I segreti dell’enologia negli eremi italiani
Monasteri DOCG
di Alfredo Zavanone
Da diversi anni in Piemonte, per iniziativa della Casa Vinicola Bava di Cocconato d’Asti, viene organizzato a “Casa Brina” un simposio internazionale dedicato al “Vino della Santa Messa”. Con Roberto Bava, promotore dell’iniziativa, partecipano scrittori, studiosi di enologia e, soprattutto, religiosi. Sul vino per la Messa la stampa specialistica ha sempre dato largo spazio all’iniziativa, poco invece si parla delle “Suore del vino bianco”, che operano da novant’anni nelle Langhe, con sede a Santo Stefano Belbo, dove sorge il monastero delle “Figlie di San Giuseppe”.
In questo paese che ha dato i natali allo scrittore Cesare Pavese si produce,
infatti, uno speciale “Moscato”, richiesto dai sacerdoti di tutta Italia per la celebrazione della Santa Messa. (Vaticano compreso) Responsabile della vinificazione è, da sempre, la Madre Superiora ed attualmente ai vertici della Congregazione c’è Suor Angelita, proveniente dalla Diocesi di Verona, da diversi anni a Santo Stefano Belbo (Cuneo), dopo un lungo periodo di lavoro come missionaria in terre lontane.
Le suore si tramandano oralmente i segreti della vinificazione, lavorano in silenzio, quasi appartate dal mondo, nel loro Monastero che sorge alla periferia del paese, quasi a ridosso del torrente Belbo, tra il vivo compiacimento e il plauso della popolazione locale. Quindi terra e fede, grazie a queste religiose al servizio “liturgico della Chiesa”. Si avvalgono, nel loro lavoro in cantina, anche della professionalità di un enologo langarolo, che consiglia quali uve Moscato comprare sui mercati locali e quali accorgimenti tecnici seguire, sotto la supervisione della Madre Superiora, nelle varie fasi della vinificazione e dell’imbottigliamento.
L’ordine venne fondato, quasi un secolo fa, dal Sacerdote Clemente Marchisio, parroco di Rivalta Torinese che, durante un colloquio a Roma con Papa Leone XIII, raccolse il suggerimento del Pontefice ed iniziò così nelle colline torinesi a produrre il vino, indispensabile per la celebrazione eucaristica. La prima Casa venne quindi aperta nel paese in cui don Marchisio era prevosto. Nel 1906 un gruppo di Figlie di San Giuseppe ha dato vita all acomunità di Santo Stefano Belbo ed ora questa Casa è forse la più importante di tutta la Congregazione specializzata in enologia.
Dal Piemonte alla Sardegna il passo è breve. A Villa Muscas operano le Suore del vino della Compagnia delle Figlie del Sacro Cuore Evaristiane. L’attività viticola di queste Suore è iniziata nel lontano 1939 per opera dello stesso fondatore Padre Evaristo Madeddu. Attualmente i vini prodotti nascono dalle coltivazioni biologiche dell’azienda agricola della comunità e si contano otto etichette. La Superiora Generale dell’Ordine, Suor Margherita Piludu afferma che la produzione di vino costituisce un valido aiuto per il finanziamento delle opere socio-assistenziali dell’Ordine. Proprio in questo periodo le Suore hanno presentato con successo i loro vini nella giornata d’incontro dal titolo “L’agricoltura come strumento dell’attività sociale”
Quando le monache ti prendono… per la gola
Quando a cucinare sono gli angeli al femminile ci si trova a tavola in conventi e monasteri dove le religiose si dedicano all’agricoltura, trasformando i prodotti ortofrutticoli in pregiate produzioni enogastronomiche, come in Liguria, a Sanremo (Imperia), dove nel Monastero della Carmelitane Scalze si produce non solo un eccellente olio d’oliva extravergine, ma anche deliziose marmellate di arance amare, cedro e limone, rabarbaro, liquirizia e, non ultima, anche frutta sciroppata.
Nel Lazio, a Vitorchiano (Viterbo), nel Monastero di Santo Spirito. Si preparano i tradizionali dolci con pasta di mandorle e frutta martorana, se condo una antica ricetta originaria del Trecento.
In Francia, sulla Costa Azzurra, all’Abbaye Cistercienne Notre Dame da la Paix, le suore confezionano piccole statue di cioccolato e deliziosi cioccolatini.
I devoti che si recano in pellegrinaggio al Santuario francese di Lourdes possono acquistare dalle suore del monastero un delizioso cioccolato di loro produzione.
Altre ghiottonerie preparate nei vari conventi francesi si possono scoprire recandosi a Nizza, alla Boutique Monastique, dove si possono acquistare biscotti, elisir, aceti e altre specialità enogastronomiche e medicinali.
Dal Lazio alla Sardegna il passo è breve. A Villa Muscas operano le Suore del vino della Compagnia delle Figlie del Sacro Cuore Evaristiane. L’attività viticola di queste Suore è iniziata nel lontano 1939 per opera dello stesso fondatore Padre Evaristo Madeddu. Attualmente i vini prodotti nascono dalle coltivazioni biologiche dell’azienda agricola della comunità e si contano otto etichette, l’ultima delle quali è quella del Novello 2003, il Saturnino. La Superiora Generale dell’Ordine, Suor Margherita Piludu afferma che la produzione di vino costituisce un valido aiuto per il finanziamento delle opere socio-assistenziali dell’Ordine. Proprio in questo periodo le Suore hanno presentato con successo i loro vini nella giornata d’incontro dal titolo “L’agricoltura come strumento dell’attività sociale”.
|
|
Anche la cosmesi è entrata in convento.
Le Suore Trappiste del Monastero di Clausura di Guardamiglio (Lucca) da anni sono le depositarie di alcune particolari formule di creme di bellezza (giorno e notte) di provenienza francese, assai ricercate fra il gentil sesso. Dalla distillazione dei fiori le Monache operaie ottengono delicate essenze destinate alla produzione di profumi e “dopobarba”. Questa gamma cosmetica è reperibile soltanto attraverso particolari canali con il marchio “Chanthal”. Il primo Ordine religioso ad avere introdotto questa attività nel silenzio dei monasteri opera ancora in Francia nella regione della Normandia. E’ arrivato in Toscana anni fa e da questa attività l’Ordine religioso delle Monache Trappiste trae il proprio sostentamento.
|
|
|