|
Bourdain noir e altre “delicatessen”
La Mensola dei libri
Elena e Paola Accati. La cucina dei naviganti. Andar per mare e mangiare bene.
Torino, Blu Edizioni, 2007. € 14,00 |
Che navigazione e cucina non vadano d'accordo è una leggenda che deve essere sfatata, ma di sicuro in barca non si può preparare il cibo secondo gli stessi criteri e, almeno in parte, le stesse ricette che si usano a casa propria. Cucinare in barca è un'esperienza divertente e stimolante, ma comporta alcuni accorgimenti con l'aiuto dei quali si possono approntare piatti appetitosi e sani, utilizzando i prodotti dei luoghi che si visitano, abbinando praticità, velocità e fantasia. Basandosi sulla loro esperienza di appassionate navigatrici da un lato, e di buongustaie dall'altro, Elena e Paola Accati ci guidano alla scoperta di una vera e propria "cucina dei naviganti". Più di 150 ricette per tutti coloro che amano il mare: ricette semplici e di rapida esecuzione, che possono essere preparate anche in città, quando si ha poco tempo o non si è cuochi esperti. La prima regola è quella di utilizzare gli ingredienti del luogo, e a questo proposito una serie di box fornisce notizie su erbe aromatiche, verdure e cibi locali. Ma racconta anche la storia di porti e isole del Mediterraneo, miti, usanze, leggende. Non mancano episodi di esperienze personali e consigli pratici su come pulire il pesce appena pescato, come organizzare e conservare le provviste, gestire la cambusa, abbinare i vini secondo i consigli dell'enologo Donato Lanati. |
M. Grazia Accorsi. Frittate d'autore.
Palermo, Sellerio Editore, 2007. € 16,00 |
L'ipotesi analitica che guida questo libro è che ciascuno scrittore ha una sua cucina, così come ha una sua lingua personale. Una lettura rivolta alle ricette, ai cibi, agli ingredienti, alle abitudini culinarie che traspaiono dai testi, è idonea a fornire una chiave interpretativa e critica dei caratteri, delle situazioni sociali, dei rituali mondani, dei sostrati culturali. E forse proprio perché un autore nel parlare di cibi tende ad allentare le briglie dell'autocontrollo, una tale analisi può talvolta fornire sorprese, può gettare raggi di luce sul non detto. "Come le case e gli abiti scrive l'autrice - il cibo descrive e colloca: antropologicamente, psicologicamente, ritualmente. E temporalmente e spazialmente. E se il cibo, la cucina definiscono gli individui, a rovescio gli individui modellano la cucina". Sicché la prospettiva culinaria, che per di più si offre per sua natura a essere divertente e lieve, permette di correre dal testo alla ricetta, ripescata nei libri di cucina del tempo com'era dettata e nelle cronache com'era eseguita, di andare dal personaggio alle biografie e agli ambienti. E stupisce come ogni autore, non solo quelli che ci si aspetterebbe, la Austen, o Kipling, o Saba, o Pearl S. Buck, ma perfino quelli apparentemente più lontani dai fornelli, da Dostojevskij a Fitzgerald a Sartre indugi, molto significativamente ma non sempre consapevolmente, sui cibi, le cucine e le tavolate. |
Antonio Attorre. Château Lumiére. Brindisi ed ebbrezze al cinema.
Bra, Slow Food, 2007 € 13,50 |
Dai primi brindisi al tempo del muto ai recenti film che esplorano il mondo del vino dal punto di vista dell'economia e del costume: Antonio Attorre con Château Lumière. Brindisi ed ebbrezze al cinema mostra come il vino sullo schermo sia simbolico, identitario, narrativo, metaforico. Gli aspetti legati a un mutato consumo del vino, poi, alla sua diversa fruizione rispetto a una dimensione quotidiana, ne accrescono rilevanza sociale e densità simbolica. Per questo il libro è anche un prezioso strumento di analisi sociologica e antropologica. Château Lumière si apre con la classificazione dei filoni tematici e degli stereotipi attraverso i quali si legge la presenza del vino sullo schermo, per raccontare poi la fortuna del vino al cinema nelle diverse epoche e nei diversi Paesi e offrire infine un excursus su film nei quali il vino è presente come elemento significativo: come connotazione socio-economica, in funzione narrativa, come spia del prestigio o del ruolo rivestito nell'immaginario collettivo. Da Hitchcock a Chabrol, da Tavernier a Iosseliani, da Wilder a Kaurismaki, si rilegge la storia del cinema con il filtro di una coppa di Champagne o di un bicchiere di Chianti. In appendice, una puntuale bibliografia e una ricca filmografia. |
Anthony Bourdain. Un osso in gola.
Padova, Marsilio, 2007 € 17,00 |
Le cose non vanno troppo bene al Dreadnought Grill: lo chef è un tossicodipendente, il proprietario del ristorante deve dei soldi alla mafia che ha di fatto rilevato la gestione del locale, e l'FBI lo tiene sotto stretta sorveglianza progettando un'imminente retata. Per l'aiuto-cuoco Tommy Pagana, che deve il lavoro allo zio mafioso, pensare solo a cucinare diventa ogni giorno più difficile. Quando Cosa Nostra decide di usare la cucina del ristorante per un sanguinoso omicidio, niente di ciò che Tommy ha imparato alla scuola di cucina può aiutarlo ad affrontare quello che sta per scatenarsi Stretto tra i Federali da una parte e la malavita organizzata dall'altra, dovrà fare i conti con la propria coscienza evitando di farsi ammazzare. |
Massimo Carlotto - Igort. Dimmi che non vuoi morire.
Milano, Mondadori, 2007 € 15,00 |
Una storia inedita dell'Alligatore, il personaggio su cui si basa la popolarità di Carlotto presso il grande pubblico, disegnata da uno degli illustratori più famosi e innovativi del panorama europeo, Igort. Marco Buratti - detto l'Alligatore per il suo passato di cantante blues - è un ex detenuto che lavora come investigatore senza licenza. Ha due soci, entrambi con alle spalle una storia di frequentazioni delle patrie galere come lui, che lo aiutano nelle indagini: Beniamino Rossini, contrabbandiere e rapinatore, esponente della vecchia malavita milanese e Max la Memoria, ex appartenente a un gruppo della sinistra rivoluzionaria, esperto di controinformazione e analista dei fenomeni malavitosi. La loro base la Cuccia, il locale di Padova, proprietà dell'Alligatore, dove si ascolta blues e si beve calvados e dove vengono di solito ricevuti i clienti. "Dimmi che non vuoi morire" (che è lo sviluppo naturale dei cinque romanzi pubblicati in precedenza in Italia e in diversi paesi europei) è ambientato tra la Sardegna, Parigi e il Nordest. La vicenda prende le mosse quando il proprietario di un noto ristorante di Cagliari si rivolge all'Alligatore e ai suoi soci e li ingaggia per ritrovare loanna, la sua amante, una donna che vive come se fosse l'incarnazione di una nota cantante italiana degli anni Sessanta. I tre si mettono alla sua ricerca ma le cose ben presto si complicano. |
Paolo C. Conti. La leggenda del buon cibo italiano e altri miti alimentari contemporanei.
Roma, Fazi, 2007 € 9,50 |
Il cibo italiano è apprezzato nel mondo perché sarebbe buono, sano e genuino. Ma la realtà dei fatti racconta una storia differente. Questo libro raccoglie i risultati di un'inchiesta giornalistica durata due anni. Paolo C. Conti ha indagato sulla natura nascosta di ciò che finisce nei nostri piatti, scoprendo che raramente quello che mangiamo è davvero ciò che sembra. La tecnologia estrema, la logica del profitto e le regole del mercato stanno cambiando nel profondo l'industria alimentare italiana, che è ormai sempre più incline a mascherare i propri prodotti sotto un'ingannevole immagine di naturalità. Gli alimenti vengono modificati, scomposti, ricostruiti e inscatolati con l'aiuto della chimica, della genetica, di tecniche alimentari sempre più sofisticate. Il risultato sono cibi che sembrano qualcosa, ma che in realtà sono qualcos'altro. Grazie a centinaia di interviste e indagini sul campo, in Italia e all'estero, l'autore analizza i rischi a cui ci esponiamo sedendoci a tavola e le strategie per combatterli, ma anche i nuovi poteri che condizionano uno degli elementi determinanti per la nostra sopravvivenza in questo secolo. Oggi infatti è più che mai in atto una guerra planetaria fra tecnocibo e biocibo: due modi diametralmente opposti e antagonisti di considerare l'alimentazione umana e la nostra stessa salute. Una guerra dall'esito ancora incerto, nella quale i consumatori avranno un ruolo determinante. |
Paola Di Mauro. Le mie ricette. La cucina di una storica donna del vino.
Roma, Gambero Rosso GRH, 2007 € 16,00 |
Paola di Mauro lega da sempre il suo nome all'azienda vinicola Colle Picchioni, sulle prime colline dei Castelli Romani, che ha segnato, venticinque anni fa, una svolta nella viticoltura del Lazio: accanto all'amore per il vino, Paola ha da sempre coltivato una passione parallela, quella per la cucina. Il patrimonio gastronomico di una cuoca la cui fama è andata di pari passo con quella di grande produttrice di vino. |
Le muse in cucina. Ottanta ricette di grandi artisti illustrate da grandi artisti.
Milano, Excelsior 1881, 2007 € 24,50 |
Manca Antonella Clerici con le ricette de La prova del cuoco. Ma in compenso ci sono decine di personaggi quasi tutti geniali (ma c'è anche Andrea Roncato) che dirottano la propria creatività in cucina. Da Filippo Tommaso Marinetti a Ernest Hemingway, da Louis Armstrong a Carlo Emilio Gadda. |
Davide Paolini. Le ricette della memoria e l'arte di fare la spesa.
Milano, Sperling & Kupfer, 2007 |
Ecco il primo ricettario del Gastronauta, una raccolta di piatti scoperti con passione nella memoria da Davide Paolini che ha recuperato con il suo solito spirito un po' "eretico" le più sfiziose ricette e i più genuini piaceri del passato. Ma il suo è soprattutto un percorso fatto di incontri e di persone speciali dalle quali ha carpito con sensibilità e curiosità la sapienza della cucina di altri tempi. Oltre duecento ricette, e per ognuna l'esaltazione e la storia di un alimento, di un prodotto, di una specialità che rievocano con forza un sapore, un profumo, una sensazione. |
Luca Ragagnin. Praga alla fiamma. Ricette magiche e bevande prodigiose nella letteratura ceca.
Torino, Il Leone Verde, 2007 € 10,00 |
Con questo libro Luca Ragagnin ci invita a scoprire autori e testi di una narrativa ancora inesplorata attraverso uno strumento insolito: il cibo. L’amore per la cucina ceca accomuna i cinquantatre autori citati da Ragagnin, facendo del cibo il protagonista assoluto di questo libro. |
Roberta Schira - Allan Bay. L'amore goloso.
Milano, TEA, 2007 € 7, |
Due manuali di cucina e di passione amorosa, che mescolano in modo prelibato i due più grandi bisogni primari: cibo ed eros. Il volume è a due facce: una per lei (per sedurre lui), l'altra per lui (per sedurre lei). Donne diverse (l'etnica, la sportiva, la professionista) richiederanno ricette diverse, così come ai diversi tipi di uomini (il rampante, l'alternativo, il mammone, il professionista) saranno adatte soluzioni differenti... Un libro destinato ai ghiotti di tutte le età, ai curiosi dei fornelli, ai seduttori e alle seduttrici incallite. |
Roberta Schira - Franco Cazzamali. Il libro delle frattaglie. Storia, scienza e cucina.
Firenze, Ponte alle Grazie, 2008 € 18,00 |
Fra tutti i cibi, le frattaglie godono probabilmente della reputazione peggiore: si dice che siano poco sane, poco nutrienti, troppo grasse, indigeste, quando non vengono rifiutate definendole esplicitamente ripugnanti; meno si consumano, meno si conoscono, più si alimentano i fraintesi e i luoghi comuni. Lo scopo di questo libro, che è il primo repertorio sistematico e completo mai pubblicato sulle frattaglie e il loro uso in cucina, è prima di tutto far conoscere il "quinto quarto" in tutte le sue parti, a partire dalle frattaglie di bovino fino a quelle di pesce; quindi, ribaltare i luoghi comuni, mostrando quanto le frattaglie sono sane e nutrienti, e addirittura politicamente corrette; e, attraverso le oltre trecentocinquanta ricette tratte dalla ricchissima tradizione italiana o proposte dagli autori più classici come dagli chef più innovativi, esplorare in tutta la sua ricchezza e varietà un territorio del gusto gelosamente custodito dai suoi cultori e ingiustamente trascurato da troppi amanti della buona tavola. |
Roberta Schira. Piazza Gourmand.
Firenze, Ponte alle Grazie, 2007 € 14,00 |
Cosa ci fanno tre grandi chef dentro un romanzo? E perché dovremmo provare la ricetta del "risotto pefretto" per poter capire meglio la storia che stiamo leggendo?
La rispota è semplicissima: perché stiamo leggendo un romanzo culinario e chef e ricette sono le colonne della storia.
Roberta Schira ci presenta in questo libro le vite di alcuni personaggi, fotografate in momenti "gastronomici" e raccontate con compiaciuto divertimento. Sono protagonisti raccolti dalla quotidianità: uomini e donne che vivono i loro rapporti personali e sociali nello spazio cittadino che si apre e si sviluppa in una piazza, ma soprattutto sono persone che per vari motivi si avvicinano al cibo, apprezzandolo e facendo del cucinare e del gustare un momento di unione, di riconciliazione, di dialogo. |
|
|
invia questo articolo
|
|