MenSA Menu Storici e d'Autore
UserId PassWord
homepage
direzione e redazione
sommario
editoriale
le rubriche

i menu
archivio
banca dati
amici di MenSA
 
le regole del gioco le regole del gioco
di M. Montanari
MenSArIO - I blog di MenSA MenSArIO
I blog di MenSA

MenSA - la copertina


Girate al largo…
Il “minimalismo” nella ristorazione
di Attilio Scotti

Ai miei tempi questa parola non esisteva. Wikipedia l’enciclopedia (libera) fa risalire questa parola ad un corrente artistica americana. Mi ero fatto l’idea che questa parola significasse: semplice, senza fronzoli, concreto. Fatto sta che il minimalismo ha contagiato anche i ristoranti e molte Guide blasonate nel descrivere l’ambiente, il locale (ed i piatti) usano la parola “ristorante minimalista”.

Ho voluto sedermi ad un locale minimalista, elogiato e con tanto di Stella. Entro: arredo francescano, tanto da far fatica a trovare un attaccapanni per il cappotto, pareti lisce, grandi sedie di plastica bianche disegnate da uno stilista, “mise en place” minimalista, lista dei piatti e dei vini in una elegante e minimalista copertina di plastica. Ordino: crostino di polenta con emulsione di baccalà (grammi 50) servito in un piatto piccolissimo,  spaghettini alla bottarga (piatto ovale bianco enorme) con dieci spaghetti dieci spolverati da bottarga di muggine, mini scaloppa di branzino allo zenzero con emulsione di spinaci (sembrava quel cono di carta con cui da bambini si giocava al telefono), e per dolce un bicchiere di vetro (grande)  con dentro tre fettine di ananas e una pallina da mini golf) di gelato. Con una bottiglia di vino bianco dell’Abbazia di Novacella (Alto Adige) il conto minimalista portato al tavolo era di euro 135 (centotrentacinque). Sono uscito con lo stomaco che reclamava, ma avevo provato, finalmente, il minimalismo nella ristorazione.

Il giorno dopo mi sono rifugiato in un ristorante normale (al Bue Grasso in quel di Carrù in Piemonte tel.0173.75.695) ho degustato un bollito misto gigante (7 tagli, 7 bagnet) un brodo perfetto e,  con una ottima bottiglia di Freisa,  ho pagato euro trentasette (caffè compreso).

PS All’attenzione dei ristoratori:
vi stanno giungendo e-mail nelle quali si informa che il vostro locale è stato prescelto e premiato con l’eccellenza ecc. e vi mandano attestati ecc. e chiedono un “contributo” economico. Sono patacche che pagherete care e valgono come il due a briscola. Girate al largo!

invia questo articolo   






[I ricettari dagli utenti]

aggiornato al 24.02.2009 info@mensamagazine.it - MenSA 1997-2007©

Valid CSS!