Un prodotto a "tre mani"
Nozze fra panettone torcolato con la benedizione di Maculan
di Gastrophilus
Sonia e Dario Loison sono pasticceri non per mestiere ma per virtù, che dura dal 1938. Nel loro laboratorio artigianale di Costabisara, a 15 chilometri da Breganze, la parola qualità non è mai usata impropriamente, ad essa i Loison hanno dedicato impegno e fantasia.
Era inevitabile che Sonia e Dario incontrassero Fausto Maculan e decidessero di collaborare per ottenere un prodotto a "tre mani".
L'aspetto qualitativo è stato seguito con il consueto approccio di Fausto Maculan verso la qualità. Uno studio della materia ha portato alla determinazione: il panettone altro non è che un pane arricchito e reso più buono con l'aggiunta di zucchero, uova, frutta secca. Pertanto è un prodotto lievitato di pasticceria cotto nel forno.
La scelta degli ingredienti è decisiva: per esaltare l'impiego del vino in un prodotto che cuoce nel forno abbiamo cercato di non far evaporare il Torcolato mantenendolo all'interno dell'uvetta. La quantità di Torcolato è 50 mi di vino per ogni chilogrammo di panettone. Facciamo rinvenire la miglior uvetta possibile, quella con la buccia più sottile e con gli aromi più freschi, affogata nel vino Torcolato per lungo tempo e abbiamo eliminato l'uso dei canditi che disturberebbero l'equilibrio creato sapientemente con quest'uvetta rinvenuta nel vino. La stessa selezione quasi maniacale è stata messa nella scelta del resto delle materie prime dal miscuglio di farine alle uova, dal burro al miele, per avvicinare l'aroma a quello del vino.
La lievitazione è fatta con lievito madre: un blocco di pasta lievitante conservato da anni dalla famiglia Loison con immensa cura e gelosia. Ogni giorno è nutrita con nuova farina e sempre giornalmente se ne può prelevare una piccola quantità che serve a far lievitare la partita di panettoni da infornare in quel giorno. Ciò dà ai panettoni al Torcolato un timbro e una personalità unici.
La cottura avviene lentamente in forni a temperature differenziate e con tempi variabili, con controlli scrupolosi in modo di far esaltare la spumosità, evitando le sensazioni di mollica di pane. Bisogna cuocere senza bruciacchiare o annerire né il fondo né la superficie del panettone. Anche il raffreddamento dopo l'uscita dal forno è curato con tempi lunghi e di conseguenza larghissimi spazi.
La pasta deve essere morbida ed avere la giusta sofficità. Un sottile gioco di buchi e di pieni, nel quale c'entrano umidità, untuosità e freschezza, giusta dose degli ingredienti ed uova in particolare. E'uno dei punti chiave in cui l'esperienza dell'artigiano Loison viene fuori e con risultati strabilianti. La sofficità si avverte tagliando, si intravede guardando, ma si ritrova toccando e masticando. Tutti i sensi ne sono coinvolti sviluppando un momento realmente sensuale.
L'umidità è un altro fondamentale pilastro della qualità. Essa contribuisce alla sofficità ma anche alla durata della stessa. Infatti, il panettone, al contrario del pane, deve mantenere la sofficità per un lungo periodo, almeno sei mesi, e deve sempre risultare fresco. L'umidità deve, non solo nascere giusta, ma anche mantenersi, pertanto l'imballo deve evitare qualsiasi perdita dell'acqua. La vista deve essere gratificata in ogni aspetto. Un incarto fatto a mano, con note cromatiche tono su tono con un nastro annodato danno l'immagine artigianale e d'indubbia ricercatezza e qualità. Il panettone basso ha un'immagine più di pasticceria mentre un panettone alto dà più l'idea di grande industria. Tagliando il panettone se ne apprezza la grana ed il colore. Il giallo carico del panettone al Torcolato ben si sposa con il paragone di "pane arricchito": nessun colorante è usato solo delle uova provenienti da galline ben alimentate che danno prodotti gialli e sani. La punteggiatura di color marrone dell'uvetta ben distribuita su tutto il panettone contrasta col giallo e rende la visione di una fetta di panettone una festa per gli occhi.
In bocca il panettone deve avere la giusta consistenza tattile ed essere equilibrato. I gusti dolce, salato, acido e grasso sono in armonia fra di loro. Il dosaggio degli ingredienti deriva da antica sapienza e il panettone al Torcolato è come le ciliegie, non stanca e dopo una fetta se ne può mangiare un'altra.
Gli aromi che il panettone al Torcolato sprigiona appena aperto sono collegati alla temperatura che non deve mai essere troppo bassa, meglio da 25 a 30 gradi centigradi. Un riscaldamento in prossimità di un forno aperto o sopra un termosifone sono sufficienti per scatenare gli aromi di vaniglia, piccoli fiori bianchi, uova e burro. L'uvetta tagliata che tiene prigioniero il vino Torcolato contribuisce alla formazione del bouquet di questo dolce con note di frutta appassita e spezie aromatiche.
La glassa sopra al panettone dona anch'essa degli aromi che ricordano le nocciole e i cereali maltati, un'aggiunta di vino Torcolato in questo dolce mantello era il tocco che mancava: la vera ciliegina sulla torta. La croccantezza che si apprezza mangiandola aumenta la sensazione tattile contribuendo ad arricchire il panorama sensoriale.
Maculan vignaiuoli in Breganze
La famiglia Maculan da 3 generazioni vinifica e seleziona le migliori uve di Breganze, un incantevole paese di collina incastonato come un piccolo gioiello nelle Prealpi venete. La protezione naturale offerta dall'Altopiano di Asiago determina un clima estremamente mite, che favorisce la coltura della vite e dell'olivo. Non a caso già nel Cinquecento la nobiltà veneziana amava trascorrere le estati in questa zona, soggiornando nelle splendide ville appositamente progettate dal grande architetto Andrea Palladio. Maculan azienda agricola Opera come azienda agricola con 15 ettari di vigneto in proprietà nel comune di Breganze 24 ettari di vigneto in affitto nella zona DOC Breganze.
Fausto Maculan è nato per il vino, in quanto ha visto la luce nei locali che oggi sono adibiti a suo ufficio. Questo, probabilmente, segnò il suo destino. Infatti, già a 13 anni, durante le vacanze scolastiche, lavorava in cantina e, assecondando il suo istinto di sellsman, accompagnato da un autista, poiché non aveva ancora l'età per la guida, iniziò a visitare i clienti. A 14 anni, nonostante il suo amore per gli studi classici, fu iscritto da un padre lungimirante alla scuola di Enologia di Conegliano Veneto, dove si diplomò con successo nel 1970. Svolse quindi il servizio militare obbligatorio, come ufficiale nel corpo degli Alpini, che, come è risaputo, per tradizione, vanta un buon rapporto con il vino. Dato a Cesare quel che è di Cesare, iniziò il suo vero e profondo impegno nel mondo enologico, assumendo la direzione viticola, produttiva e commerciale nell'azienda di famiglia. Il suo motto fu "una piccola azienda per dei grandi prodotti"; infatti, in un momento piuttosto difficile per l'enologia della nostra zona, con una scelta coraggiosa puntò decisamente al miglioramento qualitativo del suo vino, dedicando a questo scopo tutte le proprie energie e il proprio tempo. Studi approfonditi, viaggi nelle migliori zone enologiche di tutto il mondo, sperimentazioni ardite e, talvolta, anche guardate con incredulità lo aiutarono a portare la sua azienda a livelli altissimi di qualità e di immagine mondiale tanto da offrire ai propri estimatori una gamma completa di ottimi vini bianchi, importanti vini rossi e deliziosi vini da dessert. Dal 1985 è relatore ufficiale ai corsi dell'A.I.S. e collaboratore di riviste quali l'Enotecnico e Vin Veneto. Riconosciuto come degustatore esperto è nominato giudice in concorsi enologici a livello nazionale e internazionale. Grazie alla sua virtù di "buona forchetta" e alla sua parlantina sciolta, è ricercato anche come commentatore di serate enogastronomiche in tutta Italia ed all'estero. Tra i suoi ricordi più vivi resta il suo primo viaggio in America quando, completamente digiuno della lingua inglese, si sentì, a suo dire, un uomo morto. Al suo ritorno a casa si buttò a capofitto, come per ogni altra sua iniziativa, in uno studio accanito ben deciso di fare dell'inglese la sua seconda lingua. Se anche non riuscì ad acquisire una pronuncia perfetta, ebbe da allora un nuovo modo per comunicare al mondo il suo amore per il vino, e, soprattutto, per contribuire a migliorare la qualità e l'immagine del vino italiano nel mondo. Un ulteriore stimolo a questa sua attività di divulgazione gli giunge nel 1998 con la nomina a Presidente della Commissione promozionale Vini Veneti. A 50 anni Fausto Maculan, ancora entusiasta della sua professione, desideroso di accrescere le proprie conoscenze, curioso di nuove sperimentazioni, continua a viaggiare per il mondo e a parlare di vino, non tralasciando però, ad ogni suo ritorno a casa, di dedicarsi anima e corpo a quel vino e a quella cantina che sono stati la sua culla.
Nel 2007 entrano a far parte dell'azienda Angela e Maria Vittoria Maculan, le figlie di Fausto. Angela, nata nel 1977, lo stesso anno in cui viene prodotto per la prima volta un vino da vigneto selezionato, il Fratta, fin da piccola ha dimostrato la sua passione per il vino. Ogni scusa era buona per Angela per correre in cantina e seguire il papà in tutte le fasi della vinificazione, dall'arrivo dell'uva all'imbottigliamento. A dodici anni, quando mamma e papà le hanno dato il permesso di tenere in mano le forbici, ha iniziato a prendere parte alla vendemmia, recandosi nei vigneti a raccogliere l'uva. Da allora ha sempre seguito il lavoro in azienda, svolgendo gli incarichi che le venivano assegnati. A soli 19 anni ha fatto il suo primo viaggio di lavoro assieme a papà negli Stati Uniti e da allora si occupa dell'export dell'azienda, viaggiando in tutto il mondo, orgogliosa di far conoscere il nome ed i vini della sua famiglia. Maria Vittoria nasce nel 1985, come uno dei più famosi ed apprezzati vini dell'azienda, l'Acininobili. Già da bambina amava trascorrere le sue giornate girovagando tra l'ufficio e la cantina, divertendosi ad aiutare operai ed impiegati nei lavoretti che le affidavano. Seguiva il nonno tra i vigneti ed a soli undici anni per la prima volta ha accompagnato i compagni di classe a visitare la cantina, spiegando loro qual era il mestiere del suo papà. La passione, iniziata fin da bambina, è continuata negli anni e, dopo studi superiori in ambito scientifico, ha deciso di iscriversi al corso di laurea in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche dell'Univeristà di Padova, dove si è da poco laureata con il massimo dei voti.
Tutti e tre insieme promettono grandi vini anche per il futuro.
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Info:
Maculan srl
Via Castelletto, 3 -
36042 Breganze (VI)
tel 0445 873733 Fax 0445 300149
web www.maculan.net
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