Una gita fuori porta nella campagna romana
La Pasquetta di Nannì, ‘na gita a li castelli
Lunedì dell’Angelo prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l'incontro dell'angelo con le donne accorse al sepolcro. Invece Pasquetta è il termine laico indicare questo giorno. In generale il termine "Pasquetta" indica il lunedì dopo la Pasqua, ma in alcune località italiane non ha lo stesso significato: per esempio, la "Pasquèta", per i genovesi, è il 6 gennaio e non il lunedì dell'Angelo.
Il Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salome andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamare il corpo di Gesù. Vi trovarono il grande masso che chiudeva l'accesso alla tomba spostato; le tre donne erano smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un angelo che disse: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto" (Mt 28,5-6). E aggiunse: "Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli", e si precipitarono a raccontare l'accaduto agli altri.
Civilmente il lunedì di Pasqua è un giorno festivo, introdotto dallo Stato italiano nel dopoguerra, e che è stato creato per allungare la festa della Pasqua, in modo da rendere quel giorno più festoso e sereno, senza il pensiero incombente del lavoro dell'indomani, così come è avvenuto per il 26 dicembre, indomani di Natale.
Il lunedì dell'Angelo, in Italia, è un giorno di festa che generalmente si trascorre insieme a parenti o amici con una tradizionale gita o scampagnata, pic-nic sull'erba e attività all'aperto. Una interpretazione di questa tradizione potrebbe essere che si voglia ricordare i discepoli diretti ad Emmaus. Infatti, lo stesso giorno della Resurrezione, Gesù appare a due discepoli in cammino verso Emmaus a pochi chilometri da Gerusalemme: per ricordare quel viaggio dei due discepoli si trascorrerebbe, dunque, il giorno di Pasquetta facendo una passeggiata o una scampagnata "fuori le mura" o "fuori porta".
Fin qui Wikipedia.
Quest’anno MenSA vi propone una delle più classiche delle gite fuori porta della tradizione italiana, quella romana, che non può che essere la gita a li castelli cantata dal grande Petrolini e poi ripresa magnificamente da Gabriella Ferri e Gigi Proietti, senza pretendere, riteniamo, di attingere l’atmosfera magica, incantevole e invitante del maestro.
Eccovi dunque Un Menu dei Castelli romani, ottimo per il Lunedì di Pasqua.
A Ettore Petrolini e Gabriella Ferri
'NA GITA A LI CASTELLI - Franco Silvestri, 1926
Guarda che sole
ch'è sortito Nannì
che profumo de rose
de garofani e pansé.
Come tutto un paradiso
li Castelli so' accosì.
Guarda Frascati
ch'è tutto un sorriso
'na delizia, n'amore,
'na bellezza da incanta'.
Lo vedi, ecco Marino
la sagra c'è dell'uva
fontane che danno vino
quant'abbondanza c'è.
Appresso vi è Genzano
cor pittoresco Albano
su viett'a diverti'
Nannì Nannì.
Là c'è l'Ariccia
più giù c'è Castello
ch'è davvero un goiello
co' quel lago da incanta'.
E de fravole 'n profumo
solo a Nemi poi senti'.
Sotto quel lago
un mistero ce sta
de Tibberio le navi
con l'antica civiltà.
So meyo de la sciampagna
li vini de 'ste vigne
ce fanno la cuccagna
dar tempo de Noè.
Li prati a tutto spiano
so' frutte, vigne e grano
s'annamo a mette lì
Nannì, Nannì.
È sera e già le stelle
te fanno un manto d'oro
e le velletranelle
se mettono a canta'
se sente 'no stornello
risponde un ritornello
che coro vie' a senti'
Nannì, Nannì.
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