Il gaudente brindisi de La Traviata e il Brinneso guappo di Massimo Ranieri
Il brindisi in musica
Il brindisi. I dizionari scrivono: Augurio o saluto che si fa in onore di qualcuno, alzando i bicchieri. ~ cincin. Inglese: sm. toast.
Etimologia: spagn. brindis , dal ted. bring dir's ti porto il bicchiere.
Il brindisi in musica. Tutti conoscono quello de La traviata, gaudente e “libertino”: “Tutto è follia nel mondo / Ciò che non è piacer.” Un brindisi collettivo all’amore, al piacere, benché non manchi, anzi è ripetuto in generale e a titolo personale (da Alfredo e Violetta), un tratto di tristezza proveniente dal contrasto insito in un carpe diem proclamato in termini che richiamano la caducità e la fuggevolezza dell’amore e dei piaceri:
Alfredo:
Libiamo, libiamo ne'lieti calici
che la belleza infiora.
E la fuggevol ora s'inebrii
a voluttà.
…
Violetta:
Tra voi tra voi saprò dividere
il tempo mio giocondo;
Tutto è follia nel mondo
Ciò che non è piacer.
Godiam, fugace e rapido
e'il gaudio dell’amore,
e'un fior che nasce e muore,
ne più si può goder.
Riserviamo a tempi migliori una rassegna dei brindisi musicali più o meno celebri, dai Carmina Burana a quello contenuto nella bellissima Il primo bicchiere di vino di Sergio Endrigo al fragoroso brindisi stile ola calcistico che si leva dalle enormi tavolate dell’Oktoberfest.
Ci piace in questa circostanza contrapporre all’atmosfera gaudente, collettiva e solare, seppur velata di discreta malinconia per il tempo che fugge, quella solitaria, irosa, violenta, disperata che abbiamo trovato in un gioiello della sceneggiata napoletana. Gli autori sono due grandi firme della canzone napoletana dei tempi
d’oro e che lavorarono spesso in sodalizio, come in molte delle canzoni qui citate: Ernesto Murolo (Pusilleco addiruso, Tarantelluccia, Te sì scurdata 'e Napule) e Ernesto Tagliaferri (Napule ca se ne va, Pusilleco, Mandulinata a Napule, Piscatore ‘e Pusilleco, Passione…). La sceneggiata, da noi ascoltata nella magistrale interpretazione (canora e attoriale) di Massimo Ranieri, si intitola Brinneso.
Si tratta di una classica sceneggiata guappa, intrisa di rabbia, orgoglio, sarcasmo, ma anche disperazione e tristezza. Continui e non generici né di circostanza i riferimenti al vino consolatorio e risanatore.
Il vernacolo, appositamente rozzo e sgrammaticato (non rispetto all’italiano ma allo stesso napoletano),
accentua nell’ascoltatore quel senso di solidarietà e pietas nei confronti di un guappo furioso che riesce a essere sarcastico anche quando si abbandona, infine, a una disperazione senza rimedio, espressa con una frase ad effetto, macabro effetto.
Il brano si può trovare nel CD Macchie 'E Culore (CGD,1976), recital di Massimo Ranieri registrato dal vivo il 15 settembre 1976. Con l’altro CD Napulammore (Warner Music, 1974), recital registrato dal vivo il 26 luglio 1974, come il primo dal Teatro Valle in Roma, forma un dittico poco noto, ma davvero straordinario nella produzione dell’eterno scugnizzo dello spettacolo e della cultura napoletana tra i due secoli.
La donna di cui il protagonista è innamorato si è sposata (con un altro, ovviamente):
Brínneso alla salute
dell'amirosa mia ca s'è sposata!
…
Ed indi poi noi li facciamo un brínneso
alla per noi difunda donna amata:
Vino vinello,
se per la donna il másculo è un trastullo
io ho stato l'Allirchino e il Purginello...
Col calicio levato,
mme conto tutt''e llacreme chiagnute
per te, dorge ed indegno oggetto amato,
ca t'hê pigliato giuventù e salute...
Il vino, dicevamo non è genericamente vino.
Vevite amice: chisto è vino 'e Proceta...
n'atu bicchiere...e nce ne simmo jute!...
Il Procida, vino rosso del Monte di Procida e quelli della omonima isola, prodotti con uve Aglianico e Palombina sono simili e sono gradevolissimi vini da pasto, violacei, dal particolare profumo. Non sono adatti all'invecchiamento. Il tenore alcolico non supera i 12 gradi.
Vino sincero,
ho detto al cuoro, al povero mio cuoro:
Chiagne pe' cunto tujo, ca i' mo stó' allèro...
perché, a chest'ora,
mentre tu faje ll'Otello e ti disperi,
forse la signorina...è giá...signora!
Vinello puro,
mentre gli sposi stanno cuoro a cuoro,
che scherzo appresentarse dint''o scuro!...
Alla "signora"
io lle direbbe: "Nun avé paura:
Io sono un morto che cammina ancora!"
Molti anni prima che la collaborazione di Massimo con Mauro Pagani e Mauro Di Domenico ci regalasse quei capi d’opera che sono Oggi o dimane (2001) e Nun è acqua (2003), autentiche rivoluzioni (sul piano musicale, culturale e sociale) nella storia della interpretazione della canzone napoletana classica, il ragazzo dei due recital prima citati aveva già dimostrato una precoce e autonoma conoscenza profonda anche del repertorio meno frequentato e quelle straordinarie doti interpretative, piene di toni e sfumature e aperte a tutti i registri che si sarebbero poi rivelate a 360° nelle successive “carriere”.
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