.
Quel che non ci aspettavamo, e l’abbiamo invece riscontrato in una vecchia bottiglia in cantina, è un’associazione, diciamo, più forte, in tutti i sensi, a cominciare dalla gradazione, di un Santo (nuovo ma tra i più venerati al mondo) con un superalcoolico.
Come potete vedere nella foto, si tratta della (peraltro eccellente al gusto) Grappa Padre Pio (non era ancora Santo). Niente di particolarmente scandaloso o “disgustoso”, per carità, c’è ben altro. Però dovete ammettere che la cosa fa un po’ effetto, soprattutto se pensiamo al santo delle Stimmate, fonte di sofferenze per decenni per il burbero e schietto frate originario di Pietralcina (BN) e vissuto poi fino alla morte a San Giovanni Rotondo (FG), due paesi che, a loro volta, non si può dire che (come avviene in tutti i luoghi a vocazione religiosa e sacra) non abbiano tratto profitti (talvolta in modo davvero discutibili e sgradevoli) dalle circostanze.
Due etichette che suscitano solo pensieri e sensazioni piacevoli sono le altre due che potete vedere qui riprodotte.
Una celebra molto simpaticamente il centenario della nascita del grande Mario Soldati, forse il caso più eclatante in Italia di grande scrittore che sia stato grande altrettanto come buongustaio e “ghiottone errante” (dal titolo del celebre libro del suo collega Paolo Monelli). Tra gli interessi enogastronomici di Soldati il più intenso era indubbiamente il vino e bene fece dunque l’azienda agricola Corte Madonnina (anche qui uno spunto di sacro) a dedicare un Fortana del 2006 (centenario della nascita di Soldati) allo scrittore piemontese. L’etichetta, come si vede dalla foto, ci sembra molto bella e il nome anche (“Tanto piacere”).
La terza, infine, quella che più ci emoziona per il suo significato sociale è l’etichetta Placido Rizzotto.
Il vino Placido Rizzotto, bianco, rosso e catarrato, delle Cantine Centopassi, è prodotto della Cooperative Libera Terra, che aderisce alla rete Libera di Don Luigi Ciotti. Il nome Centopassi è naturalmente tratto dall'omonimo film di Marco Tullio Giordana, dedicato a Peppino Impastato.
Placido Rizzotto (Corleone, 2 gennaio 1914 – 10 marzo 1948) è invece il nome di un sindacalista italiano, rapito e ucciso dalla Mafia. La sua vita è stata raccontata al cinema nel film Placido Rizzotto di Pasquale Scimeca (2000).
La cooperativa Libera Terra, nata nel 2001, gestisce terreni agricoli confiscati alle mafie, aderisce, come ricordato, a Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e al CONAPI, Consorzio nazionale di apicoltori e agricoltori biologici. Il Bianco 2006 ha vinto l'Oscar qualità/prezzo del Gambero Rosso e compare nell' Almanacco del Berebene 2008. Un riconoscimento che qualifica la bontà di un vino giovane e legato ai valori della realtà che lo produce, con attenzione al prezzo al consumatore.
Questo vino (13°) si presenta con un colore giallo paglierino chiaro e sfumature giallo verdolino, molto trasparente e si abbina al meglio con Antipasti di pesce e verdure, Risotto con pesce e crostacei, Pesce saltato.
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