Come nacque il primo spumante italiano DOC.
Il grande sogno di Antonio Carpené
di Giulia Giovanelli
Un azienda che ha dato vita ad una solida realtà nazionale perseguendo un sogno iniziato nel lontano 1868. L’amore per la patria, per la terra ed i suoi frutti diventarono complici di una grande impresa, che diede alla luce il marchio Carpenè Malvolti. Tutto iniziò con la chimica, per diventare poi lo spumante italiano che tanto ci invidiano i francesi.
L’allora professore di chimica Antonio Carpenè sognava di aprire un azienda che coniugasse produzione dello spumante ed insegnamento della cultura vinicola, senza trascurare il rispetto per la terra madre. E fu così che proprio in quel anno Antonio Carpenè e Angelo Malvolti , allo stesso tempo amici e colleghi, fondarono lo stabilimento vinicolo di Conegliano Veneto nel trevigiano
Con il susseguirsi di ben quattro generazioni, l’azienda Carpenè Malvolti, prossima ormai ai 140 anni di produzione del suo prodotto, ha contribuito a mantenere le tradizione e la passione del passato legate al presente, volto a soddisfare il futuro senza alcuna nostalgia.
Sotto la guida di Etile senior, figlio di Antonio, si iniziò anche la produzione della grappa nell’inconfondibile bottiglia a zucchetta che ancora oggi rientra nei listini dell’azienda. L’idea della bottiglia a forma di zucca gli venne prendendo spunto dai contadini della zona, che utilizzavano delle vere e proprie zucche secche e svuotate come contenitori per una bevanda a base di acqua e grappa che si portavano appresso per dissetarsi durante il lavoro nei campi. Per chiudere questa sorta di contenitore, utilizzavano dei tappi ricavati dal torsolo delle pannocchie di mais.
La bottiglia di grappa a zucchetta della Carpenè Malvolti, nasce infatti con un tappo a tutolo, di sughero con all’estremità superiore un pezzo di pannocchia.
Questa famiglia di enologi amanti della vite e grandi innovatori, vanta oggi la produzione di circa 4 milioni di bottiglie l’anno ottenute con il metodo Charmant, applicato per la prima volta alle uve Prosecco da Antonio Carpenè jr al quale lui stesso apportò alcune modifiche. Le specialità dell’Arte Spumantistica sono il Rosé Brut e il Kerner Brut, il Promotico e al Vinitaly 2008 verrà presentato il quarto spumante per celebrare i tanti anni di successi nel settore.
Oggi la zona di produzione del vino Prosecco DOC si estende dalle colline di Conegliano fino a quelle di Valdobbiadene, comprendendo 15 Comuni della Pedemontana e si estende su un'area di 18 mila ettari di superficie agricola. All'Albo Doc sono iscritti 4500 ettari di vigneto lavorati da oltre 2800 viticoltori con 460 cantine di vinificazione, 153 case spumantistiche, quasi 250 enologi e 1500 addetti al settore enologico per oltre 40 milioni di bottiglie di cui 11 milioni vengono esportate in tutto il mondo. L’inizio della coltura del vitigno Prosecco200 anni fa, ha dato l’origine del nome Prosecco che sembra derivi da un paese che si trova sopra Trieste, chiamato appunto Prosecco. La
Carpenè Malvolti utilizza uve provenienti da oltre un centinaio di conferitori delle zona con i quali ha un rapporto di collaborazione ed assistenza che dura da decenni.
Il grande sogno di Antonio Carpenè senior, che voleva riuscire a produrre anche in Italia quel vino spumeggiante e festoso che fino allora solo i francesi sapevano fare è diventato un emblema importante nella storia del vino.
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