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Largo al “gossip” gastronomico
La MenSolA dei libri
A  tavola con Scarlett O'Hara

Chicco Vitzizzai Elisabetta. A tavola con Scarlett O'Hara. Le ricette di Via col vento. Torino, Il Leone Verde, 2008 10,00

Tra opulenza e penuria, ripercorrendo le vicende dell'affascinante Rossella O'Hara, si snoda una ricognizione nella cucina di Via col vento, che è anche un viaggio nella tradizione gastronomica del vecchio fascinoso Sud degli Stati Uniti. Margaret Mitchell, autrice di quello che resta uno dei romanzi più famosi e più amati dalle donne di ogni tempo, con il suo gusto per i dettagli storici e realistici, ha offerto infatti indicazioni molto accurate e precise sui cibi e le pietanze che i suoi personaggi mangiano o cucinano. E il lettore ne troverà qui le relative ricette.




Kaminer Wladimir.  La cucina totalitaria. Con un ricettario del socialismo di Wladmir e Olga Kaminer.  Parma, Guanda, 2008 14,50

La cucina totalitaria.

Non solo caviale, per i russi, anzi. Il vero simbolo del lusso in cucina per loro è l'ananas. Questo semplice esempio è indicativo di quanto i tenitori dell'ex Unione Sovietica siano totalmente inesplorati dal punto di vista culinario. Eppure c'è così tanto da imparare da quello che mangiano gli abitanti di un paese! Nella "Cucina totalitaria" Kaminer traccia dieci brevi ritratti nazionali delle repubbliche ex sovietiche, attraverso le ricette della tradizione culinaria, da quelle piccanti del Caucaso a quelle ucraine a base di latte, a quelle esotiche dell'Asia, a quelle salutari del Baltico. Ogni ritratto è corredato dai suoi consueti aneddoti, incontri surreali ed esperienze assurde tratte dagli anni della sua gioventù realsocialista e dalla sua maturità postcomunista e berlinese. Alla fine di ogni capitolo il testimone passa alla moglie Olga, che illustra una serie di ricette tipiche della regione appena trattata, tutte regolarmente testate dagli amici della coppia rastrellati nella comunità berlinese di reduci dell'Urss.



Casalegno Giovanni. La luna il cibo e i falò. La cucina sulle colline di Cesare Pavese. Torino, Il Leone Verde, 2008 10,00

La luna  il cibo e i falò. La cucina sulle colline di Cesare Pavese

Cesare Pavese è diventato un’icona del turismo enogastronomico. Il suo nome, insieme a quello di Fenoglio, viene utilizzato come sostegno per molte presentazioni di quell’eden di cibi e di vini che sono diventate le Langhe. Citazioni tratte dalle sue opere le ritroviamo accostate a ristoranti, vini, tartufi, inserite in tante promozioni turistiche. In buona parte della sua opera c’è un forte radicamento verso quest’area piemontese, che si è manifestato attraverso pagine notissime con rappresentazioni di paesaggi, riti, persone, stagioni di un mondo rurale cosí com’era più di cinquant’anni fa. Pavese pur immerso in questo specifico microcosmo geografico e sociale appare a prima vista carente come narratore delle abitudini alimentari del mondo contadino. Il cibo fa capolino solo in modo occasionale. I suoi personaggi, soli o in compagnia, mangiano, certo, però è pressoché assente una loro precisa caratterizzazione gastronomica. Parrebbe quindi una contraddizione proporlo in questa collana. Ma non è cosí. Una attenta ricognizione delle sue pagine dimostra invece che la presenza del cibo ha un ruolo niente affatto marginale. I riferimenti ai singoli prodotti gastronomici nell’atto, privato e collettivo, del mangiare appartengono sia all’aspetto più realistico dell’opera pavesiana sia al suo sistema simbolico e metaforico. Attraverso una passeggiata su e giù per le sue colline troveremo riferimenti al cibo come specchio della miseria contadina o come occasione per celebrare le feste legate ai raccolti agricoli. Incontreremo pasti poveri fatti di polenta e minestra ma anche banchetti più ricchi con i piatti migliori e più elaborati, che ancora oggi rappresentano la più tipica tradizione. Ma troveremo anche riferimenti gastronomici in relazione a tipiche tematiche pavesiane, quali la solitudine, la morte, la fuga e il ritorno alle proprie radici.



Le  pietanze di Doña Franca. Percorsi culinari attraverso l'America latina.

De Gasperi Franca. Le pietanze di Doña Franca. Percorsi culinari attraverso l'America latina. Milano, Festival Latinoamericando, 2008 16,90

La cucina dei paesi del Centroamerica è lo specchio fedele della loro storia e delle caratteristiche geografiche del territorio. Grazie al clima subtropicale vengono coltivati pomodori, peperoncini, ananas, papaye, avocado, patate, mais e soprattutto banane, una delle più importanti risorse agricole. Il volume intende offrire ai lettori una panoramica generale della cucina latinoamericana attraverso i piatti più gustosi e rappresentativi di tutti i paesi: oltre 120 ricette sperimentate personalmente dall'autrice, con ingredienti reperibili in Italia.  




Bay Allan; Bollo Patrizia. Le regioni in pentola e l'arte del mangiar sano. Cinquecentodieci ricette della grande tradizione italiana reiterpretate Le regioni in  pentola e l'arte del mangiar sano.dagli autori.   Casalnoceto (AL), Folini, 2008 € 11,00

Come nella prima edizione le ricette - rigorosamente suddivise per regione di appartenenza - sono precedute da alcune pagine di interessanti curiosità e suggerimenti fondamentali per cucinare un'ottima pasta o una zuppa di pesce e ancora per realizzare un perfetto soffritto, un brodo vegetale o una besciamella. Non mancano, accanto a ciascuna ricetta, le icone che indicano per ognuna se è priva di colesterolo, ricca di fibre o "ghiotta e dietetica". La nuova edizione in formato brossura è più economica e anche maneggevole, cosa, quest'ultima, cara soprattutto a chi fa pratica sul campo applicando i consigli e le ricette di Allan Bay e Patrizia Bollo direttamente in cucina.



Un uovo... una frittatona.

Cerati Carla. Un uovo... una frittatona. Dal quaderno di cucina del tempo di guerra 121 ricette antispreco e un racconto. Torino, Blu Edizioni, 2008 12,00

I ricettari di famiglia crescono e si arricchiscono con il trascorrere delle generazioni, fino a diventare una sorta di autoritratto collettivo in cui possiamo ritrovare un'epoca tutta intera, con i suoi gusti, la mentalità, i colori, i sapori e gli aromi. Quello dei Cerati, solida famiglia borghese radicata nelle Prealpi tra Piemonte e Lombardia, è ispirato alla semplicità e alla concretezza che sono anzitutto una misura del vivere, uno stile. Anche quando deve fare i conti con le ristrettezze dei tempi di guerra, la sobrietà non frena la creatività, ma finisce anzi con l'esaltarla: con un semplice uovo si può inventare una frittatona.




Guidi Guerrera Guido. A tavola con Maigret. Intrighi e intingoli. Torino, Il Leone Verde, 2007    € 10,00

A tavola con Maigret.

L'idea di fondo é quella di immaginare di essere portati a spasso per bistrot, brasserie, café e ristoranti della ville lumiere da Maigret in persona. Al centro tutte le ricette amate da Maigret.
Un omaggio affettuoso di un ammiratore assoluto di Simenon, un gesto d'affetto nei confronti del commissario Maigret, quel personaggio che nella mente dei lettori e degli spettatori meno giovani ha, come dice l'autore stesso nella prefazione, il volto di Gino Cervi.
A tavola con Maigretquale maggiore piacere può gustare un ammiratore del nostro commissario che tentare di riprodurre le ricette che trapelano qua e là dai romanzi? ricette spesso semplici, ma con tutto il profumo del giallo e di Parigi.
L'idea geniale è stata quella di inventare delle storie che vedessero per protagonisti proprio i personaggi della serie di Maigret, il famoso commissario, la signora Maigret, i colleghi...
Saranno loro, e primo fra tutti il nostro grande "eroe",  ad accompagnare per bistrot e trattorie il narratore. Ma in questo girovagare parigino accadranno anche cose inaspettate, così da animare il racconto che si trasforma in vero e proprio romanzo giallo.  
Nella seconda parte del libro invece l'omaggio è ancora più evidente: vengono trascritte ricette di piatti e di specialità estrapolandole dai romanzi, annotando però la fonte e completando l'informazione con alcune note sempre interessanti.
In conclusione: un libro che si legge come un giallo, un libro che si consulta come un ricettario
Due buoni motivi perciò per tenere presente questo volume anche come ottimo regalo da fare a tutti coloro che amano appassionatamente l'opera di Georges Simenon e che considerano il buon commissario quasi come uno di famiglia.


 

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